Ci rifacciamo non soltanto ad una famosa metafora filosofica, ma anche alla celeberrima trasmissione di Zavoli (La notte della Repubblica), perché il fatto che all’ex direttore amministrativo dell’Università più dissestata del mondo ci sia la possibilità che venga erogata una cifra intorno ai 100.000 euro da un giudice del lavoro, dopo che è sotto indagine per essere stato uno dei capi dissestatori, nonché indagato per quanto ha combinato al SUM, ci leva il sonno. Sonno turbato dalle seguenti domande: ma la Magistratura è un organo dello Stato indipendente che deve proteggere i cittadini oppure potrebbe darsi che in qualche caso possa dar soddisfazione ad uno che è quantomeno sospettato di aver commesso una serie di reati contro il patrimonio pubblico? Parliamoci chiaro: PRIMA il Bigi ripristina il danno che ha fatto a ben due istituzioni universitarie e POI, se del caso, riceve quanto gli sarà eventualmente dovuto. A proposito: ma il Bigi non era tra quei 19 indagati per cui il Procuratore aveva chiesto addirittura l’arresto? Giusto che il GIP non l’abbia concesso (tanto più che ormai se volevano far sparire le prove ne hanno avuto tutto il tempo e certo non fuggono, visto che addirittura – come nel caso del Bigi – sono stati promossi), ma addirittura risarcirlo … E poi ancora: ma il Bigi non era quello che si inventò una cosa che non esiste in nessuna università italiana, cioè la prima fascia della dirigenza? E non ha riscosso da prima fascia? Bene: allora restituisca quello e poi si guarda. Ci auguriamo che i giudici sappiano da che parte stare: se al fianco dei dissestatori o al fianco dei cittadini e delle istituzioni lese da certi comportamenti.
Ad majora!
Entries from Ottobre 2011 ↓
La notte in cui tutti i gatti sono BIGI
Ottobre 3rd, 2011 — Note redazionali
Società Robespierre di Cresti Lisa & C., Boldrini Maurizio, Cooprint e In.Fact srl: tutti insieme appassionatamente!!!
Ottobre 2nd, 2011 — Note redazionali
Fosse successo in una provincia amministrata dal partito di Berlusconi, il PD e il resto della sinistra, sarebbero scesi in piazza per denunciare tutti questi intrecci tra i soliti personaggi, società private e enti locali. Qui in provincia di Siena stanno tutti zitti: dal PD silenzio assoluto visto che sono loro ad amministrare, dal PDL silenzio assoluto visto che si fanno amministrare dal PD, ma soprattutto pesa il silenzio di chi dovrebbe controllare questi intrecci.
Andiamo per ordine.
1) La società Robespierre Sas di Lisa Cresti (portavoce del presidente della provincia Simone Bezzini) ha praticamente incarichi da quasi tutti i comuni della provincia e dalla stessa amministrazione provinciale e nel contempo lavora per il PD.
2) Boldrini Maurizio (ex responsabile dell’area comunicazione dell’università e docente presso Via Roma 56, tesserato PD) dichiara di lavorare (come lui scrive sulla sua bacheca facebook) presso la Cooprint Industria Grafica.
3) La società In.Fact srl è quella società che abusivamente e contro ogni legge esistente aveva dichiarato come “sede operativa” gli uffici universitari di Via Roma 56 (ma l’università ha presentato formale denuncia all’autorità giudiziaria per questo episodio indecente??? Ci risulta di no!). Tra i soci della In.Fact srl figurano il genero di Maurizio Boldrini e un altro docente di scienze della comunicazione (l’università ha provveduto ad effettuare le dovute verifiche su questo docente in merito alla posizione di socio in questa società e il rapporto di lavoro con la stessa università??? Ci risulta di no!)
4) La Cooprint è la cooperativa dove dichiara di lavorare il suocero del socio di IN.Fact srl ovvero Boldrini Maurizio e alla conferenza stampa di presentazione della Cooprint era presente l’assessore della giunta Bezzini ovvero Tiziano Scarpelli (abbiamo una foto in cui si nota la presenza di Scarpelli e Boldrini). Se poi visitate il sito della Cooprint in fondo alla Home page troverete questa dicitura “Copyright © COOPRINT – Dreamed, Imagined, and Built by In.Fact srl“.
Si dà il caso che siamo in possesso di un giornalino (fatto con soldi pubblici) di un Comune della provincia di Siena preparato dalla Robespierre Sas di Lisa Cresti (portavoce del presidente della provincia di Siena) e stampato dalla Cooprint (dove dichiara di lavorare Maurizio Boldrini e che era stata inaugurata dall’assessore della giunta Bezzini, Tiziano Scarpelli). Insomma i soliti nomi e i soliti intrecci tra società private che lavorano con i soldi pubblici. A questo punto chiediamo a chi dovere di verificare la solita posizione di Lisa Cresti portavoce del presidente della provincia e tutti i rapporti di appalto, incarichi e sponsorizzazioni tra gli enti locali della provincia di Siena e il sig. Boldrini o società dove lo stesso lavora o collabora. Senza farlo con intenzione ci tocca scrivere nuovamente che questo Boldrini Maurizio appare da tutte le parti.
Ultima osservazione: c’è un sacco di gente e tante piccole imprese che non sanno come arrivare alla fine del mese, ma non alla quarta settimana, neanche alla terza. E questi continuano allegramente a campare con i soldi della comunità. Sarà il caso di farli smettere?
Editoriale del Maestro James. Finisce con disonore la stagione del barone Luigi Berlinguer e non solo. Riflessioni di storia e sul funzionamento della magistratura senese
Ottobre 2nd, 2011 — Note redazionali
Chi meglio di lui ha rappresentato dentro e fuori le università il “modello tipo” del barone universitario? Solo lui e pochi baronetti concorrenti: il barone del “buon ritiro” di Stigliano. Volevano onorarlo e festeggiarlo con libri, fasti e applausi di sudditanza: alla fine più che in “onore” quei libri resteranno nel “Diritto” e nella “Storia” come una disonorevole conclusione di una stagione e l’emblema del dissesto di una delle più prestigiose università. Quei volumi in “onore” di Luigi Berlinguer sono la prova provata del modus operandi dei dissestatori di università e questi libri “abusivi” non saranno mai sugli scaffali di biblioteche: utilizzavano le finanze dell’università per autocelebrarsi e per celebrare come una rinnovata idea “del culto della personalità” i propri mentori. Praticamente si sono sputtanati oltre 270.000.000 di euro a forza si sommare “26.000 euro” a volta e praticando un sistematico disegno criminoso finalizzato a falsificare i bilanci e svuotare le casse dell’ateneo. Avete capito bene: “il medesimo disegno criminoso”. E qui apro una parentesi. L’ex procuratore di Siena Francesca Firrao, alla fine, pur traccheggiando, aveva addirittura chiesto sul dissesto misure restrittive della libertà personale. E ora non si sa più nulla. Non si capisce a tal proposito i motivi che frenano l’attività della magistratura senese in merito al dissesto universitario. Forse sono sotto organico? Forse, forse? Forse il personale è in vacanza a Stigliano? Con questo modo di operare la procura di Siena si sta assumendo la responsabilità di mandare in prescrizione e quindi lasciare impuniti i responsabili del dissesto, per parte dei quali sono scattate indagini già chiuse da parte di altre procure. Questo non è sostenibile e quindi invitiamo gli organi di informazione a tenere alta l’attenzione e nel contempo chiediamo alla Procura generale di Firenze di attivare “l’istituto dell’avocazione” e non esagero se reputo necessario l’invio degli ispettori ministeriali presso il tribunale di Siena. In tutta Italia le procure e i giudici stanno indagando e sanzionando coloro che hanno distrutto patrimonio pubblico e praticato azioni illegali: qui a Siena traccheggiano da tre anni e cosa ancor più grave nemmeno uno degli autori del dissesto ha varcato le porte di un’aula del tribunale di Siena. Speriamo di non dover dire dell’operato della magistratura senese quello che abbiamo scritto e che qui ripeto sui volumi in onore di Berlinguer: una stagione finita con il disonore. Il barone Luigi è stato membro del CSM (e a quel tempo aveva anche inaugurato l’anno giudiziario presso il tribunale di Siena) e rettore dell’università dissestata e da quando è scoppiata l’inchiesta, il barone Luigi, non ha mai detto una parola di condanna verso i dissestatori e non ha mai invocato l’intervento della magistratura per sanzionare i malfattori. E qui chiudo la parentesi.
Per concludere questa disonorevole storia di dissesti e libri in “onore” e di figli nominati banchieri (il riferimento è al pargolo di Luigi Berlinguer: Aldino, nominato dal PD, partito del padre, membro del cda della banca Antonveneta) mi ritorna nella mente una celebre citazione che consegno a futura memoria, soprattutto dei procuratori del tribunale di Siena: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza (Dante Alighieri)”.
Questa Domenica il mio editoriale voglio dedicarlo in ONORE di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due magistrati morti per mano di coloro che volevano e vogliono tenere la civiltà sotto il dominio dell’illegalità e dello strapotere criminale.
Buona Domenica
Maestro James
Guardate un po’ cosa combinano nella facoltà di medicina a Siena. I giornali e i Carabinieri perché non vanno a dare un’occhiata lì dentro?
Ottobre 1st, 2011 — Note redazionali
La Facoltà di Medicina di Siena continua a riservarci gradite sorprese, nonostante la presenza di un folto gruppo di docenti tosiani. La redazione di Fratello Illuminato, leggendo il comunicato delle associazioni sindacali della docenza universitaria, pubblicato dal “Corriere di Siena”, è rimasta colpita dalla seguente espressione: «Il rettore Riccaboni ha incontrato il 28 settembre i docenti di Medicina, ospite del Consiglio di Facoltà in seduta informale per mancanza del numero legale…». Seduta informale? Mancanza del numero legale? Un vero giornalista ci vede subito una notizia. Abbiamo indagato e di notizie ne abbiamo trovate due.
Prima notizia. I docenti di Medicina hanno dato un ceffone al rettore disertando la riunione, in segno di protesta per la sua scellerata politica di liquidazione della Medicina universitaria. Non era mai successo! Hanno fatto mancare il numero legale e ad ascoltare il magnifico sono rimasti quattro gatti, i tosiani, appunto.
Seconda notizia. Il numero legale, però, è mancato anche per un’altra ragione. Anzi, ci dicono che questa è la quarta volta che manca il numero legale su questo specifico tema. La Facoltà che dovrebbe deliberare sulla designazione del terzo membro di una Commissione per un concorso di ricercatore non riesce a raggiungere, su questo punto, il numero legale. Ecco, allora, per noi, l’altra gradita sorpresa! Per quattro volte i docenti di Medicina hanno chiaramente e inequivocabilmente manifestato la volontà di non assumersi la responsabilità di un provvedimento platealmente viziato di nepotismo e con una commissione addomesticata. Vediamo perché. Il professore Eugenio Bertelli è andato a trovare molti colleghi, sollecitandoli a presenziare al Consiglio di Facoltà. Nulla di male! Il problema, però, è che nel concorso partecipa la moglie di Bertelli e, inoltre, il posto di ricercatore è per Anatomia, la stessa materia del marito. Ancora nulla di male! Ci sono tanti figli e tante mogli e mariti. Ma, in questo caso, c’è anche l’ereditarietà. Si dà il caso che a ricoprire la cattedra di Anatomia a Siena c’è stato prima Ruggero, nonno di Eugenio, poi Luciano, padre di Eugenio, ora Eugenio e, infine, si aspetta la vincitrice del concorso di ricercatore, la moglie di Eugenio. Ma non è stato approvato il “codice etico” nel quale «è vietata ogni forma di nepotismo?» Certo! Ma, evidentemente, in questo caso si cercherà di non applicarlo. Staremo a vedere cosa farà Riccaboni. Intanto i tosiani, in Facoltà di Medicina, sono sempre presenti per sostenere l’ennesimo caso di nepotismo!
Comunicazione del CdR di Fratello Illuminato
Ottobre 1st, 2011 — Note redazionali
Il CdR di Fratello Illuminato, a seguito della sollecitazione del Sovrano Ordine di Sorveglianza del nostro blog, con voto unanime, si rende disponibile ad accogliere, senza censure, un intervento del signor Maurizio Boldrini, sempre che sia sua volontà intervenire. In altre parole il SOS (Sovrano Ordine di Sorveglianza) con, sede in Norvegia, acconsente al contradditorio. Questa una redazione democratica e non è sua intenzione danneggiare nessuno, fedele al principio del neminem laedere. L’interessato può inviare l’intervento all’indirizzo email shamael[at]mortemale.org.
Cogliamo l’occasione per solidarizzare con tutti gli altri blogger (italiani) che hanno la spada di Damocle del bavaglio in discussione in Parlamento. In Norvegia ancora sussiste una possibilità democratica, quindi siamo solidali ed eventualmente possiamo dare ospitalità (a nostra discrezione) ai blogger cui eventualmente dovesse essere tappata la bocca.