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DAS Dimensione Autonoma Studentesca a fianco dei lavoratori dell’Ateneo

Il DAS – dimensione autonoma studentesca-, oggi 24 aprile scende in piazza con i lavoratori dell’Università per solidarizzare con la loro protesta e denunciare le politiche depredatorie e autoritarie dell’amministrazione Fabbro – Riccaboni.
Il taglio dell’integrativo, il blocco dei contratti, il taglio dell’accessorio ai CEL, il taglio dei contributi per le spese sociali, mostrano l’esplicita volontà di far pagare ai lavoratori il prezzo di un debito che non è il loro bensì della classe politica che ha gettato nel baratro economico la nostra Università. Da quando si è “scoperto” il buco finanziario non si è fatto altro che parlare di sacrifici, della necessità di uno sforzo da parte della comunità accademica tutta, per risollevarsi dalla crisi. I lavoratori per primi hanno accettato responsabilmente questa “ sfida” in virtù di quello sforzo collettivo tanto conclamato dal Rettore e dall’amministrazione. Non a caso i lavoratori dell’Università hanno atteso un anno prima di entrare in stato di agitazione.
A questa disponibilità l’amministrazione ha risposto con politiche di fascismo aziendale. Viene spontaneo il confronto tra la dottoressa Fabbro e Marchionne se pensiamo che, mentre i lavoratori vengono messi in ginocchio, l’attuale direttrice amministrativa si è fatta assegnare la fascia più alta di retribuzione. E, come Marchionne, persegue, con il tacito consenso del Consiglio di Amministrazione, i piani spregevoli di latrocinio ai danni dei lavoratori e della cittadinanza tutta, la quale subirà, le scelte che determineranno il collasso del nostro Ateneo.
La terribile congiuntura tra l’azione di governo locale e quella nazionale non fa altro che oscurare ancora di più e in maniera sempre più drammatica, il futuro della nostra Università e di coloro che hanno contribuito per anni a determinarne l’eccellenza. Che fine faranno tutte queste competenze professionali? E, soprattutto, che fine hanno fatto coloro che questo disastro hanno consapevolmente creato? Ebbene, costoro sono rimasti ai loro posti indisturbati e coloro che adesso guidano la governance dell’Ateneo rimangono altrettanto intoccabili.
In qualità di studenti non possiamo, inoltre, non denunciare tutto quello che questa situazione comporterà per i servizi quali segreterie, biblioteche, ecc… i quali oltre che peggiorare (come già sta accadendo) subiranno un progressivo ridimensionamento. La componente studentesca, così come quella lavoratrice, non sembrano essere minimamente prese in considerazione dal Rettore e dalla Direttrice Amministrativa. Ma noi vogliamo dir loro che senza di noi viene meno la stessa esistenza di questa istituzione. Proprio la consapevolezza di questo doppio filo che ci unisce ai tecnici amministrativi dell’Università di Siena, abbiamo deciso di scendere in piazza al loro fianco. Ma questo non è l’unico motivo: come Dimensione Autonoma Studentesca, in nome delle nostre convinzioni, non possiamo che denunciare a gran voce qualsiasi sopruso ai danni delle categorie più deboli della società, quelle categorie che subiscono lo sfruttamento più brutale e alle quali si stanno togliendo, ogni giorno che passa, diritti ottenuti con il sangue nelle piazze.
Fabbro come Marchionne! No al fascismo aziendale! Viva i lavoratori!

DAS- Dimensione Autonoma Studentesca-

Laura Vigni e Sinistra per Siena con i lavoratori dell’Ateneo

In vista dello sciopero di domani 24 aprile dei dipendenti tecnici, amministrativi e CEL dell’Università di Siena, voglio esprimere tutta la solidarietà mia personale e del Circolo Città Domani ai lavoratori che stanno pagando in prima persona il disastro gestionale dell’Università degli anni passati, mentre non si profila una politica di vero rinnovamento.
Nella specificità del mio ruolo, credo indispensabile che il Comune di Siena svolga un ruolo più attivo in tutta la vicenda per favorire il superamento della crisi attuale, intanto sollecitando la Magistratura a procedere con la necessaria rapidità agli atti successivi alla chiusura delle indagini per evitare il rischio prescrizione che sarebbe intollerabile, perché tutta una comunità non può sopportare dilazioni e ritardi nell’accertamento delle responsabilità di chi ha danneggiato in maniera colpevole una delle più antiche istituzioni cittadine.
Ribadisco anche la necessità che il Comune di Siena si costituisca parte civile nell’eventuale azione giudiziaria e proceda con un’azione di responsabilità verso coloro che saranno riconosciuti responsabili del dissesto.

Laura Vigni – Consigliere comunale “Sinistra per Siena”

Francesco Andreini e Matteo Mascherini con il PRC sono vicini ai lavoratori dell’Ateneo

Il partito della Rifondazione Comunista – Federazione provinciale e Circolo PRC “Viro Avanzati” di Siena – esprimono la loro piena solidarietà al personale tecnico e amministrativo dell’Università di Siena il quale ha indetto per oggi uno sciopero di due ore e un’assemblea presso l’aula Magna storica del Rettorato.
Ancora una volta si intende far ricadere la responsabilità di un dissesto economico, figlio di anni di sperperi del capitale dell’Ateneo, sulle spalle di chi certamente in esso non ha responsabilità: i lavoratori. E a questo gioco il nostro partito non ci sta.
E’ evidente a tutti, oramai, che negli anni passati l’Università senese ha vissuto in un’epoca dorata sostenutasi tramite spese scriteriate quali costose consulenze esterne, sedi distaccate, cene, palchi al Palio, e quant’altro, senza mai voler gettare un occhio al bilancio. E in questa “aurea aetas”, un’altra grande somma di denaro è andata anche in assunzioni eccessive, spesso dettate più da volontà politiche e/o elettorali che non da necessità effettive di personale e docenti.
Ma è paradossale che oggi, finita questa età dell’oro, ogni volta che si parli di risanamento lo si faccia sempre tirando i ballo i soli lavoratori, mentre i veri artefici di tali politiche di sprechi occupino ancora impuniti e indisturbati le loro poltrone all’interno come all’esterno dell’Università.
Purtroppo nessuno sembra preoccuparsi della rapidità con cui l’Ateneo procede nella sua iperbole di paradosso. Si è iniziato con le categorie più deboli, e dopo i Collaboratori ed Esperti Linguistici, ricercatori e stabilizzandi, adesso è la volta dei tecnici-amministrativi, che da più di un anno, ormai, si vedono sospendere l’erogazione del Trattamento Economico Accessorio.
Ancora più paradossale però, per procedere nella nostra scala crescente, è la politica fortemente antisindacale con cui la direzione amministrativa ha preso tale scelta, che, ancora una volta come due anni fa, non ha alle spalle né una contrattazione con i sindacati e il personale, né un via libera da parte del Ministero dell’Economia (che ancora in proposito deve pronunciarsi), ma deriva anzi da una decisione unilaterale e autoritaria della dottoressa Fabbro.
Non sapremmo definire se di grado maggiore o minore, ma sicuramente ad un livello alto di paradossalità, sta inoltre la volontà -nuovamente autoritaria e unilaterale- dell’Amministrazione di negare da un giorno all’altro i contributi per le spese sociali ai suoi dipendenti, ad esempio per gli asili nido, contributi pagati da un fondo già stanziato, ma che l’Università ha deciso piuttosto di destinare alla costruzione di un nuovo asilo.
E mentre i lavoratori non solo non si vedono più rimborsati per le loro spese sociali, ma subiscono anche un taglio allo stipendio, e mentre i ricercatori non hanno più riconosciuto il rischio chimico e radiologico, il Rettore ha ancora la sua indennità e la Direttrice Amministrativa si è auto-assegnata la fascia più alta di rimunerazione.
Sarebbe poi impensabile che questa condizione di difficoltà, in cui i lavoratori sono costretti ad operare, non ricada anche sugli studenti, con una diminuzione del numero e della qualità dei servizi offerti, proprio in un momento in cui il governo Monti vota decreti attuativi che comporteranno un aumento delle tasse universitarie.
Tuttavia, in questo clima di paradosso, nessuno sembra poter far cambiare idea alla direzione universitaria, convinta di procedere nella direzione migliore per il risanamento ed il rilancio dell’Ateneo senese; nessuno, neppure i giudici e le sentenze della corte d’appello! (si veda ad esempio per la vicenda dei CEL).
Che questo non sia il modo per risanare un’università in crisi a noi sembra lapalissiano, e finché non si cambierà strutturalmente la politica interna dell’Ateneo, ponendo al centro i lavoratori e gli studenti, non si uscirà certamente da questo vortice.
Infine, a fare da cornice a questa paradossale situazione, si inserisce il ruolo svolto dal Comune di Siena e dalla Provincia, i quali pur avendo voce in capitolo in quanto presenti coi loro rappresentanti nel Consiglio di Amministrazione dell’Università, languono in un colpevole silenzio.
Perciò, nell’esprimere la più completa solidarietà e vicinanza ai lavoratori dell’Università di Siena -giustamente esasperati e stanchi di lavorare le notti, le domeniche e gli straordinari senza essere retribuiti-, ci impegniamo a mobilitarci presso il Consiglio Provinciale per promuovere una vera politica di opposizione alla paradossale devastazione dell’Università di Siena.

Francesco Andreini (segretario circolo PRC Siena “Viro Avanzati”)
Matteo Mascherini (segretario provinciale PRC Siena)

Anche Futuro e Libertà per l’Italia a fianco dei lavoratori dell’Università. Avanti un altro!

Il coordinamento senese di Futuro e Libertà esprime la propria vicinanza alle lavoratrici ed ai lavoratori dell’Università degli Studi di Siena che domani 24 aprile sciopereranno per protestare contro l’iniqua ed ingiustificabile sospensione del pagamento del salario accessorio nei confronti del personale tecnico ed amministrativo.
Poco convincenti appaiono le motivazioni ‘tecniche’ della sospensione comunicate alla stampa dal magnifico rettore e aver costretto i lavoratori a privarsi di una parte della retribuzione dimostra l’incapacità dei vertici dell’amministrazione universitaria di trovare soluzioni ad un problema che si trascina da oltre un anno e che sta provocando un grave pregiudizio a tante famiglie senesi.
In un periodo di forte recessione far venir meno a tanti lavoratori una parte della retribuzione significa ridurre le capacità di spesa delle famiglie e contribuire a mettere in ginocchio un sistema economico e produttivo già in forte crisi. Alla luce di questi fatti appare poco credibile, se non addirittura risibile, l’iniziativa di quelle istituzioni locali che lo scorso 13 aprile hanno siglato un protocollo d’intesa per un nuovo sistema di governance delle Terre di Siena per lo sviluppo del territorio (progetto infelicemente ribattezzato “Governo dei nove”). Molte di questi enti ed istituzioni fanno parte di quel tavolo interistituzionale, presieduto dal sindaco Ceccuzzi, che avrebbe dovuto guidare l’Ateneo verso il risanamento ed il rilancio e che, invece, oltre a non essere convocato da diverso tempo, non ha prodotto alcun risultato concreto.
Ribadiamo, quindi, la nostra solidarietà ed il sostegno ai dipendenti dell’Università di Siena ricordando a chi ha ancora una coscienza una celebre frase del saggista austriaco Franz Fischer: “Chi mangia dimentica la fame altrui”.

Futuro e Libertà – Siena

Anche la Lega Nord Siena solidale con i lavoratori dell’Ateneo

In vista dello sciopero dei dipendenti dell’Università di Siena, la Lega Nord Siena, oltre ad esprimere la propria «solidarietà», chiede «che si sblocchi la contrattazione all’interno dell’Ateneo senese e che il taglio illegittimo del salario accessorio venga immediatamente cancellato, ripristinando la legalità. D’altronde, dal Rettore Angelo Riccaboni non ci potevamo aspettare altro. Riccaboni sta chiaramente tentando, fin dal suo insediamento, di far ricadere sui tecnico-amministrativi il peso della disastrata situazione economica del nostro Ateneo. Un atteggiamento del genere è ingiusto ed inaccettabile per uscire dalla crisi nel quale la politica e le lobbies hanno condotto il nostro Ateneo.
Assurde suonano, oggi, le prese di posizione, volte ad esprimere la solidarietà ai tecnico-amministrativi, da parte degli esponenti dei partiti politici che siedono nella maggioranza del Comune di Siena. In questo momento così delicato, a nostro giudizio, solo un “patto di solidarietà” tra docenti e tecnico-amministrativi potrebbe migliorare la situazione e far sì che i tagli non siano solo unilaterali e palesemente ingiusti».

Lega Nord Siena

Anche i Riformisti di Siena a fianco dei lavoratori universitari. E le altre forze politiche non intervengono?

Mercoledì l’Italia festeggerà un 25 aprile diverso, più ricco di significati rispetto agli scorsi anni. Dopo il nazifascismo ed i regimi totalitari (di destra e sinistra) del secolo scorso come storica privazione della libertà, nei giorni d’oggi è la mancanza di lavoro che rappresenta il più terribile elemento di costrizione delle persone. Ci viene in mente il pensiero del presidente Socialista Sandro Pertini, ultimamente adottato anche dalle forze politiche ben lontane da lui: “Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero”. Domani, martedì 24 aprile, scenderanno in piazza i dipendenti dell’Università per difendere il loro stipendio. Il Partito Socialista non può che essere al loro fianco, così come è vicino a tutti i lavoratori che difendono il loro stipendio ed il loro salario. Avevamo chiesto dai banchi del Consiglio Comunale il gesto simbolico da parte della dirigenza dell’Ateneo di ridursi i compensi, come nel caso del direttore amministrativo, che dovrebbe essere il timoniere del risanamento. Se si chiedono sacrifici ai dipendenti è infatti obbligatorio dare l’esempio per primi, ma ciò non è avvenuto. Non convincono in pieno neppure le “ragioni tecniche” che hanno portato alla sospensione dell’erogazione del Trattamento Economico Accessorio (Tea) al personale tecnico e amministrativo. Allo stesso tempo aspettiamo con grande fiducia l’esito delle indagini della magistratura, che potranno anche contribuire a fare luce su molte pagine dei bilanci i cui conti sono stati pagati per adesso soltanto dai ricercatori, dai lavoratori, dai precari, dalle cooperative e dai fornitori. Se parliamo di lavoro un pensiero deve andare anche a Siena Biotech ed al grande sforzo che tutte le parti stanno compiendo per salvare i posti di lavoro ed un patrimonio di conoscenze importantissimo per il futuro della città e della ricerca. In questi giorni non sono solo i dipendenti di queste due importanti istituzioni cittadine a vivere ore di grande preoccupazione. Ci sono anche i lavoratori di tante aziende del territorio che sono stati costretti alla cassa integrazione o all’utilizzo di altri ammortizzatori sociali. Anche in questo caso siamo al loro fianco, così come siamo vicinissimi ai tanti onesti imprenditori e artigiani che stanno facendo l’impossibile per salvare le loro aziende ed i loro collaboratori.
E’ dunque evidente come il 25 aprile 2012 non possa e non debba essere celebrato solo come un monito verso il ricordo del nazifascismo, ma anche come un giorno denso di straordinaria modernità, visto che il concetto di libertà, a nostro parere, mai può essere separato da quello di lavoro, proprio come ricordò anche Franklin Delano Roosevelt “La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza. La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature”.

Partito Socialista Riformisti Siena

Fuffa a ruota libera. Ma la CULTURA?

Di fuffa in questi ultimi tempi in abbondanza, di cultura poco e al massimo tanta coltura. Questa storia della candidatura di Siena a Capitale della Cultura si rivela sempre più un manifesto propagandistico per allontanare nel tempo decisioni e nel contempo mascherare il deficit di politiche e iniziative culturali. Che peccato!

Siena, città della CULTURA, senza etichette di “capitale”, potrebbe esserlo già, ma il ritardo della politica e la cappa di un ristretto gruppo di “intellettuali autreferenziali” che condiziona la stessa classe dirigente, impedisce la valorizzazione e la costruzione di una vera “POLITICA DELLA CULTURA”. Con la Cultura, quella della C maiuscola, oltre alla divulgazione strettamente culturale, molte città riescono a trarne benefici anche in termini economici di sistema, creando sinergie tra pubblico e privato e producendo qualificati posti di lavoro. Qui a Siena, purtroppo, da molto tempo, la maggior parte delle risorse investite in ambito “culturale” sono servite piu’ che altro per “far bello” tizio piuttosto che caio senza un ritorno in termini economici per la collettività. L’ultimo grande evento culturale dal profilo internazione organizzato a Siena è stata la Mostra di Duccio, grazie anche all’ottimo lavoro della Dott.ssa Donatella Capresi. Eppure, in città e in provincia, donne e uomini di cultura e significative esperienze serie(ma relegate) non mancherebbero; purtroppo, vuoi per ottusità vuoi per spirito di gruppo chiuso, la classe dirigente affida, con risultati scarsi, incarichi e ruoli in ambito culturale sempre ai soliti autoreferenziali. Un gruppo chiuso che costringe alla chisura tutto il sistema (non inteso come groviglio). E in questo meccanismo c’è caduto in pieno anche lo stesso Ceccuzzi. Sono sempre i soliti, veri e propri “matusalemme”. “ La Cultura non ha confini, ma sono gli uomini che ne limitano nei luoghi e nel tempo lo sconfinamento”.

In questo momento la cosiddetta “cultura” è nelle mani dell’assessore Lucia Cresti in tandem con Andrea Milani, segue Anna Carli (altra novità della politica), allo Sclavi Antonio (cineasta doc), a Roberto Barzanti (neopresidente della biblioteca comunale e cantore dlle gesta di Luigi Berlinguer) e soprattutto è nelle mani di quei docenti universitari da sempre organici al cricca dei dissestatori di ateneo, e tra questi luminari impegnati troviamo Marcello Flores (sponsorizzato dal Bisi) e oggi scopriamo che anche la fedelissima di Luigi Berlinguer e di Maurizio Boldrini, la Gabriella Piccinni, scende in pista per dare il sostegno alla candidatura per la Capitale Europea. Per ora tanta fuffa da intellettuali del “faccio libri e cultura a spese della comunità”. E la comunità spende e spande senza ritorni economici e la decadenza aumenta sempre più.

 Ma il criterio con cui si affida l’ipotetica svolta e il rilancio culturale della città a coloro che hanno contribuito a distruggere un centro di Sapere e di Cultura come l’università di Siena,il sindaco potrebbe illustrarcelo? O forse siete convinti che con Flores, la Piccinni, il tandem Cresti-Milani e il Barzanti la cultura sconfini in Europa? Forse nemmeno oltre San Casciano Val di Pesa.

Cricca(pinocchio)boni e l’apoteosi delle cazzate. Ma il tribunale di Siena è chiuso per ferie?

In uno Stato in cui la giustizia funziona veramente quei due improvvisati, incompetenti e bugiardi della condannata dalla Corte dei Conti e dell’abusivo Criccaboni sarebbero stati sgombrati immediatamente; senza considerare che al MIUR c’è un ministro peggiore di quella fantasiosa e inesistente Gelmini, ovvero il Criccaministro Francesco Profumo. Insomma una situazione scandalosa . Dopo 4 anni nemmeno un processo è partito per il dissesto finanziario e dopo due anni nemmeno una conclusione sulle elezioni del rettore. Speriamo intervenga il CSM e altri organi superiori perchè gli unici che stanno subendo sono i lavoratori e guarda caso con tutti gli indagati per questioni serie e lesive del buon nome delle istituzioni, l’unico rinviato a giudizio è il mite Raffaele Ascheri. Il quadro è vergognoso. Magari per ripicca e perchè permalosi ora tutti addosso agli illuminati. Forse in questo modo qualche processo serio tirandoci dentro quelli che abbuiano parte di sicuro.

Ancor più grave e paradossale è il silenzio della magistratura sulla vicenda Astrea e sul taglio illegale del salario accessorio ai lavoratori; questa ultima è una decisione presa abusivamente dalla condannata e dal Criccaboni. Con tutte le paginate di giornali, blog e volantini dei sindacati la magistratura doveva intervenire d’ufficio per bloccare l’abusivismo dei due incompetenti. Forse il tribunale di Siena è chiuso per ferie? Cari magistrati se domani vi dovessero tagliare abusivamente lo stipendio come reagireste? Le bollette e i mutui e le spese per i figli ce l’hanno tutti. Ecco, mettetevi nei panni di quel migliaio di persone che si sono trovati senza salario accessorio perchè due abusivi si sono messi d’accordo con quel personaggio lombrosiano del ministero, quel Tomasi, per togliere in maniera del tutto illegittima un diritto sacrosanto.

E oggi? Il Criccaboni, come un novello pinocchio, manda ai giornali una lettera piena di cazzate. Nessun problema tecnico, come invece afferma l’abusivo. Il salario accessorio va ripristinato immediatamente perchè è stato tolto dai due illegittimamente. I fatti sono questi e la legge parla chiaro. Quindi il Criccaboni è pregato di recarsi al solito posto per raccontare le cazzate e lasciare libero il rettorato perchè urge ripristinare la legalità e mettere in pista un piano di risanamento. Si dovrebbero vergognare in sequenza anche quei politici che sono ancora lì a reggere il gioco del Criccaboni e quei membri del cda che spalleggiano i due abusivi.

Ester Cicala: “Aiutatemi a isolare il Monaci”

Nella foto: Ester Cicala in uno dei suoi più riusciti travestimenti che le hanno permesso di origliare la conversazione riportata.

Che palle con questo Monaci!!! E’ tutto un susseguirsi di riunioni di strateghi per far fuori politicamente Alberto Monaci. Gli effetti strani di queste riunioni stranamente rafforzano sempre di più la posizione dello stesso Monaci. Gridano “al lupo al lupo” e poi il lupo alla fine se li mangia.!! Tra i vari conclavi celebrati in tal senso il più esilarante è quello informale tra il banchiere Luca Fiorito, il Criccaboni e Antonio De Gortes. I tre si sono incontrati casualmente e dopo un ciao Angelo, ciao Luca e ciao Antonio, il Cricca rivolgendosi al banchiere Fiorito si è lasciato andare a una richiesta urgente: “Aiutatemi a isolare e fate fuori politicamente Alberto Monaci, forza forza proseguite su questa strada!”. Il banchiere Fiorito e il De Gortes prontamente hanno risposto: “Vedrai che stavolta Albertone perde lo scontro”. Tra i tre i due più accaniti contro Albertone erano il Criccaboni e il Fiorito. Al lupo al lupo.

Nella foto: il Cricca sorpreso durante uno straordinario incontro con libagioni a base di birra

Quel Paolo Ermini e il Corriere Fiorentino giornalista e giornale di riferimento di Criccaboni e del resto della nomenclatura tosiana-boldriniana

Tutti i giornali, compreso quello del Bisi e la Gazzetta di Monculi, hanno scritto e riscritto, chi meno chi più, delle vicende dolorose dell’ateneo senese: dal taglio abusivo al salario dei lavorarori alle inchieste sulle elezioni del rettore e sul dissesto. Anche il Bisi, che spesso e volentieri non perde occasione per lanciare una freccia in aiuto del Criccaboni, ha trovato lo spazio e il tempo per pubblicare sul giornale le notizie sui problemi veri e sugli abusi dello stesso Cricca; come ad esempio l’ottimo articolo di sabato 21 aprile 2012 a firma di Gaia Tancredi. Se non ci fosse il problema che in Viale Franci le pennichelle mattuttine e i traccheggi sono all’ordine del giorno, tutti i problemi non si sarebbero trascinati così a lungo. Ma di questo ne riparleremo martedì. Oggi parliamo del giornalista amico di Criccaboni e di Boldrini e dell’incredibile silenzio del Corriere Fiorentino (edizione locale del Corriere della Sera) sulle vergognose vicende della gestione del Criccaboni e sulle elezioni dello stesso. Di Ermini, per meglio comprendere il suo attaccamento ai fedelissimi di Luigi Berlinguer, basta ritornare al 2008 quando il genio di Via Roma 56 organizzava i “Caffè della Politica”. Il 26 settembre 2008 il nostro Boldrake discuteva con i suoi amici in un dibattito con il titolo: “Come nella boxe: la politica è ormai solo rissa?”. Chi c’era al dibattito insieme a Boldrake? Ovviamente il figlio del sultano di Stigliano, Aldo Berlinguer,quel genio del campo delle idee che si è fatto nominare nel cda di banca Antonveneta, senza nemmeno partecipare alla rissa della politica; poi i giornalisti Antonio Socci e il criccaboniano Paolo Ermini. Insomma, un conclave di luminari e di giornalisti obiettivi. Sempre di Ermini è famosa quella telefonata con la Lucia Aleotti (Menarini): “Lucia Aleotti contatta anche Paolo Ermini, direttore del “Corriere Fiorentino”, e si lamenta per l’articolo definito “scorretto”. Ermini difende il servizio, ma la fa chiamare dalla collega che ha scritto. E con un sms Aleotti lo ringrazia”. Anche il Criccaboni contatta e ringrazia spesso e volentieri Ermini; come quando lo stesso Criccaboni e altri scienziati di Via Roma 56, non contenti di un articolo pubblicato, forse da un giornalista troppo allegro, contattarono Ermini per lamentarsi. Da quel giorno sul Corriere Fiorentino non ci sono tracce di articoli, nemmeno per sbaglio, che contestano la gestione del Cricca o che ricordano le varie inchieste sull’ateneo. Eppure a noi risulterebbe che in sede hanno TUTTO IL MATERIALE CHE SERVE LORO per adempiere al dovere di cronaca. Anche in questi ultimi giorni, il giornalista Ermini, dopo aver partecipato al convegno insieme al suo amico Criccaboni, non ha perso tempo nel pubblicare una lettera carica di fuffa a firma del solito Criccaboni in versione digitale e internazionalizzata. Complimenti, ottimo giornalismo.

 P.S. Caro Cricca, affrettati a chiamare Ermini per dirgli che oggi parliamo di lui, così come hai fatto la volta scorsa.