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Maggio 10th, 2011 — Note redazionali
Ci chiediamo se Ceccuzzi, prima di lanciarsi a presentare il libro di Matteo Renzi, lo abbia letto.
Perché se lo avesse letto, cosa che noi abbiamo fatto, si sarebbe accorto che rientra perfettamente nella categoria dei politici da rottamare.
Quando Renzi chiamò a raccolta i ‘rottamatori’ e organizzò l’evento alla stazione Leopolda di Firenze il suo stesso partito – il PD – gli organizzò “casualmente” in contemporanea una bella direzione nazionale a Roma, in modo che i quadri del partito non potessero andare dal sindaco di Firenze.
La domanda sorge spontanea: in quella data Ceccuzzi ed i suoi dov’erano, tra la platea di quelli che a Firenze chiedevano ai vecchi tromboni di andare a casa o a Roma seduti in platea ad applaudirli, i vecchi tromboni?
Ad occhi e croce penseremo la seconda. Ma Ceccuzzi, a ridosso delle votazioni è elettoralmente alla disperazione e, per rimanere in tema, non sa più a che santo votarsi. Non si capisce più, internamente al PD, a quale linea politica faccia riferimento. Salta di palo in frasca cercando sponsor un pò ovunque, aggrappandosi a politici totalmente atitetici tra loro.
Prima viene Veltroni (il quale peraltro ha fatto un intervento che ha contribuito a far perdere qualche voto allo stesso Ceccuzzi), storico avversario di D’Alema nonché tra quelli che chiede di continuo una ‘verifica’ (che in politica vuol dire mandarlo a casa) riguardo alla segreteria di Bersani. Poi è la volta di D’Alema (e gli scoppia su tutta la stampa nazionale la vicenda dei presunti intrecci tra appalti ed intercettazioni in cui viene tirato in ballo uno dei bracci destri proprio di D’Alema stesso); poi fa un salto senza troppo entusiasmo Bersani al quale una bella fetta del partito imputa la costante perdita di consenso e, dulcis in fundo, chiama Matteo Renzi che vorrebbe mandarli a cassa tutti e tre (a proposito, si dice che verrà anche nientepopodimenoché Franceschini, ma non sappiamo se per Ceccuzzi o per promuovere il suo libro che parla di … prostitute. Libro che senza dubbio avrà contribuito in maniera significativa ad alimentare il dibattito politico. Piccolo inciso: ma con un partito che va ogni giorno di più a rotoli, Dario Franceschini ha trovato anche il tempo di mettersi a scrivere romanzi? Non sarebbe stato il caso che quel tempo lo avesse impiegato per capire come mai il Partito Democratico è alla deriva?) .
Povero Ceccuzzi, costretto a raccomandarsi a chiunque perché gli portino qualche nome conosciuto così da dare ai suoi elettori più fedeli un barlume di illusione che non è vero che politicamente non pesa proprio nulla. Solo che nell’incontro con Renzi le cose saranno due: o si snatura Renzi e improvvisamente sconfessa quanto da lui detto e scritto – dato che Renzi vorrebbe dare una bella ripulita e mandare a casa chi come Ceccuzzi è stato con le mani in pasta negli ultimi dieci anni condividendo tute le scelte e compartecipando a tutte le decisioni – oppure Renzi tira diritto per la sua strada e, a quel punto, ci chiediamo con che faccia Ceccuzzi possa stare lì accanto.
Pensateci bene. I due sono su posizioni opposte. Il sindaco di Firenze ha vinto battendosi contro l’apparato del PD che ha provato ad ostacolare fino in fondo la sua voglia di rinnovamento, denunciandone pubblicamente i metodi e le pressioni che il PD stesso gli faceva affinché tutto rimanesse com’era e la gestione della cosa pubblica continuasse ad essere ‘cosa loro’.
Ceccuzzi, al contrario, è il classico funzionario di partito e di apparato, senza un proprio lavoro e che per sopravvivere ha bisogno che tutto rimanga così com’è. Anzi. Ceccuzzi deve ringraziare che Renzi non sia di Siena, perché se no lui era già stato costretto, per la prima volta in vita sua, a cercarselo un lavoro vero perché secondo le logiche di Renzi sarebbe rientrato appieno tra i rottamati.
Siamo davvero curiosi di vedere se Ceccuzzi avrà il coraggio di dire che le idee di svecchiamento della classe politica propugnate da mesi da Renzi sono da lui condivise. Perché in quel caso avremo uno scoop: vorrebbe dire che Ceccuzzi si ritira dalla corsa.
p.s. Appello ai senesi: ma uno che non ha mai lavorato in vita sua, pensate sia in grado di sapere quali sono i problemi dei normali cittadini?
Firmato
La Primula Rossa
Maggio 9th, 2011 — Note redazionali
Notizie fresche fresche. Pare che all’appuntamento organizzato per i cinque candidati a sindaco per questa sera alle 21 presso la sede della Pubblica Assistenza, moderato da Stefano Bisi ed avente come argomento la sorte dell’aeroporto di Ampugnano, ci sia un solo candidato che non se la
sentirebbe all’ultimo momento di partecipare per la paura di non saper come districarsi sull’argomento (effettivamente non è facile, da una parte ha SEL e Rifondazione che l’aeroporto non lo vogliono, dall’altra l’Associazione
Per Siena di Bellandi e Degortes che dell’ampliamento dell’aeroporto ne ha
fatto un punto centrale. Ma in fin dei conti, dato che la coalizione di Ceccuzzi è uno dei massimi esempi di contraddizione, che tradotto vuol dire anche totale immobilismo, c’è poco da stupirsi).
Indovinate un pò su chi si vocifera potrebbe dare forfait stasera e non presentarsi stasera al confronto pubblico: sorpresa sorpresa … Franco Ceccuzzi!!!
Maggio 9th, 2011 — Note redazionali



Ceccuzzi ha fatto una farsa assurda per fregare i suoi alleati (IdV, Rifondazione, SEL) e poi ora butta giù la maschera e fa rientrare i birrai e Per Siena a pieno titolo, promettendo assessorati a Bellandi nonché l’ampliamento dell’Aeroporto di Ampugnano. Ecco come si prendono in giro i Cittadini e gli alleati, rimettendo in pista chi aveva fatto venire il mal di pancia a tutti i puristi della politica. Complimenti! Ancora una volta assistiamo ad una farsa assurda di cui i beneficiari sono sempre i soliti.
Maggio 9th, 2011 — Note redazionali
Una cosa va detta: *a Ceccuzzi non gliene va bene una*. Pur non essendo superstiziosi, chissà se quella *presentazione della sua candidatura* che, sfidando qualsiasi avversa sorte, fu *organizzata a dicembre proprio di venerdì 17* non stia dando i suoi frutti. Già allora, infatti, nevicò proprio quel giorno e i Ceccuzzi boys furono costretti a rimandare il tutto.
Ma *arriviamo ad oggi*. Non più tardi di una settimana fa, per sostenere la campagna elettorale di Ceccuzzi, *fece la sua comparsa a Siena Massimo D’Alema*. Ceccuzzi, colto da entusiasmo, arrivò addirittura a dire che si sentiva onorato di avere in Massimo D’Alema un punto di riferimento.
E anche stavolta, pur se per l’arrivo di baffino il calendario indicava un’altra data, *sembra che per Ceccuzzi sia di nuovo tornato il fantasma del venerdì 17*.
Infatti, *proprio in questi giorni* Massimo D’Alema sta conquistando paginate e paginate sui maggiori quotidiani nazionali e lunghi servizi nei più importanti TG.
*L’unico piccolo neo è che D’Alema non è tornato alla ribalta per chissà quale proposta politica*. No, niente di tutto ciò. D’Alema è alla ribalta delle cronache per un giro di presunti intrecci legati agli appalti delle intercettazioni telefoniche in cui pare figuri tal Vincenzo Morichini che i quotidiani nazionali danno come uno dei bracci destri di D’Alema. Peraltro, sempre leggendo i quotidiani e ascoltando i telegiornali, *in tutta la vicenda compare anche un altro nome ben conosciuto a Siena*, quello di Agile (ex *Eutelia*) e di tal Pio Piccini, già arrestato nel luglio del 2010 proprio per la vicenda di Eutelia stessa.
*Noi, garantisti come al solito*, riteniamo che non si possa condannare mediaticamente nessuno prima che l’unico organo chiamato a farlo, la Magistratura, non si sia pronunciata. *Però, anche stavolta (e le volte cominciano ad essere diverse in casa Diessina*) *ci chiediamo cosa avrebbero
detto i puristi ceccuzziani se una cosa del genere fosse accaduta ad un qualsiasi altro politico*. Avrebbero di sicuro inneggiato alla gogna (e non mediatica). Invece, niente, silenzio più totale come nella migliore tradizione *Diessina* per cui *se a sbagliare sono gli altri sono dei delinquenti da processare nella pubblica piazza, mentre se a sbagliare è qualcuno dei loro è semplicemente un compagno che sbaglia*. Troppo comodo, però.
Ma *torniamo a Ceccuzzi*. Ma come, si fa sponsorizzare da D’Alema e non rilascia nemmeno una breve nota sull’argomento? Ci stupisce questa cosa. *Proprio lui, il promotore della “fondamentale” carta “etica”*, quella stessa carta che avrebbe la presunzione di tracciare il solco nella società tra i buoni (Ceccuzzi e i suoi adepti, sempre meno, peraltro) e i cattivi (tutti gli altri).
Come dicevamo, *i seguaci di Ceccuzzi*, infatti, stanno *diventando sempre meno soprattutto all’interno della sua coalizione* dove è ogni giorno più raro trovare suoi alleati e compagni di partito che si dichiarino fiduciosi che sia la persona più adatta a mantenere le promesse. E per arginare questo malessere, infatti, chi pare stia intervenendo all’ultimo momento a dare una
mano a Ceccuzzi? Se siete osservatori attenti già ve lo starete immaginando, ma in caso contrario *vi sveliamo noi il trucco* (il solito, peraltro). Ebbene si, *il solito copione a ridosso delle elezioni prevede il soccorso “rosso” che consiste in pezzi del PDL che all’ultimo momento provano in tutti i modi di andare in aiuto del solito Diessino*, aiuto che si concretizza nel contattare persone che votano PDL per dirgli di dare il voto a Ceccuzzi, per esempio, e non a Nannini.
Per impedire questi vecchi giochetti, che da sempre impediscono un ricambio mai così necessario come in questo momento, *è importante aprire una buona volta gli occhi e non diventare complici inconsapevoli di chi non tira a vincere* ma fa solo finta, e per evitare, quindi di fare ad urne aperte le figure dei fessi non rimane che *votare a sindaco Gabriele Corradi*. Almeno di una cosa si può essere certi: *vicino a lui non ci sarà nessuno che farà strani magheggi per passare i voti a Ceccuzzi all’ultimo momento*.
Firmato
La Primula Rossa
Maggio 9th, 2011 — Note redazionali
Nel perfetto stile di Lorenzo Rosso lo stesso, da sempre legato al sistema, tenta di spostare voti sul Ceccuzzi in modo da evitargli il ballottaggio. Ma vi rendete conto: sempre la solita musica. E’ ora di dire basta e di non votare nemmeno il Nannini.Il Pdl di Verdini e Lorenzo Rosso tifano per il Ceccuzzi. Eccoli Lorenzo Rosso e Ceccuzzi in foto che parlano con affiatamento.
Maggio 8th, 2011 — Note redazionali
Avanti con l’ultimo colpo d’ala. Corradi e Ceccuzzi al ballottaggio!!!
Maggio 6th, 2011 — Note redazionali
Ok panico. L’allarme rosso continua a lampeggiare fuori dalle stanze della nomenklatura Diessina. Le voci sulle percentuali attribuite a Ceccuzzi sono stabili e confermano una cosa sola:ballottaggio alle porte.
In un tale panorama a qualcuno – anche se la parte del gotha ceccuzziano a lui più vicina ancora non c’ha capito niente – sta cominciando a balenare in testa il dubbio che ci sia qualcosa che non va.
Internamente al PD circola la voce che la stragrande maggioranza delle persone scelte per le candidature in consiglio comunale – come viene detto nel gergo che usano i politici – “non tirano”, tradotto non raccattano voti. Ma che novità, e gli strateghi diessini se ne accorgono solo adesso? Facendo ricorso ad un pò di malizia (ma anche sentendo la viva voce di alcuni esclusi dalla competizione elettorale) verrebbe da pensare che il cercare soggetti politicamente ed elettoralmente deboli e senza alcuna esperienza non sia il frutto di una imporvvisa ingenuità della federazione del PD, anzi. La malizia ci porterebbe ad ipotizzare che la selezione sia stata fin troppo precisa.
E in quale direzione andrebbe questa scelta? Semplice, il mettere gente che non tira e che nessuno a Siena conosce ed identifica come politici doveva servire, nella mente della federazione, a far passare con più facilità i candidati di punta del PD, Massimiliano Perugini e Elena Elia. Questo ragionamento, però, presenta non pochi buchi di sistema e sapete perché?Perché siamo abbastanza certi che molti di voi quando avranno letto questi nomi avranno detto tra sé e sé: ma questi chi sono?
Et voilà il problema vero. E’ un pò complicatino che si metta gente sconosciuta ed inesperta in lista affinché, con lo scarso risultato che conseguirà, aiuti a far svettare altri soggetti parimenti sconosciuti ed inesperti (perché uno dei problemi di cui soffrono i fidati Ceccuzzi boys è quello di pensare che siccome una certa persona è ben conosciuta all’interno delle quattro mura del partito, allora la conoscano tutti. Non funziona proprio così). Ed ecco, appunto, arrivare il panico. Come si rimedia a questo disastro? Semplice, non si rimedia. Oramai i nomi scelti sono quelli e non ci si può fare più niente. Non si crea dal niente un novello o una novella Niccolò Machiavelli in quindici giorni, è questo che non gli entra in testa, c’è quel piccolo passaggio che si chiama “formazione personale” che è dettato da un percorso di vita. Ma i giovanotti della federazione (ossia gli unici soggetti rimasti al fianco di Ceccuzzi) sono stati allevati nel credo della calata dall’alto da parte del partito e a chi è cresciuto nel mito che le crescite professionali si fanno solo a calci in culo, lo studio e la formazione vengono ritenuti un inutile e noioso passaggio. Questi aspiranti unti dal Signore in salsa senese, però, quando il gioco diventa più impegnativo diventano una palla al piede per il partito; una proposta politica non sono in grado di elaborarla, consenso personale senza che debba militarmente intervenire il partito non ce l’hanno.
Ma, allora, dato che nel PD stanno circolando queste riflessioni tardive, la domanda è d’obbligo: ma che ce li hanno messi a fare?
Firmato
La Primula Rossa
Maggio 5th, 2011 — Note redazionali
Allora è proprio vero. Alla *federazione del PD* (ossia il partito di Ceccuzzi) *è scattato un allarme rosso mai visto prima d’oggi e la famosa strizza comincia a farsi sentire*. *Ricapitoliamo*. All’inizio fu il tavolo del centro sinistra, un ectoplasma che, di fatto, non è riuscito a partorire nulla (infatti fu valutato come fallimentare anche da Ceccuzzi stesso. Salvo lasciare al proprio posto chi del suo partito ne aveva condotto le danze. Ma, in fin dei conti, questo è *ilmetodo del PD, se hai fallito in un posto ti si promuove subito verso una collocazione migliore*. *Alla faccia della ricerca delle professionalità*). Nelle varie riunioni l’unica cosa che emergeva, leggendone i resoconti sui giornali, era una grande disorganizzazione. *Poi la svolta. Al tavolo entra a far parte Andrea Bellandi (esponente dell’associazione Per Siena*) che va lì nel ruolo di neo vice segretario comunale dei Riformisti. A quel punto passano *dalla disorganizzazione al casino più totale*. Rifondazione Comunista, SEL e l’Italia dei Valori lanciano anatemi e minacce di rottura
continue. *O Bellandi se ne va (e fate bene attenzione, non in quanto vice segretario comunale dei Riformisti, ma in quanto esponente di spicco di Per Siena*) o salta la coalizione. A quel punto, *la trovata geniale*. Una bella carta “etica” con la quale -secondo il pensiero dei fidi ceccuzziani – *impedire direttamente che Bellandi e Per Siena possano anche solo aspirare a mettere voce in capitolo*, il tutto condito da continui comunicati stampa da parte del Sellato Cannamela e del Rifondarolo Iantorno in cui, di fatto, *facevano passare i birrai di Per Siena come fossero la banda della Magliana*. Tira e molla, tira e molla alla fine Iantorno e Cannamela hanno la meglio (complice anche la strizza che ha Ceccuzzi di perdere voti a sinistra in favore di Laura Vigni con la sua lista Sinistra per Siena) e *Bellandi, Degortes & C. vengono fatti fuori, inibendo in particolar modo a questi due la possibilità
di candidarsi nella lista dei Riformisti.* L’anatema del PD e dei Ceccuzziani sui birrai di Per Siena sembrava invincibile. La massima concessione che li viene fatta è – molto democraticamente – che nessuno del gruppo storico dei birrai di Per Siena ci metta la faccia, ma, *generosamente, viene loro permesso di mettere un paio di persone iscritte a Per Siena nella lista dei Riformisti. Ma, dato che nessuno del gruppo vero potrà essere presente, la concessione equivale a non aver ottenuto un bel nulla*. Oggi il *nuovo colpo di scena*. Pare che l’anatema sia andato in stand-by (*mica penserete che i rapporti tra i birrai di Per Siena e Ceccuzzi si siano tranquillizzati davvero?*) e, così,* tutti noi leggiamo che il 10 maggio Per Siena organizza un bell’incontro con Mussari, Giuliano Amato e naturalmente Ceccuzzi*. Che strano: ma non avevano detto che Per Siena doveva stare fuori dai giochi, *dato che la sua presenza era elemento di rottura con Rifondazione, SEL e IDV?* Cosa faranno ora queste tre forze politiche? Ne prenderanno le distanze onde evitare di essere elettoralmente prosciugati del tutto dalla Vigni (*dimostrando così il casino che regna nella coalizione di Ceccuzzi*) o saranno costretti a stare zitti, ingoiare il rospo *e dimostrare al loro elettorato che nella coalizione di Ceccuzzi contano quanto il due di brisccola* e che li hanno fatti berciare bene bene e poi gliel’hanno tirata in tasca?
*La strizza di Ceccuzzi* deve essere *così tanta che*, alla fine, è stato *costretto a fare un passo indietro, abbassare la testa e calarsi le braghe anche
davanti ai birrai di Per Siena*. C’ha provato per mesi a cercare di spacciarsi come l’uomo forte nel panorama senese. Ma ora, alla soglia del voto e *con il cappello in mano dimostra una sola cosa: che politicamente non conta assolutamente nulla*.
Firmato
La Primula Rossa
Maggio 5th, 2011 — Note redazionali

Dal 1996 al 2001 D’Alema ed Amato hanno governato il paese Italia.
Ecco un piccola lista delle simpatiche innovazioni che si debbono ad Amato-Diabolik
– la svendita (leggi regalo) dell’Alfa Romeo alla Fiat …
– l’invenzione dell’Irap, vero massacro per le piccole imprese e panacea per le grandi …
– Giuliano Amato, prelevò direttamente dai conti correnti degli italiani quanto gli necessitava per far quadrare il bilancio e senza che vi sia stato uno sciopero da parte dei sindacati!!!
– Venne introdotto il precariato nel mondo del lavoro con i co.co.co. Altro che difensori dei lavoratori!
– Gli incentivi alla rottamazione, regalo per la grande impresa FIAT, hanno fatto fallire, chiudere, ridimensionare 10000 aziende con migliaia di posti di lavoro persi
– I prepensionamenti: tutti gravanti sull’INPS che è ormai alle corde
Ecco chi è che appoggia Ceccuzzi.
Maggio 4th, 2011 — Note redazionali



Leggete un po’ i risultati disastrosi della gestione dell’Ateneo da parte del partito di Ceccuzzi e di Alberto Monaci (dal Cittadino On Line)
SIENA. Nubi minacciose incombono sull’Università di Siena. Sebbene la situazione non sia affatto florida ormai da tempo, visti i debiti a bilancio che hanno costretto a tagli nelle borse di studio e negli assegni di ricerca, alla cessione del lavoro interinale, al blocco del turnover, c’è stato chi, nel piano di risanamento Unisi2015, aveva sperato di scorgere una qualche “luce fuori dal tunnel”.
Mentre si attende di conoscere dalla Magistratura i nomi dei 27 (pare) rinviati a giudizio per il dissesto (i documenti sarebbero già stati firmati dal Gip) ecco una nuova “tegola” sulla dirigenza dell’Ateneo.
Fonti del Ministero dell’Economia e delle Finanze riferiscono di una lettera giunta, per conoscenza, appena prima di Pasqua all’Università di Siena e rientrante in un carteggio tra dicasteri (quello delle Finanze, appunto, che scrive a quello dell’Istruzione) in cui si riferisce della situazione economica dell’Ateneo senese.
I conti presi in esame sono quelli relativi al Conto consuntivo 2009 ed il Verbale considerato è quello del Collegio dei Revisori del maggio 2010 nel quale si esprimeva parere “non favorevole” all’approvazione del documento contabile in quanto si osservava “la permamente e consolidata situazione di disequilibrio strutturale risalente nel tempo e in relazione alla quale non risultato adottate concrete misure strutturali per il ripristino dell’equilibrio economico finanziario della gestione”.
Le cause dello squilibrio finanziario, secondo quanto riferito dal Presidente del Collegio dei Revisori ai Ministeri competenti, era da attribuire al costo eccessivo del personale. Un disavanzo che “si tenta di fronteggiare” con “alienazioni patrimoniali mentre non si affronta vigorosamente lo squilibrio strutturale del bilancio reiteratamente segnalato dal Collegio”.
Nel Bilancio di previsione 2010 approvato – nonostante il parere sfavorevole del Collegio dei Revisori – si rimarcava che la spesa per il personale era stimata in 157milioni 718mila e 36euro, aumentata rispetto all’anno precedente e decisamente più di quanto “coperto” dal Fondo di finanziamento ordinario, previsto in 109 milioni di euro.
Ed ecco “la tegola”. Il Ministero delle Finanze invita a non proseguire nella politica di alienazione dei beni immobili per risanare i debiti. L’osservazione nasce dal fatto che queste alienazioni consentono delle entrate “considerate dalla Commissione Europea entrate “una tantum” e quindi non migliorative del deficit strutturale” mentre questo genere di entrate “dovrebbero essere utiizzate solo per finanziare spese aventi la medesima natura “una tantum””.
L’invito, dunque, è ad attivare iniziative strutturali di riduzione del disavanzo senza le quali si prevede una “crisi finanziaria non risolvibile attraverso gli ordinari strumenti legislativi, atteso, in particolare, che la quota del fondo di finanziamento ordinario assegnata all’Università senese, per il 2010, risente dell’anticipazione di 35 milioni di euro concessa alla fine dell’anno 2009”.
Da queste osservazioni è deducibile che il Ministero dell’Istruzione non consentirà alla dirigenza dell’Ateneo senese l’alienazione di altri “gioielli di famiglia”. Verrebbe dunque bloccata la vendita dalla Certosa di Pontignano, che è ancora in cerca di un compratore e la cui unica asta è andata deserta facendo temere in una operazione di “svalutazione” del bene.
Al freno posto su questa soluzione, contemplata nel piano Unisi2015, se ne pone anche un altro. Quello dei prestiti. “All’Ateneo – riferisce il Ministero delle Finanze – è preclusa la possiblità di ricorrere alla contrazione di prestiti e altre tipologie di indebitamento, tenuto conto che dette operazioni sono possibili solo per il finanziamento di interventi in conto capitale, così come definiti dall’art.3, comma 18 della legge n. 350/2003”.
Il piano di risanamento dell’Università, dunque, analizzato dal Ministero delle Finanze non appare risolutivo della situazione disastrosa dell’ateneo senese al punto da desumere che “l’Ateneo non riesce a garantire, autonomamente, il riequilibrio della gestione”. Una frase che pare aprire un varco alla possibilità di un commissariamento che, garantendo una “analisi esterna”, possa trovare soluzioni idonee ad una drastica riduzione dei costi strutturali dell’Università senese.
Infine il Ministero delle Finanze avvisa che “la relazione ispettiva è stata trasmessa alla competente Procura regionale della Corte dei Conti” per valutarne i responsi.