Prosegue l’allarme rosso nel PD. Le cause della perdita del consenso? Arroganza, presunzione e, soprattutto, la scelta di candidati sconosciuti e inesperti per far svettare i fedelissimi di Ceccuzzi. Le genialate del PD si sprecano.

Ok panicoL’allarme rosso continua a lampeggiare fuori dalle stanze della nomenklatura Diessina. Le voci sulle percentuali attribuite a Ceccuzzi sono stabili e confermano una cosa sola:ballottaggio alle porte.

In un tale panorama a qualcuno – anche se la parte del gotha ceccuzziano a lui più vicina ancora non c’ha capito niente – sta cominciando a balenare in testa il dubbio che ci sia qualcosa che non va.
Internamente al PD circola la voce che la stragrande maggioranza delle persone scelte per le candidature in consiglio comunale – come viene detto nel gergo che usano i politici – “non tirano”, tradotto non raccattano voti. Ma che novità, e gli strateghi diessini se ne accorgono solo adesso? Facendo ricorso ad un pò di malizia (ma anche sentendo la viva voce di alcuni esclusi dalla competizione elettorale) verrebbe da pensare che il cercare soggetti politicamente ed elettoralmente deboli e senza alcuna esperienza non sia il frutto di una imporvvisa ingenuità della federazione del PD, anzi. La malizia ci porterebbe ad ipotizzare che la selezione sia stata fin troppo precisa.
E in quale direzione andrebbe questa scelta? Semplice, il mettere gente che non tira e che nessuno a Siena conosce ed identifica come politici doveva servire, nella mente della federazione, a far passare con più facilità i candidati di punta del PD, Massimiliano Perugini e Elena Elia. Questo ragionamento, però, presenta non pochi buchi di sistema e sapete perché?Perché siamo abbastanza certi che molti di voi quando avranno letto questi nomi avranno detto tra sé e sé: ma questi chi sono?
Et voilà il problema vero. E’ un pò complicatino che si metta gente sconosciuta ed inesperta in lista affinché, con lo scarso risultato che conseguirà, aiuti a far svettare altri soggetti parimenti sconosciuti ed inesperti (perché uno dei problemi di cui soffrono i fidati Ceccuzzi boys è quello di pensare che siccome una certa persona è ben conosciuta all’interno delle quattro mura del partito, allora la conoscano tutti. Non funziona proprio così). Ed ecco, appunto, arrivare il panico. Come si rimedia a questo disastro? Semplice, non si rimedia. Oramai i nomi scelti sono quelli e non ci si può fare più niente. Non si crea dal niente un novello o una novella Niccolò Machiavelli in quindici giorni, è questo che non gli entra in testa, c’è quel piccolo passaggio che si chiama “formazione personale” che è dettato da un percorso di vita. Ma i giovanotti della federazione (ossia gli unici soggetti  rimasti al fianco di Ceccuzzi) sono stati allevati nel credo della calata dall’alto da parte del partito e a chi è cresciuto nel mito che le crescite professionali si fanno solo a calci in culo, lo studio e la formazione vengono ritenuti un inutile e noioso passaggio. Questi aspiranti unti dal Signore in salsa senese, però, quando il gioco diventa più impegnativo diventano una palla al piede per il partito; una proposta politica non sono in grado di elaborarla, consenso personale senza che debba militarmente intervenire il partito non ce l’hanno.
Ma, allora, dato che nel PD stanno circolando queste riflessioni tardive, la domanda è d’obbligo: ma che ce li hanno messi a fare?
Firmato
La Primula Rossa