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Venerabili culi

Voglio rassicurare fin da subito i Fratelli e i Maestri che questo intervento non affronterà questioni inerenti la massoneria e soprattutto mi preme rassicurare le Sorelle, le amiche e tutte le nostre lettrici che non si tratta di un disquisizione erotica sulla piacevole prospettiva femminile. Quello che di seguito leggerete è qualcosa di vomitevole, disgustoso e inqualificabile: una delle tante manifestazioni di brutale distruzione dell’etica pubblica e della solidità economica di un ente pubblico. Il presente intervento potrebbe essere catalogato come “Trattato sulla nanologia dissestatrice applicata alla defecazione”: una sorta di neoliberalismo del cesso. Perchè i dissestatori di ateneo oltre ad aver saccheggiato barbaramente l’ente, hanno dimostrato che esistono defecazioni per ricchi e per poveri. Anzi: defecazioni per privilegiati e per cittadini comuni. Altrimenti non si spiega l’acquisto di scopini da cesso di euro 60,00 cadauno da collocare nei cessi delle strutture universitarie. Nemmeno nei cessi dei piani alti della banca o di altri palazzi storici e di prestigio della nostra città troverete scopini di questa portata: perché è da dissociati totali (per quanto riguarda gli uffici pubblici, a casa sua ognuno spende quanto gli pare) acquistare oggetti simili, visto che lo scopino serve solo per agevolare la pulizia del cesso durante il flusso di acqua provocato dal gesto eroico del “tiro lo sciacquone”. Forse i dissestatori erano talmente dopati di megalomania, oltre ad aver dopato di brutto i bilanci dell’ateneo, o forse defecavano solo caviale, da aver confuso il gabinetto (meglio detto il cesso) con il gabinetto (inteso come ufficio). E quindi convinti di arredare il gabinetto del rettore o dei geni o assimilabili ai geni, si son detti: perché no? I nostri culi sono venerati quando son seduti sulle poltrone e coerentemente meritano altrettanta venerazione nel momento della defecazione: uno scopino di pochi euro è offensivo per i nostri culi, noi dissestatori meritiamo di più. Giù come tori con le spese folli e disparate alla faccia dei culi dei cittadini e dei lavoratori. Per ammortizzare la spesa dello scopino più che aprire un’area comunicazione e marketing, dovevano aprire un’area riciclaggio e stoccaggio del defecato e venderlo come concime: sarebbe stata una genialata da premio Nobel. Questo ramo d’azienda al genio è sfuggito.

Chissà se a qualcuno dei dissestatori dopo aver tirato lo sciacquone, mentre con la mano agitava il prezioso scopino, sarà balenato nella mente questo pensiero: “Sono proprio una merdaccia e più che un venerabile culo sono una faccia di culo”.

Esatto! Vergognatevi oltremodo e consideratevi in eterno delle merdacce per aver distrutto barbaramente un BENE PUBBLICO COSI’ PREZIOSO PER LA CULTURA E PER L’ECONOMIA.

P.S. In merito all’acquisto degli scopini e di altri oggetti costosi avrete modo di approfondire nel dettaglio la questione nella prossima puntata del “Manuale del dissestatore di atenei”.

http://www.youtube.com/watch?v=rtVBemG9la0

 

Quesito giuridico: esiste il diritto di successione familiare negli incarichi professionali conferiti da un’ente pubblico?

Per ora non entreremo nel merito della vicenda ben documentata: oggi ci limiteremo alla presentazione di un quesito giuridico e chiediamo a qualsiasi esperto giuridico di lasciare un parere sul nostro blog.

Quesito in merito a un vicenda reale che per ora non sveliamo.

Fattispecie:

1)  Un’ente pubblico “mediante trattativa privata senza preliminare pubblicazione di un bando di gara” successivamente “sulla base della valutazione comparativa del curriculum professionale presentato da vari professionisti …” l’architetto (:::::::::) è risultato in possesso dei requisiti di capacità tecnica….etc..”

Il preventivo di notula presentato dal professionista all’ente (poi approvato dall’ente stesso come importo dell’incarico) è di 217.872,00 euro … “ritenuto congruo con l’incarico da svolgere”.

Primo quesito: è regolare l’affidamento per tali importi come nella fattispecie segnalata?

2) Dopo l’affidamento dell’incarico, purtroppo per causa del decesso del professionista, l’ente affida l’incarico alla figlia del professionista.Cosi come fosse normale il passaggio di incarichi tra padri e figli in un’ente pubblico.

Secondo quesito: è regolare questo “incarico immediato” come una sorta di successione familiare?

A proposito ci stavamo dimenticando: stranamente dopo questa successione l’importo dell’incarico è passato da euro 217.872,00 a euro 256.200,00. Magicamente!!!

P.S. Speriamo che la figlia del professionista non abbia rapporti coniugali o di convivenza con qualche amministratore pubblico (o attualmente ex, ma non allora)

 

 

 

 

Lettera aperta al presidente della Banca Monte dei Paschi Giuseppe Mussari

Egregio Presidente Giuseppe Mussari,

Le scrivo su mandato del cdr di Fratello Illuminato per interessarLa di situazioni e problematiche che inevitabilmente coinvolgono l’Istituto da Lei presieduto.

Non è nostro compito o interesse interferire con le competenze della Banca; così come manteniamo la nostra autonomia dalle discussioni inerenti la governance della stessa: ci limitiamo solo alla pubblicazione di notizie e rumours attinenti alla funzione di libera informazione.

Allo stato attuale Lei è il presidente della Banca e, se la nanologia applicata non tira fuori sorprese dal cilindro, con molta probabilità anche nel futuro dovrebbe ricoprire il medesimo ruolo. Ed è a tal proposito che il cdr di Fratello Illuminato mi ha conferito il mandato per evidenziarLe quanto segue e quindi chiederLe di assumere inziative, se le riterrà opportune, per risolvere situazioni che rischiano di coinvolgere impropriamente la banca MPS.

Come in Sua conoscenza, la banca esprime un membro del Cda dell’Università di Siena e come Lei ben sa, la stessa si trova in una drammatica condizione di dissesto finanziario per colpa di gestioni precedenti. In queste gestioni rientra a pieno titolo la vicenda dell’area comunicazione e marketing che gestiva il sig. Maurizio Boldrini.

Come avrà letto, e nel caso non fosse informato può sempre consultare i nostri archivi, il sig. Boldrini è coinvolto nella questione dei debiti fuori bilancio dell’università in merito all’acquisto(non autorizzato) dei volumi in onore di Luigi Berlinguer. Prima o poi (forse prima) inevitabilmente l’Ateneo sarà obbligato a chiedere al sig. Boldrini e ad altri soggetti la restituzione delle somme per tali acquisti. E siccome tra i membri del cda è presente il rappresentante della banca, riteniamo che la stessa banca dovrebbe provvedere a risolvere qualsiasi tipo di sponsorizzazione nei confronti di attività del sig. Boldrini: perché non appare per niente opportuno, nel caso si dovesse aprire un contenzioso tra l’Ateneo e lo stesso Boldrini, che questo ultimo risulti beneficiario di appalti o sponsorizzazioni di uno o anche di altri enti che nominano i membri del cda dell’Università.

Confidiamo nel Suo ruolo di presidente del terzo gruppo bancario italiano, affinché queste situazioni trovino risoluzione immediata; anche perché non è stato un bel messaggio aver conferito ad esponenti della nomenclatura universitaria che sostenevano Piero Tosi,in primis Boldrini, la preparazione della Strenna di Natale. Senza riaprire polemiche, ad oggi sterili, auspichiamo l’accoglimento del nostro “messaggio” teso a rivendicare il ruolo degli enti nominanti a favore di coloro che hanno subìto e pagano i danni del dissesto di oltre 270.000.000 di euro. Perché non è sostenibile, mentre tanti lavoratori fanno fatica ad arrivare a fine mese, assistere alla disinvoltura con cui taluni personaggi responsabili di quel dissesto universitario godono di sostegni da enti e banche del territorio. Questo dovrebbe essere una messaggio già acquisito tanto dalla banca quanto da altri enti del territorio.

Con parsimonia, Maestro James

 

 

Interviene Maestro James

Caro sindaco Ceccuzzi, era proprio il caso di rivolgersi con le querele nei confronti del Corriere di Siena? Probabilmente il giornale ha sbagliato, ma non è con le querele che si gestiscono i rapporti con la stampa da parte di un ente pubblico. Noi non abbiamo ottimi rapporti con Il Bisi e con il Corriere di Siena, ma una querela, in merito all’argomento trattato, ci sembra eccessiva e apre un precedente che lede la libertà di stampa. Con parsimonia, Maestro James

Il garante della “scala dei valori” e della “musica approfondita”: Luigi Berlinguer

Sono rimasto colpito positivamente da una riflessione matura e adeguata che ho letto casualmente sulla bacheca facebook del garante Luigi Berlinguer. Scrive un signore e cito testualmente: “Premesso che sono 40 anni che aspettiamo che il Partito o i Partiti ci dimostrino con i fatti e non con le parole che vogliono e sono capaci di rigenerarsi e cambiare … Molti di noi sono un po’ stufi di votare gente che crediamo onesta e poi dobbiamo leggere sui giornali che sono peggio di quelli che vogliamo combattere … Sappiamo benissimo che le mele marce stanno dapertutto!! Ma siamo altrettanto stanchi di questi culi di piombo che non sanno mai ritirarsi e dare spazio ai giovani… Anche lei Signor Berlinguer con tutto il rispetto e la stima!
Non sarebbe ora che si facesse da parte? E’ da quando ho avevo 10 anni che la leggo sui giornali e TV … (ne ho 47) anche questo sarebbe un piccolo segnale no??????”

Caro signore, i culi di piombo sono difficili da spostare come tante facce toste che pretendono di elevarsi a moralizzatori, pur avendo alle spalle vicende poco edificanti per una società civile e moderna.

Ma ancora più preoccupanti e scandalose  sono le dichiarazioni del garante Luigi Berlinguer (da non confondere con l’uomo  e politico serio Enrico Berlinguer) rilasciate sulla vicenda Penati: “Bisogna essere più corretti di un cittadino comune. Sono contro l’idea della diversità biologica. Ma sono dell’idea che noi abbiamo una scala di valori diversa da quella praticata, se non declamata, da quella degli altri partiti e amministratori”.

Strano concetto quello espresso dal garante:si dimentica che i cittadini sono tutti uguali davanti alla legge e non importa il ruolo o il ceto e di certo non è facendo a gara tra chi è più bello o bravo che si risolve la degenerazione della politica. Del tipo “siamo più belli e bravi noi o Verdini e Cosentino?”. Spiegatemi la differenza se l’indagato si chiama Verdini oppure Penati: forse uno usa la “scala a soletta rampante” e l’altro quella “a gradini a sbalzo”?

Ma veniamo alla scala dei valori del garante Luigi Berlinguer e per comprenderla vi basta leggere questi due link : http://shamael.noblogs.org/?p=3065 ; http://shamael.noblogs.org/?p=3039 .

Prima di affrontare il caso Penati, il PD per dare un segnale forte ai cittadini, dovrebbe fare un passo indietro e praticare quel taglio definitivo con i soliti politici e quindi mandare un segnale di rinnovamento: con tanti dirigenti e politici di valore e giovani e di esperienza presenti nello stesso PD, possibile che il presidente della commissione di garanzia sia ancora l’ottantenne Luigi Berlinguer? Colui che da anni passa da un incarico all’altro e ancora non abbiamo capito i lasciti e le idee positive della sua carriera politico-istituzionale, al popolo italiano, fatta salva, una delle peggiori riforme della scuola e dell’università?

Colui che nel contempo, largo ai giovani, è parlamentare europeo, dirigente nazionale del PD e udite udite, Presidente del Comitato per l’Apprendimento pratico della Musica del  MIUR (il ministero diretto dal ministro Gelmini).

Ma insomma che fa il PD: giustamente contesta quella brutta e inutile riforma della Gelmini e poi il presidente  della commissione dei garanti del PD ricopre un ruolo nel ministero della Gelmini (ruolo di nomina ministeriale)? Vi sembra un segnale serio nei confronti dei cittadini?

Ecco perché il garante Luigi Berlinguer sulla riforma Gelmini aveva dichiarato “L’opposizione eviti il muro contro muro sulla riforma della Gelmini …”. L’ex ministro si rivolge al governo, ma anche al Pd: «Nel testo ci sono molte cose che abbiamo elaborato col centrosinistra che sarebbe sciocco disconoscere, non perdiamo quest’occasione per cambiare l’università”. Infatti si è visto: un bel capolavoro la riforma Gelmini!!!

Del resto un barone universitario come Luigi Berlinguer non poteva negare l’appoggio a una riforma che scimmiotta quella che lui stesso aveva elaborato: par condicio e poltrone bipartisan.

E siccome in politica  e nelle nomine in banca contano i curricula e non se si è figli di padri parlamentari e dirigenti dello stesso partito che esprime le nomine: il figlio di Luigi Berlinguer è stato nominato su indicazione del PD senese, membro del cda della banca Antonveneta. Appunto.

Il rinnovamento in politica può attendere: ma almeno risparmiateci la “scala dei valori”!!!

Manuale del dissestatore di ateneo. Capitolo 3: l’edilizia

Finora abbiamo visto che con mogli, figli,. mariti e clientes vari si dissesta proprio bene. E difatti abbiamo già accumulato un pesante debito di svariati milioni l’anno per il personale. Ma come con l’edilizia le ciambelle non vengono col buco (di bilancio). E allora il nostro Pierino, che all’epoca il Bisi – affascinato dalla sua brama di emularlo – chiamava il rettore muratore, cominciò a comprare palazzi, a costruirne e ad affittarne. Gli istituti biologici di San Miniato, il San Niccolò (poi arredato grazie anche ai suggerimenti del “genio dalle chiome inghirlandate” con scopini da cesso dal costo di oltre 60 euro) e, per completare l’opera di dissesto anche di parte delle mura della città nonché per sciattarne il profilo, nonché per contrarre dei sostanziosi mutui ed infine per soddisfare le voglie dissestatrici del delfino (poi trombato) Cardini, il cosiddetto “ramarro”, il complesso di Via Mattioli. Questo ultimo ha la particolarità di guardare a Stigliano cosicché, come nel Signore degli Anelli il regno poteva essere tenuto sotto controllo coi palantìri, in tutti questi complessi una pietra, un palantìr, posta da Tosi comunicava direttamente col sultano stiglianese.

Ma la specialità di Tosi e dei suoi fidi, si sa, è il falso in bilancio. Come coniugare il falso in bilancio con l’edilizia? E’ presto detto: nei primi anni 2000 il Ministero promise di erogare un contributo di 8.000.000 di euro di supporto all’edilizia. 8.000.000 per tutta Italia. Ma ecco il genio finanziario! Si mettono in bilancio, si spendono (ovviamente) e si riportano di anno in anno come residuo attivo. Va da sé che quei soldi non sono mai arrivati. Il dissesto, invece, sì. Tutto questo è naturalmente documentato, in particolare dalla poderosa ricognizione dei residui attivi e passivi del 2009.

Ci sentiamo di fare un avvertenza: non provate a fare tutto questo a casa! Ciò che viene descritto è stato fatto da dei professionisti! Alla prossima puntata …

 

 

 

 

 

 

 

 

Il problema della crisi economica senese? Le tette al vento e una flanellata alla finestra

L’immancabile giornale d’inchiesta del solerte ed europeo giornalista Bisi rimette al centro della discussione e dell’agenda istituzionale di questa città un problema che sta sconvolgendo le notti e le tasche dei senesi: una flanellata da una finestra. Urge convocare i consigli comunali e provinciali per costituirsi parte civile contro la blasfema, la femme fatale, la peccatrice estiva. Quelle tette al vento e quelle effusioni mettono a serio rischio la stabilità sociale ed economica della città. Non possiamo tollerare simili sconcezze: siamo nel 2011 e non sono consentite manifestazioni lascive ed eccitanti. Poi la gente non dorme e rischia di dedicarsi a gesti manuali rischiosi per gli occhi e la vista. Convocare urgentemente il soviet degli oculisti e il soviet della censura sessuale. Ma fatela finita … fatela finita!!!! All’ateneo si sono trombati 270.000.000 di euro, le aziende sono in crisi e le famiglie e i giovani stentano a sbarcare il fine mese. Ammettiamo pure che la ragazza è stata imprudente e poco educata verso la piazza durante il palio: ma chiudiamola li, non ci ritornate sopra.Poi puo’ darsi che questi scoop e queste inchieste del Bisi servono per rafforzare il carattere europeista e quindi con questa mossa salire la classifica delle città europee. O forse queste notizie e queste inchieste dal sapore bacchettone e ipocrita servono per spostare l’attenzione su problemi frivoli per nascondere quelli reali e che interessano i cittadini. Volete processare la peccatrice? Vogliamo bruciarla come facevano con le streghe? Vogliamo linciarla mediaticamente? Fate pure e scandalizzatevi: per gli ipocriti lo spazio non manca mai e quando avete finito cercate di trovare il tempo di mettere nell’agenda politica problemi seri. Denunciate anche noi: meglio due tette al vento che una banda di dissestatori e di menefreghisti della politica.
Viva L’Italia laica e democratica!!!
ps. Noi non abbiamo mai scritto e non scriveremo mai nulla sul Palio: ma secondo voi tutta questa enfasi su un episodio di cui non si era accorto quasi nessuno, come del resto le cazzate scritte dalla Brambilla, serve al Palio? A volte evitare di parlare e scrivere( con il risalto alle polemiche contro il Palio) aiuta a preservarsi da polemiche piu’ grosse e mediaticamente piu’ rumorose.
http://www.youtube.com/watch?v=MJ_QT4ymABU

Storia indecente del reintegro del pensionato Luigi Berlinguer

*Avevamo ragione in pieno quando abbiamo scritto che tra il Grande Enrico Berlinguer e il pensionato garante Luigi Berlinguer la differenza era abissale: naturalmente noi sposiamo le tesi della questione morale di Enrico Berlinguer.

Correvano gli anni 2003 e 2005, quindi gli anni in cui il dissesto dell’università di Siena sotto la gestione del faraone Piero Tosi galoppava al massimo e i risultati nefasti sono sotto gli occhi di tutti: compresi quelli dei magistrati di Via Franci.

La storia che vi raccontiamo (tutta documentata) illustra in pieno quello che Giuseppe Mascambruno nel 2009 aveva scritto nel suo editoriale sul “Quotidiano Nazionale” in merito al dissesto dell’università di Siena (quelli del PD senese potrebbero prendere appunti): “Siena che è in un’apnea tale da mettere a rischio anche gli stipendi dei dipendenti … È difficile immaginare che si possano tappare autentiche voragini scavate negli anni dalla vergogna gestionale di chi ha privilegiato la clientela politica e baronale a difesa degli interessi propri e delle proprie corti, infischiandosene bellamente degli studenti e della meritocrazia interna …”.

Correva l’anno 2003 e nel mese di maggio il professore Luigi Berlinguer va in pensione. Correva l’anno 2004 (e correva anche il dissesto) e il 10 dicembre il pensionato rientra in servizio all’università (grazie al suo amico Tosi) ma nello stesso istante viene messo in aspettativa perché membro del Csm. Avete capito bene!!! L’ex rettore Berlinguer va in pensione, poi il suo amico Tosi lo fa rientrare (evidentemente non per ragioni di insegnamento) e nel contempo viene messo in aspettativa. Roba da università delle banane. Questa notizia indecente passò inosservata e mantenuta nel riserbo dai dissestatori, ma nel 2005 la notizia diventò pubblica quando nel febbraio fu pubblicata nel settimanale “Il Mondo”.

Correva l’anno 2006 e il giorno 11 gennaio il genio responsabile dell’area comunicazione e marketing, con il sostegno di Piero Tosi, con decisione del tutto abusiva e dissestante per l’ateneo, provvedeva ad acquistare i volumi in onore del pensionato Luigi Berlinguer. Altra vicenda indecente.

Morale della storia (anche se in questa storia di morale non c’è nulla): dissestavano e nel contempo festeggiavano il pensionato Luigi Berlinguer.

Oggi corre l’anno 2011 e il pensionato garante Luigi Berlinguer pochi giorni fa ha dichiarato: “Bisogna essere più corretti di un cittadino comune. Sono contro l’idea della diversità biologica. Ma sono dell’idea che noi abbiamo una scala di valori diversa da quella praticata, se non declamata, da quella degli altri partiti e amministratori”.

Infatti caro Luigi Berlinguer: insieme a Tosi e Boldrini avete dato un esempio esemplare. Sei stato un bel garante dei vostri interessi personali. Ma Bersani e il resto del PD sono a conoscenza di questa storia??? Si, la scala Richter:quella dei terremoti che dissestano!!!

* Nella foto i complimenti a una che è riuscita a creare delle regole per distruggere e annientare la ricerca e la didattica in modo esemplare, pur mantenendo gli assetti baronali e di casta. Brava e basta!

Manuale del dissestatore di ateneo. Capitolo 2: mogli, mariti, figli e comunicatori

** E siamo giunti al secondo capitolo. Come si fa a dissestare gravemente un Ateneo? Abbiamo visto che con le mogli un colpetto gli si dà, ma è magra cosa e poi la prima puntata parlava solo di docenti. Per dissestare ammodino bisogna allargare il malcostume senza fare distinzioni di genere e di classe. Quindi per esempio si può, col consenso del rettore pro tempore, mettere tutto in mano a un paio di sindacati, possibilmenti vicino al partito dominante nella città in cui si trova l’Ateneo da dissestare. In questo modo per esempio si può affidare un intero palazzo a Buonconvento per farci il Laboratorio di Accessibilità Universale e, contestualmente, affidare un incarico sine cura alla moglie del sindacalista. Oppure si può sollevare la biblioteca comunale dal peso dello stipendio del marito di un’altra nota sindacalista e assumerlo nell’Ateneo a fare non si sa bene cosa riguardo alla comunicazione. Ma il colpo da maestro del dissestatore professionista è quello di prendere un genio, inghirlandarne le chiome, pagarlo come un dirigente in barba a qualsiasi regola e dotarlo di un’Area comunicazione e marketing che riscuota successi clamorosi in CdA. Costui si sentirà autorizzato a assumere più di 50 persone, a creare una radio ed una serie di eventi denominati Parole & Musica, a fondare un giornalino di Ateneo, insomma a spendere un botto di quattrini PUBBLICI per attività del tutto insensate. Qui sì che si rivela appieno il vero dissestatore. Fra l’altro, oltre a varii clientes (amici degli amici, gente che piace alla gente che piace), si può assumere la propria figlia, che in.fact è proprio brava nella comunicazione*. E recuperare mariti dalle biblioteche comunali come dicevamo sopra. In più, per la rassegna Parole & Musica, si può assegnare consulenze pagate profumatamente a qualche magnifica moglie. Insomma, qui si va sul peso nel dissestare perché tutto questo armamentario, del quale poi non riesci più a liberarti e quindi grava sul fondo di finanziamento ordinario (gonfiato ad arte con voci inesistenti), costa moltissimo, diciamo almeno un paio di milioni l’anno se non di più. Milioni che, non avendoli in cassa, tocca creare artificiosamente commettendo tre o quattro reati alla volta, il più eclatante dei quali è il falso in bilancio che, contrariamente a quanto riporta la vulgata, non è depenalizzato proprio per niente, tanto meno negli enti pubblici. Il tutto nella certezza, per ora confermata, che nessuno ti faccia niente e che, al più, non ti rinnovino i contratti di insegnamento che – per giunta – ti avevano assegnato e ti pagavano pure, di giunta al contratto da dirigente (povero genio!).

Ciliegiona sulla torta, sempre Pierino consenziente e auspicante, potete ordinare 300 volumi di studi in onore del presidente del comitato stiglianese di garanzia del PD (nonché musicologo di chiara fama, ma ne riparleremo). Anche lì tanto avete la certezza che non ci sarà cristo di farveli riportare per riparare ad una infinitesimale frazione del dissesto cataclismico che avete contribuito a creare, mettendo in ginocchio (mica da soli, ci mancherebbe) un’antichissima e prestigiosa università. Ottimo e abbondante.

Nelle prossime puntate: vai con l’edilizia (lì sì che si fa danno serio).

* Salvo, vista la mala parata, grazie evidentemente ad amicizie con faraoni e sultani stiglianesi, dirottarla ad altra amministrazione, fortuna che capita, diciamo, al 5% degli interessati.

** Nella foto: il genio fra i suoi due mentori

 

 

 

 

 

 

Regolari e irregolari

Lo scontro in corso vede contrapposti regolari (noi siamo con i regolari) contro irregolari. Gli irregolari, capitanati dal “lupo” e da “quello di Bisenzio” con la logica delle “P” e aiutati da qualche regolare opportunista volevano occupare tutto.

Il gioco è stato svelato e i regolari sono a conoscenza di tutto. Quindi a maggior ragione pieno sostegno alla magistratura impegnata contro P3, P4, cricche e corrotti vari. E nel contempo sollecitiamo le inchieste sui dissesti e sulle irregolarità.