Per ora non entreremo nel merito della vicenda ben documentata: oggi ci limiteremo alla presentazione di un quesito giuridico e chiediamo a qualsiasi esperto giuridico di lasciare un parere sul nostro blog.
Quesito in merito a un vicenda reale che per ora non sveliamo.
Fattispecie:
1) Un’ente pubblico “mediante trattativa privata senza preliminare pubblicazione di un bando di gara” successivamente “sulla base della valutazione comparativa del curriculum professionale presentato da vari professionisti …” l’architetto (:::::::::) è risultato in possesso dei requisiti di capacità tecnica….etc..”
Il preventivo di notula presentato dal professionista all’ente (poi approvato dall’ente stesso come importo dell’incarico) è di 217.872,00 euro … “ritenuto congruo con l’incarico da svolgere”.
Primo quesito: è regolare l’affidamento per tali importi come nella fattispecie segnalata?
2) Dopo l’affidamento dell’incarico, purtroppo per causa del decesso del professionista, l’ente affida l’incarico alla figlia del professionista.Cosi come fosse normale il passaggio di incarichi tra padri e figli in un’ente pubblico.
Secondo quesito: è regolare questo “incarico immediato” come una sorta di successione familiare?
A proposito ci stavamo dimenticando: stranamente dopo questa successione l’importo dell’incarico è passato da euro 217.872,00 a euro 256.200,00. Magicamente!!!
P.S. Speriamo che la figlia del professionista non abbia rapporti coniugali o di convivenza con qualche amministratore pubblico (o attualmente ex, ma non allora)
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Le assunzioni dei parenti e quei lavori affidati sempre ai soliti architetti
MILANO — E pure il prete dovette scusarsi. Quel suo attento, locale giornalino cattolico aveva osato scrivere che a Sesto coi conflitti d’interesse si stava davvero esagerando, che si stava perdendo il senso della cosa pubblica. Oggi don Massimo Pavanello, 48 anni, passato di posto e grado (a Milano è responsabile della Pastorale del turismo), dice di non ricordarsi gli avvenimenti. E però allora, eravamo nel 2005, «con atti intimidatori», hanno ricostruito i magistrati, Pasqualino Di Leva e Marco Magni obbligarono il sacerdote a un secondo articolo. Per chiedere perdono. Conflitto d’interessi nella cosa pubblica a Sesto San Giovanni? Siam matti?
Tania Di Leva (la figlia dell’assessore, timida, 38 anni), abita in un attico al 212 di viale Gramsci. Due piani sotto, al settimo, c’è lo studio dell’architetto Magni, del quale è dipendente Tania, sposata con Davide Grigolato, preso in un ufficio del Comune dopo esser finito nel concorso pubblico troppo lontano in graduatoria rispetto ai posti a disposizione e «più tardi ripescato in quanto i posti erano stati», dicono d’incanto, «aumentati…».
Voci. Invidie. Il sistema Sesto, o sistema Penati, ha aiutato a sistemare. Lavoro, case; figli, consorti; pubblica amministrazione. Nicoletta Sostaro, la Nico con le minigonne e i viaggi esotici anche in solitaria, è stata compagna d’un architetto a lungo in Comune. Classe ’59, geometra, la Nico, si legge nel curriculum «responsabile dello Sportello unico per l’edilizia e le attività produttive con delega dirigenziale per numerose funzioni», è del segno dei Pesci. Fra le caratteristiche, informano gli specialisti, i Pesci hanno il difettuccio, dinanzi ai problemi, di lasciarsi travolgere. Un imprenditore, racconta chiedendo l’anonimato — c’è paura a parlare, volano querele e peggio minacce —, scoperto un abuso edilizio andò dalla Sostaro per denunciarlo. «Bravo, ha ragione». «Scusi, ma è il suo ufficio che ha avallato…». Criticare il sistema è vietato. I processi? Interni. Orgoglio, eredità sestese. Il centrosinistra è al governo da sempre. Nel 2012 si andrà alle elezioni comunali. La prossima settimana, il sindaco Giorgio Oldrini proverà l’azzardo. Con una giunta azzoppata ha convocato un consiglio comunale straordinario. Per approvare il piano di riqualificazione dell’ex area Falck. Davide Bizzi, 48 anni, imprenditore allergico a interviste, amicizie cielline, è l’uomo dell’annunciata riqualificazione (si partirà da un centro commerciale) con imprese coreane e Coop. Dovesse passare il piano, il centrodestra correrà in Procura. «E allungheremo la lista degli indagati» promette il 43enne avvocato Antonio Lamiranda, capogruppo pdl; ha ridato carica al centrodestra, intristito da decenni che non toccava palla.
Lamiranda ha insistito su una cura. Far studiare ai consiglieri l’urbanistica. «Altrimenti a Sesto non riesci a far politica». E pazienza: da una rotonda a un palazzo, gli architetti che prendono lavori sono i soliti. Cioè Magni e Giancarlo Marzorati. Del resto prescelti e preferiti sono una manciata e si seguono di generazione in generazione. Famiglie.
La consigliera regionale Sara Valmaggi è figlia della signora Radice organizzatrice di campagne elettorali per Penati. Valentino Mejetta è capo del Consorzio gestore della raccolta di rifiuti; il figlio Mirko è segretario cittadino del Pd. Che c’entra, sbotteranno gli interessati, si guardi in giro. Quanti, con Penati, hanno fatto fortuna? Per dire, Sonia Cantoni a Milano neopresidente della municipalizzata dei rifiuti, è stata assessore a Sesto. Chiaro, i vecchi duri resistono. Il pluriottantenne Giuseppe Carrà, nei tempi sindaco, deputato e arrestato per tangenti, è presidente onorario della società sportiva Geas. Lo sport non è estraneo. È parte integrante. In una telefonata Oldrini si sente con Massimo Milos, presidente della Pro Sesto (calcio); è stato cacciato l’allenatore, ne parlano un secondo dopodiché la conversazione vola su ex Falck, Bizzi, tranche, e questa Sesto. Più in rosso che rossa. Col centrodestra che pensa addirittura a candidati sindaco forti, da fuori (Romano La Russa, famiglia qui influente, e Riccardo De Corato), per mandare in prescrizione il nomignolo, forse ormai pena, d’ex Stalingrado.
Andrea Galli
agalli@corriere.it