Avvisate Ale e Angelo che Fratello Illuminato in collaborazione con una fonte aretina sta studiando una società che finisce con “consulting”. Tranquilli prossimamente la nostra relazione sarà molto chiara

Avvisatevi e non cancellate i siti web e i documenti archiviati. In questa redazione siamo talmente cretini che non ci sfugge niente

Tu chiamala se vuoi Chiara

Ale: Pronto..

Chiara: Ciao,come stai?

Ale: Tra poco ho lezione..

Chiara: Tra poco comunico…

Ale: Hai bisogno di qualcosa?

Chiara: Avrei bisogno di un aiutino per conservare la mia postazione comunicativa…sai anche alla corrente salernitana del partito faccio comodo…

Ale: Cosa posso fare quindi?

Chiara: Senti Angelo se in cda può perorare la mia causa (stai calmo Cricca non si parla di te e del tuo cda)

Ale: Domani lo chiamo

Chiara: Io nel frattempo mi consulto con il mio giro di giornalisti

Ale: Ma l’ad e’ con te?

Chiara: Non lo so questo ancora devo accertarlo…sai non sempre prendo il solito tram

Ale: Ok domani chiamo il mio collega

Chiara: Grazie domani parlo con Li… (Cade la linea e anche le palle…vodafone il cliente non è raggiungibile)

Avviso n.1:spiegate a Criccaboni la differenza tra 2,5 litri d’acqua e 2,5 miliardi di euro-Avviso n.2: ricordate a Draghi che Almunjia non e’ tedesco-Avviso n.3:avvertite la Mansi e anche Mancini che c’e’ un boccone non digerito(avvisate anche Bottillo)-Avviso ultimo:spostate la massa prima del concerto di Baglioni

Noi che non abbiamo grande simpatia per il mondo del giornalismo vi segnaliamo volentieri questo articolo http://m.huffpost.com/it/entry/3892267?utm_hp_ref=italia-economia

Nel contempo qualcuno ricerchi quella famosa intervista del Criccaboni quando ebbe il coraggio di affermare che pur con i problemi la banca MPS e’ solida:spiegate al Criccaboni la differenza tra un solido e un liquido e tra 2,5 litri d’acqua e 2,5 miliardi di euro. Detto questo ci rimane una sola considerazione:in qualsiasi altro paese europeo o del mondo non dittatoriale i distruttori di banca,fondazione e universita’ li avrebbero chiusi al fresco come minimo per 20 anni.E forse e’ il caso di spostare la massa prima di organizzare concerti pensando di invitare Baglioni. Qualcuno inizia a non sopportarle piu’ certe manfrine e certe passeggiatine con i baristi abusivi.

P.s.1:Avvertite il direttore del nuovo tram che alle pellegrine provenienti da San Galgano conviene consigliare la lettura di Chiare (va bene anche al singolare) fresche e dolci acque e non la raccolta delle opere di Robespierre. Cercate di capirla al volo e non e’ una battuta!

P.s.2:avvertite il Valentini,nel caso venisse in mente,che la tassa di soggiorno dei soci stranieri non basta per l’aumento di capitale. Volendo qui potete riderci sopra.

Lettera aperta al Generale Bottilo

Generale Bottillo,ci scuserà se dalle pagine di questo blog ci rivolgiamo a Lei in modo inconsueto ma persiste un problema che merita l’intervento urgente della Guardia di Finanza: gestione bilanci, danni erariali, direttore amministrativo università. Ovviamente stiamo parlando dell’università di Siena ma siccome al ministero competente con sede a Roma oltre a fare orecchie da mercante da una vita coprono i due abusivi Criccaboni e Fabbro chiediamo l’intervento dei Vostri Uffici.E  considerate anche che molti danni erariali sono segnalati alla Corte dei Conti della Toscana. Nel frattempo la gente perde il lavoro per colpa dei dissestatori e ci rimette la didattica. E nell’occasione date una controllatina alla gestione immobiliare (ci sarebbe anche una lettera di Criccaboni che abusivamente tutela un suo amico docente).

Hanno distrutto una città e ancora continuano ad inquinare la vita politica. Mentre il mentore del groviglio ha la faccia tosta di difendere la condannata Ines Fabbro

Hanno devastato il devastabile e hanno minato lo stato patrimoniale di tutte le istituzioni. Un capolavoro del dissesto unico al mondo e peccato che l’FBI ha solo competenza sul suolo americano.Ieri hanno dissestato e oggi i seguaci del commensale di Salerno alleati del Valentini stanno tentando l’ultimo colpo per inquinare la vita politica e destabilizzare il tutto per impedire non il funzionamento delle istituzioni ma la necessaria verita’ di quanto successo.Il Valentini nell’assurdo tentativo di sopravvire al proprio fallimento politico ha stretto un patto con i ceccuzziani e di fatto la maggioranza non c’e’ piu’.Nel contempo il mentore del groviglio,offendendo di fatto quelle persone che hanno subito un danno certificato anche da un giudice,continua con l’insopportabile difesa della condannata Ines Fabbro. Anche in questo caso peccato che l’FBI ha solo competenza sul suolo americano. Ma non vi vergognate fra tutti e soprattutto cosa aspetta la popolazione a scendere in piazza con le secchiate d’acqua per ripulire dai dissestatori la citta’?

Esempio di come gestire una fondazione: la Fondazione Carisbo di Bologna.Vi proponiamo l’intervista all’ex presidente Fabio Alberto Roversi Monaco (da Il Giornale dell’Arte numero 329, marzo 2013)

Bologna. Fabio Alberto Roversi-Monaco, per quindici anni rettore dell’Università di Bologna (dal 1985 al 2000), lascerà il mese prossimo la carica di presidente della Fondazione Carisbo, ruolo che ricopre dal 2001. Lo ha annunciato lui stesso nel corso di una serata al Museo della Storia di Bologna, cuore del percorso Genus Bononiae, l’istituzione culturale policentrica fortemente voluta dal professore e inaugurata a gennaio 2012 (cfr. n. 313, ott. ’11, p. 54). Ancora non si conosce il nome di chi ne prenderà il posto: finora sono emerse diverse ipotesi, tra cui quelle di Gianguido Sacchi Morsiani, Filippo Sassoli de’ Bianchi, Leone Sibani, Romano Volta, Gianandrea Rocco di Torrepadula, Piero Gnudi. Ma nulla più. Roversi-Monaco, ordinario di diritto amministrativo, è attualmente presidente del Consorzio Interuniversitario Alma Laurea, direttore di varie riviste amministrative, presidente di Sinloc-Sistema lniziative Locali Spa (Gruppo Intesa Sanpaolo), presidente del Mandarin Fund, membro del Cda di Telecom ltalia Media, presidente dell’Accademia Pianistica di Imola e dell’Orchestra Mozart di Bologna, membro del Cda di Mediobanca. Il presidente della Fondazione Carisbo, nonché presidente e amministratore delegato della società di gestione di Genus Bononiae, ripercorre la sua attività per «Il Giornale dell’Arte». Professor Roversi-Monaco, partiamo dalle erogazioni della Fondazione durante i suoi mandati. Nel periodo 2001-11, quello di cui abbiamo i dati completi, la Fondazione a base associativa Carisbo ha assegnato risorse per complessivi 382 milioni di euro incluse quelle per il Fondo del volontariato secondo la legge 266/91. Di questi circa 103 milioni sono andati in attività proprie e altri 280 milioni sono andati per attività con altri soggetti, quasi tutto è stato impegnato nei nostri settori di intervento che sono arte e cultura, attività sociale, educazione e sport, ricerca scientifica e tecnologica, ambiente. Secondo gli ultimi dati di «Il Giornale delle Fondazioni» pubblicato da Allemandi, al 31 dicembre 2010 avevate un patrimonio netto di 788 milioni di euro e 21 dipendenti, e siete anche dotati di un notevole patrimonio immobiliare strumentale. Abbiamo tre società strumentali: Musei nella Città Srl, Produttori sementi Spa e Virtus 1871 Spa. La prima si occupa del museo diffuso Genus Bononiae, la seconda di biologia molecolare applicata alla coltivazione di cereali e la terza di educazione fisica e scienze motorie. Gli immobili storici sono molti tra cui Palazzo Saraceni, San Giorgio in Poggiale, Rocchetta Mattei, Osteria del Sole, Palazzo Fava, azienda agricola Argelato, in concessione San Michele in Bosco, Santa Cristina, oratorio di San Colombano. Quando divenne presidente, in quali condizioni era la Fondazione? La trovai in buona saluta economica e finanziaria, ma era priva di programmi a medio e lungo termine: non ne restai stupito perché le fondazioni erano attive da pochi anni dopo la loro istituzione grazie alla legge Amato del 1990. C’era dunque bisogno di iniziare un periodo di rodaggio anche perché mancava all’epoca il personale specializzato nelle attività attualmente proprie di un ente bancario di tipo nuovo. All’inizio peraltro era molto forte l’influenza della banca di riferimento, che tra l’altro fornì alla nuova fondazione alcuni beni a titolo oneroso. Sia chiaro: tutto legittimo, ma dal punto di vista economico anche questo è stato messo in conto. Successivamente abbiamo conquistato la piena autonomia. Siamo molto solidi economicamente. In quali condizione lascia l’ente? Dal punto di vista economico non si può certo dire che abbiamo perso rispetto agli inizi. Anzi nel 2007-08 i valori erano arrivati a livelli altissimi grazie a una crescita forte cui però con la crisi è seguito un forte calo generalizzato peraltro. Il patrimonio immobiliare e artistico, come le accennavo, è però di notevole rilievo. Il profilo patrimoniale è solido e la nostra attività pluriennale ha portato a grandi risultati per la città. Uno sforzo giustificato dai numeri dunque, tanto che siamo all’avanguardia in Italia nella gestione diretta di beni tra cui non posso non pensare al principale successo, le sedi del museo della città. Ora c’è un calo delle erogazioni, ma continuiamo a sostenere tante iniziative nell’ambito del sociale e anche della ricerca scientifica, un settore fondamentale. Dopo che avrà lasciato la presidenza, in aprile, contribuirà alla scelta del suo successore? Non parteciperò alla scelta del nuovo presidente, che sarà nominato dal Collegio di indirizzo composto da 28 persone, 14 designate dai soci dell’ente e 14 dagli enti locali e pubblici. Con i milioni di finanziamento verso terzi di cui diceva, avete in pratica dominato la politica culturale bolognese, anche vista la carenza di erogazioni pubbliche: secondo lei un amministratore oggi dovrebbe farsi eleggere in una fondazione piuttosto che in un ruolo politico? Guardi che qui l’influenza della politica non c’è, noi collaboriamo con una miriade di soggetti, pubblici e privati. Dunque non trova che le fondazioni ex bancarie siano troppo autoreferenziali, visto che i criteri di nomina degli amministratori non sono sempre trasparenti? Premesso che da noi tutto è trasparente, l’autoreferenzialità è uno dei rischi che sovente corriamo, però è anche vero che la pluralità di soggetti che giungono a contatto con le fondazioni ha una importante funzione di nomina del personale dirigente di queste ultime. Ciò riduce l’autoreferenzialità, inoltre la crisi economica iniziata nel 2008 ha costretto i nostri enti a maturare un miglior criterio di autovalutazione. Questo è un aspetto molto positivo, pur nell’attuale situazione generale. Veniamo all’arte: l’ultima grossa iniziativa alla quale avete partecipato è stato il progetto «R’Accolte». «R’Accolte» è gestito dall’Acri, noi autonomamente avevamo già la schedatura e l’implementazione del nostro patrimonio artistico che come si sa è ingente e comprende artisti antichi e moderni come Simone Cantarini, Giuseppe Maria Crespi, Donato Creti, Gaetano Gandolfi, Guercino, Guido Reni, Giacomo Sementi, Elisabetta Sirani oltre a Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis, Fortunato Depero, Lucio Fontana, Arturo Martini, Giorgio Morandi, Mario Sironi. La sala di lettura della nostra biblioteca in San Giorgio in Poggiale (100mila libri e 60mila fototipi) contiene inoltre opere di Claudio Parmiggiani, «Campo dei Fiori» e l’ultima monumentale «delocazione» oltre al ciclo delle «Cattedrali» di Piero Pizzi Cannella. Anche negli anni precedenti la realizzazione di Genus Bononiae avete organizzato molte rassegne d’arte. Certo, sarebbe impossibile citarle tutte, rimando i lettori al nostro sito web www.genusbononiae.it dove i materiali a disposizione sono tantissimi. Attualmente ospitate l’ampia rassegna di Nino Migliori e avete appena chiuso quelle dedicate a Robert Wilson, alle tavole dei fumettisti Andrea Pazienza e Andrea Bruno. E per l’immediato futuro? Stiamo organizzando insieme al Mic di Faenza un’ampia mostra, curata da Nico Stringa e Claudia Casali, che fornirà una panoramica esauriente del percorso artistico di Arturo Martini (1889-1947) attraverso le sue «grandi terrecotte» realizzate tra il 1928 e il 1932 e le statue in ceramica, marmo, bronzo, legno, gesso. Resterà alla guida dei musei di Genus Bononiae? Do la mia disponibilità a restare a capo della società strumentale Musei nella Città Srl per accompagnare e sviluppare questo progetto su cui stiamo investendo da anni, raccogliendo peraltro risultati evidenti. Siamo stati inseriti, unici tra le realtà private italiane e primi in Emilia Romagna, nel progetto «iMibac top 40» del Ministero per i Beni e le Attività culturali: è una applicazione per gli smartphone che serve a promuovere l’arte attraverso le nuove tecnologie. In tutto sono 40 eccellenze museali italiane, che l’app permetterà di avvicinare e conoscere. Siamo anche i capofila nella creazione della card turistica bolognese, attiva dal mese di agosto, uno strumento nuovo di promozione della città che amplia l’offerta dei servizi per turisti e visitatori. Ormai Genus Bononiae, costituita da otto sedi, è consolidata. Ma perché ha voluto questo sistema museale diffuso? Penso da anni che il concetto di percorso museale non possa più essere organizzato con criteri ottocenteschi, certo meritori ma ormai superati. Ora tutto è ispirato alla interazione e allo svolgimento di attività e qui ne facciamo continuamente. Siamo un sistema dinamico, proprio come accade all’estero, e i numeri ci danno ragione. Nel 2012 abbiamo avuto 292mila visite con una media mensile che ha sfiorato le 25mila, l’età media dei visitatori è di 41 anni e il 69% sono italiani (bolognesi il 67%) e stranieri il restante 31%. Dopo un primo periodo di lancio durante il quale abbiamo optato per l’ingresso gratuito, da un po’ facciamo pagare il biglietto, tentando di coprire con queste e altre entrate il 25-30% dei costi. Genus Bononiae non punta solo a recuperare un patrimonio artistico, linguistico e documentario di inestimabile e sorprendente valore, ma vuole soprattutto individuare la vocazione profonda di Bologna quale luogo insigne di creazione e diffusione di idee, di idiomi e di linguaggi, di immagini e di manufatti dovuti ai nobili e al popolo, agli artisti e agli artigiani, agli imprenditori e agli intellettuali. Chi curerà la programmazione nei prossimi anni? Si è parlato di un «ridimensionamento» del ruolo di Philippe Daverio. Daverio è stato importantissimo nella realizzazione del percorso museale, ora abbiamo vari collaboratori a seconda degli eventi, ma Philippe resta un amico e collaborerà ancora. Io sono l’amministratore delegato della società e certo servirà un direttore. Dal punto di vista delle offerte in proprio, le fondazioni si specializzano. L’ente della vicina Modena ha scelto di puntare per lo più sulla fotografia. Una scelta certo valida, noi abbiamo però scelto una strada differente. A gennaio avete collaborato con ArteFiera: qual è il suo giudizio? Il momento è difficile e il consuntivo va fatto a più lungo termine. Penso bisognerà procedere a futuri investimenti. Lei è stato rettore per tanti anni: qual è la situazione del mondo universitario? Collaboriamo e vogliamo aumentare il rapporto; continuiamo ad avere comunque rapporti consolidati e fruttuosi con studiosi quali Angelo Varni, Giuseppe Sassatelli, Andrea Battistini, Raffaele Simone e altri. Si impegnerà mai direttamente in politica, magari come futuro ministro per i Beni culturali? No grazie, non ci penso proprio. Pensi che una volta, nei primi anni Ottanta, ero stato eletto deputato con il Partito Repubblicano; ma rifiutai.

Chiusura della sede di Bankitalia di Siena:preludio per lo spostamento della sede di MPS?

Entro il 2015 Banca D’Italia ha previsto,nel piano di riorganizzazione,la chiusura di 29 sedi distaccate e tra queste sedi c’è anche quella di Siena. A suo tempo quando avviarono la discussione sulle sedi da tagliare era emersa la linea di non toccare le sedi presenti nelle città ove era ubicate le sedi delle maggiori banche. Forse questa chiusura entro il 2015 è il preludio per lo spostamento anche della sede di MPS?

Scenari tra banche e politica

Nel 2014 ci saranno le elezioni per il parlamento europeo e anche un nuovo riassetto degli equilibri nel sistema bancario e finanziario italiano. E in vista delle due scadenze vecchie e nuovi protagonisti affilano le armi e si posizionano nei vari schieramenti e soprattutto posizionano pedine per poi poter gestire meglio la scacchiera. Dalla Toscana parte il primo scontro di posizioni e di posizionamenti per poter poi incidere negli equilibri nazionali. La partita sulla fondazione MPS è stata giocata proprio in funzione di questo schema per i futuri equilibri. Rispetto alle scorse elezioni, quelle delle europee del 2014, assumono un significato diverso e funzionale alla leadership dentro e fuori i partiti. E qui si sta giocando la sfida tra Renzi e lo Statista di Bientina: il primo vuole arrivare in Europa ricoprendo anche il ruolo di segretario del PD; il secondo punta all’Europa sapendo che una sua ricandidatura alla Regione è in caduta libera e attraverso il parlamento europeo ricostruirsi una nuova immagine politica per poi approdare nella futura compagine del governo nazionale. All’interno di questo scontro si è consumata la “faida politica” per il presidente della fondazione. Renzi ha sperato fino in fondo, sperando in Valentini, di poter far eleggere un nome forte legato a Euonomia, ma questa prospettiva non stava bene allo Statista di Bientina ed ecco che, sfruttando i nuovi posizionamenti di personaggi come Bazoli (quindi Guzzetti) vicino alla corrente bersaniana e anti-Renzi, la situazione si è sbloccata a favore della Mansi. Lo Statista essendo un bersaniano anti-Renzi ha avuto gioco facile. Una scelta su una figura di secondo piano, senza spendere nominativi più forti e conosciuti, sapendo benissimo che nella primavera del 2014 è già previsto il rinnovo della fondazione MPS. E per quella data si sarà delineata anche la situazione della banca MPS. Resta il mistero su una riunione che si sarebbe tenuta nei giorni scorsi alla presenza di Valentini, Bezzini e la stessa Mansi, durante la quale avrebbero indicato la strada alla Mansi per superare la drammatica situazione della fondazione: reperire un miliardo e mezzo di euro.

Abbiamo ricevuto un sms da Ester Cicala – Il mistero della laurea – Il confucianesimo dello Statista di Bientina – Giuseppe Guzzetti in pole position e il passaggio di consegne del meraviglioso mondo del groviglio

Oggi il giornalista Allegranti (tra quelli che a suo tempo non perse tempo per scagliarsi contro i blog) ci scuserà se rubiamo la scena alle sue acutissime analisi politiche sul rinnovo della fondazione MPS ma i nostri sciagurati lettori e preziosissime lettrici ci chiedono lumi (illuminati appunto) su quanto sta succedendo dentro e fuori la fondazione MPS. In un primo momento noi abbiamo risposto: niente, non sta succedendo niente. Invece dopo la lettura di un sms (“Vi seguo dalla Norvegia e vi stimo come la precedente redazione e appena rientro vi mando un pezzo) che ci ha inviato la signora (pardon, la dottoressa Ester Cicala, laureata in funzionalismo corporeo) ci siamo accorti che qualcosa effettivamente è successo: lo scambio di consegne nel magico mondo del groviglio (a questo giro il Bisi non c’entra niente). E con il nostro intervento vogliamo anche rompere questa assurda messa in scena sulla rivoluzione a tratti rosa a tratti gggiovane a tratti discontinua nella fondazione MPS. Ecco forse è il caso di smetterla con questa cerimonia che da sempre accompagna la gestione dei disastri. Ci mancherebbe altro: la Mansi è gggiovane, è rosa ma non è discontinua. Vi siete dimenticati quando imperava il capro espiatorio del groviglio Giuseppe Mussari? Quelli che oggi avete nominato nell’(af)fondazione erano tutti solidali con Mussari, lo applaudivano e lo omaggiavano. E la Mansi era proprio tra questi o forse ci sbagliamo? Ma il massimo dell’assurdo l’ha raggiunto lo sponsor di Pizzetti, il sindaco all’acqua di rose Bruno Valentini dalle pagine del Sole24: come Pizzetti non c’è nessuno per guidare la fondazione (più o meno queste le parole). Ieri pomeriggio invece su fb spunta una foto sulla bacheca del Valentini accanto della Mansi con scritto: Benvenuta Antonella. Più che altro la situazione ci ricorda “Benvenuti in casa Gori”. Sempre ieri la Mansi ha preso le consegne da Gabriello Mancini. Noi come già scritto eravamo per il passaggio di consegne tra Mancini e il generale Bottillo. Perchè solo in situazione come queste tocca assistere al passaggio di consegne con tanto di stima, apprezzamento e baci e abbracci con chi ha distrutto la fondazione stessa. Sempre nella giornata di ieri sul web impazza un’altra notizia che merita un comunicato urgente da parte dell’ufficio stampa della fondazione MPS per sgombrare il campo dalle voci incontrollate: sul web scrivono che la Mansi non è laureata. A noi questa cosa ci sembra strana quindi chiaritela subito prima che le voci raggiungono le orecchie di questi giovani a cui gonfiate le palle con le parole merito, dovete laurearvi per non far fuggire il cervello, etc etc. Un bel comunicato stampa e via. Conclusione: lo stesso gruppo che ha condotto le danze fino ad oggi rimescola le carte e da quanto sono scomposti litigano tra le varie tribù ma il risultato è lo stesso. Persone funzionali al solito sistema e dall’alto che controlla, il giovane Giuseppe Guzzetti. Per il futuro della banca bisognerà attendere sabato quando con molta probabilità ci sarà l’incontro a tre tra Saccomanni,Viola e Almunia e fino a sabato allontanate i microfoni dalle parti del palazzo comunale e schermate Siena per non far scappare sms a destra e sinistra, sia in direzione Firenze che in direzione Stigliano. Ovviamente lo Statista di Bientina da abile stratega e tatticone ha mosso le pedine per agevolare la nomina della Mansi considerati anche i buoni rapporti dell’ex Montesquieu di Pontedera con il mondo confindustriale. Prossima tappa: il taglio del nastro per la pista di Peretola. Concludiamo parlando di questioni internazionali: sulla bacheca fb lo Statista di Bientina ci regala quotidianamente perle di confucianesimo applicate e l’ultima era riferita al dramma della Siria. Giustamente lo Statista si rallegrava delle parole del Papa contro la guerra. Noi invece ci meravigliamo per non aver letto mezza parola contro la guerra dal parlamentare toscano del PD Andrea Manciulli, recentemente nominato in un organismo della Nato.

Mentre l’interpool cerca la Ester Cicala a Salerno la procura e la GDF: Mussari, Del Mese e Ceccuzzi sono accusati dai magistrati salernitani di aver contribuito al fallimento attraverso la concessione di un finanziamento che serviva a vendere la sede stessa del pastificio a una società della famiglia Amato.

La Guardia di Finanza ha annunciato oggi di aver notificato l’avviso di conclusioni delle indagini preliminari per un procedimento legato al fallimento del pastificio Amato di Salerno. Tra i 14 destinatari, accusati di concorso in bancarotta fraudolenta, c’è anche anche l’ex presidente del Monte dei Paschi di Siena, oltre agli ex parlamentari Paolo Del Mese e Franco Ceccuzzi (che è stato anche sindaco di Siena). L’avviso, dice la Finanza, è stato notificato anche ai componenti del Cda di Banca della Campania, al direttore generale e a un direttore di filiale.Mussari, Del Mese e Ceccuzzi sono accusati dai magistrati salernitani di aver contribuito al fallimento attraverso la concessione di un finanziamento che serviva a vendere la sede stessa del pastificio a una società della famiglia Amato.Ai vertici della banca campana invece la Procura “contesta di aver concorso a causare il fallimento della società ‘Antonio Amato & C Molini e Pastifici in Salerno spa’, in quanto, pur nella consapevolezza dello stato di dissesto finanziario dell’azienda, ne hanno aumentato l’insolvenza con operazioni dolose di erogazione di credito poste in essere in violazione della vigente normativa bancaria in quanto realizzate in assenza di fatture e sulla base di assegni post datati”, dice la nota della Finanza.(agenzia reuter)