Chi l’avrebbe mai detto che ci sarebbe stata una nuova edizione del cinema stiglianese …
La vita è piena di sorprese; la più stupefacente è questa del nuovo cinema stiglianese. Mai e poi i fratelli e gli amici avrebbero immaginato di ritrovarsi al cinema sotto le stelle di Stigliano con il contributo di Alberto Monaci. Ovviamente la serata cinematografica stiglianese non ha la forza di competere con il cinema d’essai del panificatore Antonio Sclavi ma la statura dei partecipanti supera notevolmente il pubblico che attrae lo Sclavi. La prima edizione del cinema stiglianese risale agli anni ottanta quando Gigi il pianista era in piena ascesa (non mistica) e per ricordare quella mitica serata vi riproponiamo la lettura di questo capolavoro giornalistico https://shamael.noblogs.org/?p=3184
Questa nuova rassegna stiglianese si è svolta senza la presenza di Gigi il pianista; lo scettro del sultanato in questo momento è saldo nelle mani dell’enfant prodige Aldo Berlinguer, così come la regia della serata cinematografica. Le novità di questa nuova edizione “cinema stiglianese 3.0” sono molte,cominciando dall’ospite d’onore: Bruno Valentini, il George Cloney del bar dell’orso. Non è passata inosservata la linea design delle sedie, dei tavoli e degli scopini (ubicati nei due bagni con tanto di carta igenica firmata); e ha lasciato basiti la disposizione dei tavoli per consumare il pasto prima della visione del film: tavoli a castello per marcare la gerarchia all’interno del sultanato di Stigliano. E la novità in assoluto è stata la scelta del film: non più “Amici miei” come nella passata edizione. Gli ospiti? Tutti rigorosamente schierati con Bruno Valentini e tutti rigorosamente fedeli alla linea della cricca universitaria. Il nostro infiltrato ha riassunto la serata in un pizzino che ci è stato recapitato con un piccione 4.0. Buona lettura.
La serata inizia armonicamente e serenamente sotto un bagliore mistico della luna stiglianese;le luci delle torri di Stigliano, il venticello profumato,il suono delle onde del fiume Brenna, due gufi copulanti, il silenzio del bosco adiacente. Alle 20 arrivano i primi ospiti; all’ingresso del sultanato tre camerieri diversamente alti pronti ad accogliere i convitati. Sfilano in ordine: Bruno Valentini, Raffaella Senesi (in rappresentanza di Monaci), Roberto Morrocchi, Gabriella Piccinni, Maurizio Bettini, Guido Sani, Angelo Criccaboni, Ines Fabbro, Alessandro Starnini, Fabio Berti, Massimo Bernazzi (con autista), Mauro Cresti (con la raccolta delle opere di Robespierre), Saverio Carpinelli, Maurizio Boldrini con in mano il poster di Piero Tosi, Roberto Barzanti con in mano la raccolta delle sue supercazzole pubblicate negli ultimi 6 mesi, Adriano Chiantini, Floriana Colao con la tenda della cultura e una rappresentanza di turisti giapponesi. Ad attendere gli ospiti al centro del giardino il figlio del musicologo e grande esperto di fondi comunitari, l’ex membro del cda di banca Antonveneta Aldo Berlinguer (padrone di casa e gran cerimoniere della serata). Dopo vari abbracci, baci e strette di mano gli ospiti prendono posto ai tavoli a castello; prima di accomodarsi il Criccaboni ringrazia Raffaella Senesi per quel famoso sms di congratulazioni che la fedelissima del Monaci aveva inviato allo stesso Criccaboni quando fu nominato rettore abusivo dalla Neutrina. Non sono passate inosservate le lacrime di nostalgia di Boldrini mentre calpestava quell’erba che negli anni ottanta aveva visto crescere una delle cricche universitarie più dissestatrice del mondo occidentale. Aldo, ringrazia tutti e dopo aver letto un messaggio di Gigi il pianista, comunica a tutti che il sultanato ha incoronato come candidato a sindaco Bruno Valentini (applausi non spontanei dei presenti). Superati i convenevoli, Aldo invita Roberto Barzanti per una lectio magistralis sul “sesso degli angeli” e nel corso della lettura i camerieri diversamente alti iniziano a servire dei crostini e delle torte salate e del vino offerto dalla cancelleria di Bettini. Conclusa la lectio magistralis di Barzanti, una frenetica e rumorosa discussione sulla scelta del film rallenta il sereno corso della serata. Tra berci e grida in latino decidono di mettere in votazione la scelta del film. Istintivamente, George Clooney alza la mano e annuncia la propria candidatura alla votazione (silenzio tra gli astanti). A quel punto, sempre il giovane Aldo, informa Bruno che le primarie ci sono già state e che lui non può partecipare, in quanto non è un film. Parte la competizione sul film. Boldrini propone la visione del film “Il clan dei marsigliesi”, Barzanti propone la visione di un documentario “sulla vita notturna delle volpi del deserto”, Guido Sani propone la visione di tutte le puntate della fiction sulla vita di Totò Reina “Il capo dei capi”, il Morrocchi propone una partita a briscola,il Valentini propone il film “Intrigo a Berlino. All’improvviso si alza Bettini e propone la visione di un film francese, una commedia esilarante “La cena dei cretini”. La votazione si conclude con la vittoria de “La cena dei cretini”.
Si spengono le luci e inizia la proiezione. Verso la metà del film un elicottero rumoroso sorvola il giardino stiglianese e tra la sorpresa e la preoccupazione di alcuni gli ospiti rimangono con il fiato sospeso per 5 minuti. La proiezione del film riprende quando capisconi che si tratta di un elicottero dei vigili del fuoco. Chissà a quale corpo dello Stato avranno pensato appartenesse l’elicottero???!! Fine della serata.
Cari cittadini ricordatevi che a seguito della prima edizione del cinema a Siena si è verificato un dissesto complessivo delle istituzioni. E i protagonisti son sempre gli stessi. Lasciateli al cinema e non votateli più.
Nuova edizione del cinema stiglianese!!! Guest star della serata: Bruno Valentini, il George Cloney del bar dell’orso – La visione del film disturbata da un elicottero(fiato sospeso per 5 minuti) – Il cinema post-dissesto
Aprile 26th, 2013 | Note redazionali
5 comments ↓
Siena cambia….perché tutto rimanga come prima!
E’ veramente un lembo di Sicilia.
ma cosa pensa il Valentini in materia di università? Spero non vada a lezione da M.B. (quello piccolo), ma mi tocca rilevare che sul declino drammatico dell’università senese, i cucitori del “groviglio armonioso” hanno steso una coltre di inquietante silenzio; qualcuno pensa solo a salvare le proprie natiche e quelle del proprio ristretto circolo, altri cercano di distogliere l’attenzione dal fatto che di giorno in giorno l’ateneo perde un pezzo dopo l’altro: eccellenze cancellate, scuole dissolte, ricercatori fuggiti e disseminati in mezzo mondo, pensionamento di circa il 50% del personale docente entro il 2020 (ovviamente senza turn over): cosa resterà alla fine? Che razza di “risanamento”? Io mi domando con che faccia un qualsiasi candidato si presenti a Siena tacendo su questo scandalo: se sul MPS l’attenzione è sempre vigile, sull’università è sceso l’oblio, favorito da soporiferi comunicati circa un improbabile “risanamento” invero molto surreale di cui non si vedono né la direzione, né gli effetti, così come da un’ipocrita demagogia (abbracciata oramai a destra come a sinistra) contro la cultura “che non dà da mangiare”. Leggo una dichiarazione della neoministra Carrozza, a commento delle cose senesi, rilasciata mesi or sono: “Il piano di risanamento si sta attivando con costi alti, a partire dalla riduzione del numero di docenti, purtroppo inevitabile”. Orbene, ci informa il prof. Grasso, che tale riduzione, non ammonta a cinquanta o cento persone, ma a METÀ dell’intero corpo docente! Possibile che nessuno si interroghi sulle conseguenze?
..calabria imperat
Kutuzov ci sembra abbastanza evidente che cosa pensa il Valentini dell’Ateneo: da sua dichiarazione bisogna stare al risultato delle elezioni e accelerare il piano di risanamento (quale? non si sa …). Hai voglia a dire e berciare e sgolarti che stanno fottendo metà dei docenti, che l’Ateneo ha i bilanci disastrati, che le elezioni sono irregolari, che i ministri che si sono ad oggi succeduti (e quella nuova sembra uguale) se ne sono stracatafottuti, che la magistratura dorme di fronte agli esposti (decine a questo punto) salvo poi far scattare l’obbligatorietà dell’azione penale solo quando quel cialtrone del Criccaboni querela Grasso (per cosa dio solo lo sa). E’ tutto inutile. TUTTO. Il duo del disastro oggi è sparito completamente dalla rete e dalla carta stampata immaginiamo aspettando che passi la nuttata (le elezioni amministrative) per poi saltare immancabilmente sul carro del vincitore che risulterà alfine padrone assoluto di un cumulo di macerie fetide che ricomprenderanno Università, Ospedale, Banca, Santa Maria della Scala, ASL 7 e quanto altro sia possibile. Verrà dato qualche pasticcino alla Cooperativa Solidarietà (confermando così la massima nietszcheana che la carità è tanto vergognosa per chi la fa quanto per chi la riceve) e poi si ricomincerà la solita tarantella sul governo che taglia i fondi, sulla CRUI che strepita inascoltata (bugia!), sui rettori che vanno col piattino in mano da Carrozza che va col cappello in mano da Saccomanni il quale le dice che soldi non ce ne sono perché si è sospesa l’IMU, si è fatto il reddito di cittadinanza e patatim e patapam. Il tutto ovviamente fregandosene del fatto che se non formi la gente a stare al mondo il declino è inevitabile.
Il tempo naturalmente gioca a favore di Cricca e Fabbro e a sfavore della cultura e dell’istruzione. Rimarranno ancora per un po’ le rendite di posizione (faccio qualche esempio: un terzo dei docenti a medicina, 22 storici contemporanei, 12 o 15 antropologi e così via), fino a che il tutto diverrà assolutamente insostenibile e però si sarà perso il treno della federazione perché non sia mai che a qualcuno dei 22 storici contemporanei tocchi prendere il treno e andare, che so, a Pisa o a Firenze oppure che a qualche esubero fiorentino o pisano tocchi venire a Siena. Scherzi? E non è che gli altri candidati a sindaco (a parte Laura Vigni e Maurizio Montigiani, ma questo ultimo ora è rientrato in uno schieramento che ancora una volta NON HA DETTO UNA PAROLA SULL’ATENEO) siano tanto meglio del Valentini. Noi lo diciamo da anni: la chiave di volta del sistema è l’Università. Il male nasce di lì per propagarsi a tutto il sistema. Siamo rimasti inascoltati e francamente siamo vicini a romperci i coglioni di sbraitare al vento. Anche perché a brevissimo sarà tutto inutile vista la crisi di liquidità cui va incontro l’Ateneo. Vediamo quando manderanno a casa 2 o 300 tecnici amministrativi (naturalmente sempre senza criterio alcuno) se qualcuno si sveglia, ma a questo punto è lecito dubitarne.
Dio m’arrabbi se sono andato al cinema…. vorrei proprio sapere chi mi ha visto in sala 😉