Forse è il caso che in ateneo, insieme a molte altre leggi che violano di continuo, si diano un’occhiata anche alla L. 150/2000

Ci pareva strano che si desse pubblicità smodata alle bischerate di cui abbiamo parlato qui e qui. Perciò abbiamo fatto delle indagini e siamo venuti a scoprire che l’esaltazione sconsiderata dell’esportazione dei vampiri del mondo antico e dei caldarrostai dell’epoca degli Antonini nel Sol Levante proviene da un comunicato stampa diramato dall’ufficio stampa dell’Ateneo medesimo. Sulla base di questa scoperta facciamo qualche osservazione, partendo intanto dalla constatazione che gli uffici stampa degli enti pubblici sono previsti per legge, la legge 150/2000 che potete leggere qui. Letto? Bene! Ora le osservazioni:

1) Nell’ateneo ci sono quasi 900 docenti. Come mai si diramano comunicati stampa solo per i genii di via Roma 56/57? In questo caso 57?

2) Non è che chi è responsabile dell’ufficio stampa dell’ateneo ha per caso qualche conflittino di interesse familiare, trattandosi di Bettini, Bettalli, (periz)Omar Calabrese e via discorrendo?

3) La legge recita:

5. Le attività di informazione e di comunicazione sono, in particolare, finalizzate a:
a) illustrare e favorire la conoscenza delle disposizioni normative, al fine di facilitarne l’applicazione;
b) illustrare le attività delle istituzioni e il loro funzionamento;
c) favorire l’accesso ai servizi pubblici, promuovendone la conoscenza;
d) promuovere conoscenze allargate e approfondite su temi di rilevante interesse pubblico e sociale;
e) favorire processi interni di semplificazione delle procedure e di modernizzazione degli apparati nonchè la conoscenza dell’avvio e del percorso dei procedimenti amministrativi;
f) promuovere l’immagine delle amministrazioni, nonchè quella dell’Italia, in Europa e nel mondo, conferendo conoscenza e visibilità ad eventi d’importanza locale, regionale, nazionale ed internazionale

In quale delle fattispecie sub a), b), c), d), e) ed f) rientra il comunicare urbi et orbi che l’estensore di odi disgustose al Faraone di Pescia nonché apologeta del dissesto e dei dissestatori, nonché dissestatore egli stesso, nonché consumatore di cancelleria allo Squero di Rimini Maurizio Bettini va a raccontare scemenze in Giappone? No, perché siamo curiosi. Sub a) non è possibile sistemarla perché le normative di cui si parla tutt’al più riguardano le lavandaie durante la guerra tra Mario e Silla; sub b) neanche perché acquistare 30 bottiglie di cancelleria allo Squero insieme a Schiavone non ce la sentiamo di definirla attività istituzionale; sub c) saremmo tentati di dire che tali iniziative tutt’al più favoriscono l’accesso ai servizi igienici; sub d): ma scherziamo? sono temi di rilevante interesse pubblico e sociale? Chiamiamole col loro nome: sbrodolate senza costrutto; l’ipotesi sub e) è fuori dal mondo e quella, per concludere, sub f) più che promuovere l’immagine si parla di andare a fare figurette, anche più grosse di quelle che fanno tutti giorni, a svariate migliaia di kilometri da Siena, in un Paese già duramente colpito da catastrofi nucleari e calamità naturali, per cui non hanno certo bisogno di essere sulteriormente dissestati.

Sarà il caso di rileggersela per benino questa legge e smettere con l’esaltazione di queste buffonate oppure si ha intenzione di continuare ancora parecchio? No perché ne avremmo le scatole piene di veder sputtnati soldi pubblici in questo modo infame. Tsé.

Riproponiamo questo fotogramma immortale con la didascalia: COMUNICATORIIIIIIIII!!!

9 comments ↓

#1 Allodola on 03.15.12 at 00:29

In un’intervista alla Stampa l’estensore della Ode a Piero Tosi dichiarava: “Appena laureato ho scritto un articolo sull’allodola dei romani, che apriva un discorso sulla simbologia degli animali, pensiamo alle
rappresentazioni dell’anima come ape o farfalla o pipistrello.” Pensiamo invece ai soldi spesi per il Glicine…

#2 L'intervista col vampiro on 03.15.12 at 00:35

perchè non ci illustrate le gesta accademiche di una collega di Bettini: Silvia Ronchey? A proposito ecco la Ronchey che intervista il vampiro http://www.silviaronchey.it/articoli/interviste/interviste/m_bettini.html

#3 Incazzata on 03.15.12 at 00:41

leggete un po’ che troiai combinavano

http://www.andu-universita.it/2004/05/18/normalissimi-componenti-di-consigli-di-facolta-nostrani/

#4 Dei geni della comunicazione on 03.15.12 at 00:50

Un altro comunicatore di fede berlingueriana-tosiana nel 2003 scriveva queste cose(chissà come mai oggi non scrive niente sulla fine ingloriosa della cricca universitaria?)
“Adesso l’Università di Siena ha più del doppio degli studenti di allora, circa ventimila, ma il gene di “piccola Oxford” è nel Dna, iniettato dal rettore degli anni Ottanta, Luigi Berlinguer, e alimentato dal suo successore negli anni Novanta, Piero Tosi.” Firmato, Maurizio Bologni

#5 Apologia di dissestatori on 03.15.12 at 00:54

Ecco cosa affermava su Piero Tosi il latinista Bettini il 15 novembre 2004 durante la seduta del senato accademico: “Il Prof. Bettini, in particolare, ritiene opportuno motivare espressamente il proprio
parere, facendo riferimento alla attuale grave situazione in cui versano tutti gli Atenei: situazione
rispetto alla quale il Prof. Tosi, quale Presidente della CRUI, esprime la miglior garanzia possibile
per l’intero sistema universitario.”

Bravo Bettini!!! Il Tosi è stato una bella garanzia…

#6 Lo Squero on 03.15.12 at 01:02

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/23/abuso-dufficio-e-spreco-di-denaro-pubblico-a-firenze-i-big-del-pd-finiscono-nei-guai/159606/

“Come si è potuto andare avanti così per anni? I documenti contabili sarebbero stati modificati, occultati o smarriti. Oppure palesemente inventati come nel caso del pranzo tra Schiavone e Bettini a Lo Squero di Rimini, un pranzo motivato “col coordinamento della ricerca” ma in realtà per la Finanza “è un evento personale”. Di sicuro, ad esempio, sono state acquistate di 30 bottiglie di vino fatte passare per materiale di cancelleria.”

#7 mariella on 03.15.12 at 02:03

I sultani e i patologi come gli Antonini? “A volte, tre dei cinque “buoni imperatori” del II secolo vengono raccolti in una dinastia degli Antonini, che tuttavia non è una dinastia in senso stretto: gli imperatori infatti salivano al trono non in seguito alla loro parentela, ma in quanto scelti come successori dal loro predecessore, dal quale venivano formalmente adottati.”

#8 francesca on 03.15.12 at 12:42

Aggiungo questa: la moglie di Bettini, Alessandra Maria Mariotti , associata di matematica, è stata spostata da Pisa a Siena, per seguire l’eroico marito. ma siccome a Matematica erano già pieni l’hanno ben sistemata a Farmacia. non sarà mica che anche qui c’è lo zampino dell’ Angelo Custode?

#9 francesca on 03.15.12 at 17:24

e questa, che si riferisce alla commissione cultura della CRUI (tra i componenti Bettini, ma guarda un po’) che propose la nomina di super professori superstipendiati . leggete:

L’Unità 27 Apr. ‘04

CATTEDRATICI VIP SUPERSTIPENDIATI

Facciamo riferimento ad alcune recenti ipotesi di “ottimizzazione” del Sistema
Ricerca del nostro povero Paese: la creazione di “centri d’eccellenza” e 1a
proposta presentata alla Conferenza dei Rettori Italiani (Crui) da parte della
sua Commissione Cultura. Secondo questa proposta, ogni Preside di Facoltà potrà
proporre al Rettore un certo numero di “superprofessori” che avranno diritto a
“un incremento di stipendio che può arrivare fino al 50%”. Inoltre potrà “godere
di preferenze” nell’attribuzione dei fondi di ricerca. Nulla viene detto sui
criteri di valutazione (così controversi nel nostro Paese: e si pensi che anche
l’acquisizione dello status di Centro di Eccellenza procede per strade
tutt’altro che trasparenti). Nulla si dice della durata di questo privilegio
(forse per sempre dal momento dell’acquisizione?). E mentre si propone questa
anomala figura di Il superprofessore”, si offrono ai giovani che aspirano alla
ricerca solo anni di precariato. Coerentemente con questa impostazione, un paio
di giorni fa anche il Direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa ha
auspicato “riconoscimenti anche stipendiali a chi fa meglio e di più”.
Queste ipotesi di ristrutturazione e liberalizzazione del sistema universitario
italiano su base “salariale” ci sembrano nefaste ed irriverenti nei confronti di
una grande tradizione del nostro Paese. È stato il desiderio di capire, di
conoscere, di sapere e l’impegno a disseminare le conoscenze che hanno animato
le più briganti scuole di sapere del nostro Paese (una per tutte, quella di
Edoardo Amaldi). Noi abbiamo avuto la fortuna di avere Maestri che sarebbero
inorriditi a fronte di queste proposte. Forse è per questo che la proposta ci
sembrava così sconcia da non essere credibile. Invece risulta vera.
Non è certo soltanto un regime premiale ciò che ci appare distorcente, quanto
l’idea che si intenda rendere beneficio “ad personam” e senza un trasparente
processo di valutazione super-partes. Andrebbero premiate le attività di maggior
pregio attraverso finanziamenti “per ricerca” (assunzione di giovani,
laboratori, etc.).
Forse uno dei nostri difetti è quello di credere ogni giorno di avere toccato il
fondo: prima le “riforme” del Cnr, dell’Asi, dell’Infin, poi l’invenzione
dell’itt., poi la “riforma dell’Università. Adesso i cattedratici Vip. E così,
dobbiamo continuamente ricrederci. È vero che i nostri intellettuali hanno
antica tradizione a fare da mosche cocchiere: furono solo 12 (dodici) i
Professori Universitari che si rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo: ma
allora era in ballo, per molti, la possibilità di sopravvivere, di portare uno
stipendio (non un “superstipendio”) a casa. Oggi, francamente, non ci sembra che
sia poi più che tanto rischioso rifiutare di adeguarsi e, in alcuni casi di
“transfughi eccellenti”, mantenere almeno memoria di scelte e prese di posizioni
personali. È troppo pensare che le eventuali risorse destinate al premio
(ammesso poi che ci siano) avvantaggino il bene pubblico e non gli amici dei
governanti?
Carlo Bernardini, Rino Falcone, Francesco Lenci, Giulio Peruzzi Osservatorio
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