PD e il suo inevitabile sgretolamento. Cresce l’insofferenza interna al PD verso certi metodi giudicati arroganti

Forse cominciamo ad esserci. Forse, anche nella realtà senese comincia a scappar fuori quella consapevolezza che le imposizioni continue e le prese in giro non sono più accettabili. E fino a che a dire queste cose è il cittadino comune che non crede più alle promesse di un candidato “on demand” e non trova più sopportabile che ci sia un partito (o una determinata parte di alcuni suoi componenti) che pretende di comandare su tutto e tutti è una cosa. Ma quando tale sentimento di insofferenza ce lo hanno anche autorevoli dirigenti ed eletti interni allo stesso PD, beh, la musica comincia ad essere totalmente un’altra.

La vicenda politica del PD di Chiusi (ed è bene precisare che è vero che la querelle riguarda Chiusi – dove peraltro si vota a maggio – e non Siena, ma il filone del gruppo dirigente del PD chiamato in causa è lo stesso che gestisce anche il PD senese) apparsa sulla stampa locale, non fa altro che far urlare ancora una volta “Il re è nudo!“.
A leggere, infatti, ciò che viene eccepito da una parte assai consistente del partito a Chiusi non ci stupiamo affatto.
Lo scontro che ha dato fuoco ad una miccia accesa da tempo riguarda la condivisione dei punti programmatici in vista delle elezioni ma, soprattutto e al solito, le modalità ed i metodi con cui vengono condotte le trattative e le scelte. Ossia, come avviene anche da altre parti Siena compresa, ci sarà senza dubbio il solito e ristretto gruppetto di soloni che, non rendendosi conto che l’aria è cambiata, prendono, si riuniscono in tre o quattro in una stanza della federazione e decidono per tutti al grido di “Se vi fa è così, se no ciccia”. Solo che a forza di comportarsi così va a finire che “se no ciccia” saranno gli altri a dirlo a loro. Ma questa ristretta cerchia del vecchioestablishment diessino è sicura di essere nelle condizioni di tirare così tanto la corda fino al punto di farla spezzare? Hanno pensato, lor signori, che dopo tutti gli anni che ci hanno messo per affrancarsi da quella parola che li caratterizzava (comunisti) e che tanto oggi li repelle, sono ad un passo dall’esserci ricacciati a passo di carica? Solo che quando torneranno in quell’angolo troverannocompagni che in tutti questi anni non si sono vergognati delle loro origini, anzi, hanno portato avanti con fierezza idee e programmi propri della sinistra.
Quelle stesse idee e programmi che i diessini sono anni che hanno ripudiato.
Ogni volta che sentiamo o leggiamo di tali atteggiamenti prepotenti, ci chiediamo se questi Diessini non leggano ogni tanto anche i quotidiani nazionali. Si sono resi conto o no che all’interno del PD è un fuggi fuggi continuo? Si sono resi conto o no che la maggior parte della componente cattolica/moderata proveniente dagli ex Popolari poi ex Margherita è sempre di più ad un passo dal togliersi di torno? E che fino questa componente non si è mossa solo perché sembravano imminenti le elezioni anticipate? E che, sfumata quella prospettiva, è già ripartita di gran carriera la corsa a vedere quali potrebbero essere i possibili approdi per andare via da un partito che somiglia sempre più al vecchio PDS con la Quercia nel simbolo?
Facciamo un pronostico. Elezioni amministrative. I Diessini, permanendo questo scenario (e in due mesi è difficile che cambi) comunque andranno le elezioni saranno in minoranza perché è altamente probabile che molti degli eletti nelle liste del PD di area moderata, nel corso del mandato, passeranno con altri partiti, chi nell’UDC, chi nell’Api ma di certo non resteranno a farsi comandare a bacchetta da metodi che possono essere accettati solo da chi viene da cultura PidDieSsina doc.
Questo, giusto per ricordare e far riflettere sul peso politico che ha e, soprattutto, avrà, il candidato Ceccuzzi.
Firmato
La Primula Rossa