Una lente di ingrandimento per Micheli e la Di Benedetto

Ringraziamo innanzi tutto il Consigliere provinciale di maggioranza di Siena Antonio Giudilli per le belle parole che ha scritto sul suo blog nei nostri confronti a seguito degli incoerenti e ingiustificati attacchi di Lorenzo Micheli della FLC  CGIL (leggi qui il blog di Giudilli). E sono palesemente ingiustificati questi attacchi, come del resto ci appare ingiustificato l’esposto annunciato dalla Di Benedetto, visto che Micheli afferma

… perché è stata ingiustamente accusata da Fratello Illuminato di aver, quale rappresentante della CGIL, aiutato a far passare un concorso pubblico ad un altro esponente del nostro sindacato

Informiamo Micheli e la Di Benedetto che noi questa cosa non l’abbiamo mai scritta e quindi riportiamo il passaggio relativo alla Di Benedetto:

Marco Iacoboni, per esempio, che nel 2001 partecipò ad un concorso ad Arezzo nell’area biblioteche, nella commissione del quale c’era la rappresentante CGIL Di Benedetto per 29 posti, arrivò per l’appunto ventinovesimo. Vennero prese due persone da quel concorso: la prima e la ventinovesima. Quali criteri sono stati adottati? Epoca Tosi, naturalmente.

Dove sarebbe scritto che la Di Benedetto ha aiutato lo Iacoboni? Semmai le frasi del Micheli sono diffamatorie nei nostri confronti e contemporaneamente siamo a porre ancora una volta la domanda: come mai sono stati presi il primo e il ventinovesimo (non dalla Di Benedetto)?

Quindi non si capisce su quali basi un sindacato, invece di difendere i lavoratori e invece di accanirsi nei confronti dei dissestatori, strumentalmente alza un polverone coll’aiuto mediatico del suo giornalista di riferimento Stefano Bisi contro di noi.

Perché Micheli non pone questa domanda ai Magistrati? Come mai il giornale di Stefano Bisi conosceva il nome di Ines Fabbro come nuovo direttore prima che addirittura fosse bandita la selezione? E come mai tali atti di selezione sono stati sequestrati dalla Magistratura?

Vada a fare tutte queste domande ai Magistrati e non a noi. Gli basta attraversare la strada.

Maestro James e Cesare Mori