C’è qualcuno che pensa di essere furbo quindi è bene chiarire

Allora c’è qualcuno che pensa di essere furbo e fa il saccentone infischiandosene di quattro anni di lavoro altrui, non certo il suo. Anzi a proposito di lavoro ci sembra che questo furbino (=pirla) abbia delle similitudini sintattiche e argomentative con un altro pirla che fino a qualche mese fa impestava e trollava il blog del Prof. Grasso. Per riassumere le tesi di questo pirla: egli è convinto che il dissesto pauroso dell’Ateneo sia colpa esclusiva del rettore Focardi e della ghenga ciggiellina e sindacale in genere che il Focardi medesimo avrebbe pagato stabilizzando 280 amministrativi inclusa la figlia del Focardi medesimo. Il tutto ben sapendo, sostiene il fava, che i conti non erano disastrati. Ergo con quei 280 è stato distrutto tutto.
Ora: a parte che se noi fossimo quei 280 andremmo in cerca dello scalpo di questo tizio per chiedergli spiegazione (mettiamola così) di cotanta dabbenaggine e cretineria. A parte questo forse è bene fare chiarezza, anche per ingannare il tempo che ci separa dal 6 marzo quando gli organi preposti finalmente cominceranno a tirare fuori le carte.
Le famigerate stabilizzazioni erano previste dalla legge finanziaria 2006 e, nella disciplina, si prevedeva fra le altre cose che non potesse essere stablizzato nessuno che non fosse incardinato, sia pure a tempo determinato, da ALMENO tre anni. Siccome le ultime stabilizzazioni sono state terminate nell’ottobre del 2008 (avanzandone una quarantina che non avevano ancora terminato il triennio in tempo) ciò significa che in ruolo (a tempo determinato) questi signori erano entrati (previo concorso, sia chiaro) come minimo nell’ottobre del 2005 se non prima. Giusto? E allora chi era il rettore nell’ottobre del 2005 (e anche in quello del 2004, del 2003, del 2002 e così via fino a DODICI anni addietro)? Lui!!! Il Faraone di Pescia al secolo Pierino Tosi. E chi era il direttore amministrativo? Lorianino Bigi. Va da sé che tutti questi 280 riscuotevano e per loro venivano pagati i contributi (ehm, beh sì insomma non sempre, anzi quasi mai, ma insomma serve a quantificare il costo). Quindi facevano già parte del disavanzo strutturale che si aggirava già all’epoca intorno ai 30 milioni l’anno.
Ma c’è di più. Un amministrativo costa intorno (a tagliar di grasso) ai 30.000 euro l’anno per un totale di 8.400.000 euro l’anno. Ma il disavanzo si è detto ed è ormai noto che si aggirava intorno ai 30.000.000 di euro l’anno. Avanzano 22.000.000 da giustificare e non si possono spiegare certo con le stabilizzazioni. Giusto? Durante un interrogatorio di garanzia ad un certo direttore amministrativo il GIP ha dimostrato di sapere bene che tra 2005 e 2006 (ante sospensione di Tosi) gli amministrativi erano cresciuti di 280 unità, ma i DOCENTI, grazie alla megalomania (=brama di dissestare enti pubblici antichi e gloriosi) di Tosi e della sua cricca (che includeva, non ce lo dimentichiamo MAI, il Criccaboni in quanto Presidente del Nucleo di Valutazione, Delegato del Polo Aretino e presidente e creatore del CRESCO) erano cresciuti di oltre 200 unità, quasi tutti associati ed ordinari (alcuni dei quali venuti a Siena a chiamata diretta). Il costo medio annuo pro capite di un associato è di 60.000 euro e di un ordinario di 115.000 euro. Forse non è necessario munirsi di pallottoliere per capire dove vanno cercati quei 22.000.000.
Il pirla, che a prima vista dà l’impressione di essere un economista (parla di lease back e usa espressioni tipiche degli economisti), si arrampica forse sui muri scialbati per non far male apparire i suoi presunti compagni di dipartimento? Dipartimento che è se quello che pensiamo noi annovera tra le proprie fila, oltre al Criccaboni, anche il Frediani (=Astrea) nonché il Dringoli che, toh!, all’epoca membro del consiglio di amministrazione, votò a favore della manovra.
Dopo il disastro ovviamente ci hanno rimesso le penne tutti i più deboli, cioè in primis le cooperative, poi gli stabilizzandi non stabilizzati, poi hanno rischiato di rimettercele alcuni ricercatori vincitori di concorso e infine hanno cominciato a gioire, al rettorato, delle morti precoci di alcuni docenti. Infine hanno smantellato, soprattutto ultimamente, una serie di corsi, dipartimenti, master, dottorati, finendo così di macellare completamente la didattica e la ricerca in quanto ci sono andati con l’ascia e col pennato senza curarsi, anche nei prepensionamenti, di salvaguardare alcuni settori scientifici a vantaggio di quelli della cricca imperante. Riportare tutto questo alle responsabilità del solo Focardi è né più né meno che da mentecatti e difatti neanche la magistratura è convinta di questo. E’ invece convinta che per il momento ci siano 18 persone da rinviare a giudizio per reati che vanno dal falso all’abuso di ufficio, cosa che avverrà puntualmente il 6 di marzo andando così a deludere le aspettative di insabbiamento e prescrizione di tutto nutrite dalla parte politica che, tramite queste belle manovre testé illustrate, aveva creato una macchina da consenso con i soldi dei contribuenti.
Hai CALpito, pirla?

4 comments ↓

#1 leccalecca on 09.29.12 at 10:17

Vedo che la lingua batte dove il dente duole. Sono onorato di aver ricevuto un post tutto dedicato a me…. che bello! Visto che al risveglio trovo una così bella novità ci bevo un caffettino e proseguo…. ecco ah. Dunque, non conosco il blog del Prof Grasso che mi si dice essere persona seria. Confermo quello che dici dicendo che anche nell’era focardi, prima che venissero portati i libri in tribunale, sono stati fatti concorsi per ricercatore, per passare da ricercatore ad associato e da associato ad ordinario. Tutti perfettamente e formalmente legittimi ma sostanzialmente truccati. Questo indipendentemente da focardi: è un male dell’università italiana di cui sarebbe meglio prendere atto e iniziare ad abbracciare un metodo di selezione anglosassone sposando anche le responsabilità che una assunzione clientelare porta con se. L’università di Siena come quasi tutti gli atenei italiani non ha una struttura di ruoli piramidale come dovrebbe essere: tanti ricercatori qualche associato, pochi ordinari. E’ più un cilindro…. e come sorpresa dentro non c’è un coniglio ma costi altissimi e malaffare. Dalla tua immensa faziosità continui ad attribuire questo malaffare ad alcuni docenti notabili del PD dimenticando che la gestione dei concorsi a cattedra non dipende dal rettorato ne dalle facoltà (ogni singola facoltà calendarizza i concorsi democraticamente e, a concorso finito, decide la chiamata in ruolo o meno) ma da settori scientifici in cui i responsabili sono degli orientamenti politici più diversi. Essi decidono il membro interno delle commissioni di concorso e facilmente gestiscono il risultato dell’elezione nazionale che nomina gli altri due membri di commissione. Da qui il vincitore del concorso. Tutto legale, tutto truccato ma allo stesso tempo tutto al di fuori di logiche di potere politico. Semmai questo giochino segue logiche di potere accademico in cui si combatte per borse e borsette, contratti di docenza, posti di ruolo per ricercatori, fondi locali ed esterni, spazi e laboratori. Il tutto per accrescere i risultati scientifici, le collaborazioni, gli articoli e le partecipazioni a conferenze e, di conseguenza, il prestigio e lo stipendio del docente. Questo bel giochino è fatto sulla pelle di tanti ragazzi volenterosi e, in definitiva, dei contribuenti ma non è un giochino direttamente connesso alla politica (specie fuori dalla facoltà di economia che non è tutta l’università). Fin qui la docenza. Come ti ho scritto all’epoca della stabilizzazione degli amministrativi il bilancio la spesa per i dipendenti (strutturati) era già ben oltre il 90% (basta dividere la spesa per l’introito…. ci arrivi pure te) del fondo di finanziamento ordinario ma grazie ad artifici di natura amministrativo/contabile veniva fatto risultare inferiore seppur di poco al 90%. Questo permetteva nuove assunzioni ed ha permesso le stabilizzazioni. Il decreto Prodi sulle stabilizzazioni non prevedeva l’obbligatorietà delle stabilizzazioni negli enti pubblici. Dunque se è vero che tutti gli stabilizzati hanno seguito una procedura concorsuale regolare (e sulla sostanza di questo ci sarebbe da raccontarne parecchie….) è vero anche che non era un loro diritto essere stabilizzati. Focardi ha deciso per stabilizzarli comunque. Perchè? Mah siccome, numeri alla mano, Focardi è stato eletto dal personale tecnico amministrativo in blocco lascio a te giudicare il motivo di quella stabilizzazione. Un amministrazione attenta non doveva rinnovare quei contratti alla loro naturale scadenza come accadrebbe in qualsiasi azienda. Vengo dietro alle tue cifre: 8milioni di euro all’anno risparmiati. Venivano spesi anche prima. Male! Era una spesa comprimibile e, dopo la stabilizzazione non lo è stata più. Tant’è che dopo aver tagliato giustamente aragoste e scopini da cesso e assai meno giustamente precari della ricerca e borsisti rimane sempre il debito. Bada bene il debito corrente. Ormai incomprimibile: l’università sopravvive mangiando l’uovo in culo alla gallina – anticipi dell’ffo e vendite immobiliari. Ora, delle pecche della docenza ho già detto. Parliamo degli amministrativi. Fermo restando lo spreco delle stabilizzazioni (preferite alle stabilizzazioni di ricercatori vincitori di concorso anch’essi… tra l’altro) ma siamo sicuri che una università come quella di siena abbia bisogno di più di mille amministrativi? Un mare di gente che non ha qualifiche dirigenziali ma neanche qualifiche per svolgere i servizi di portineria (c’è voluta una cooperativa a sostituirli…. che magheggi….). Un mare di gente pagata poco, che però ha poco da fare e che soprattutto non serve all’obbiettivo dell’università (o core business se pratichi di economia) che è ricerca e cultura. Questo spiega quanto siano buttati via quegli 8 milioni di euro. Tutto questo non sminuisce la gravità dei fatti delle gestioni prefocardi ma cerca solo dare una dimensione non faziosa dei problemi. A fronte di questo te mi dici che focardi è un angelo e tutti gli altri sono criminali? Ma daiiiii!!!! Metti insieme le colpe (presunte….) di bigi e tosi che pesano per centinaia di milioni di euro con la vicenda del bar in cui ballano (a favore dell’università tra l’altro) poche decine di migliaia di euro. Mescoli le frodi con i reati amministrativi e ti crogioli nel vedere tirato dentro figure marginali che però ti permettono di sostenere la tua tesi politica ed i tuoi interessi. Se ambisci a vedere una università nuova che ottempera al suo ruolo istituzionale, parla di tutto distinguendo problemi e responsabilità senza salvare chi ti fa più comodo. Discutere seriamente ed apertamente del ruolo del sindacato nell’università e dell’etica degli amministrativi serve a tutelare tutti quelli che il salario accessorio se lo meritano davvero! Ma finchè nessuno dice che una buona metà degli amministrativi sono inutili….. Vuoi parimenti parlare delle carriere al neutrino di docenti che pesano sul groppone dei contribuenti…. va benissimo! Ma non scagionare ipsofacto il culo più prossimo alla tua lingua perchè non siamo scemi. Sto dicendo qualcosa che divide la base proletaria!???….. Ops! o la base sindacalclientelare…. o solo qualche ganza….
……… tante offese, tanto onore caro il mio leccalecca…. che abbagli ti prendi!

#2 kutuzov on 09.29.12 at 13:10

bada, se dici la verità, prima o poi ti scoprono
(Oscar Wilde)

#3 kutuzov on 09.29.12 at 18:29

scusate, se mi intrometto, ma questo a chi va messo in conto?

“Lo sanno, questi signori, quanto costa il Polo aretino all’università di Siena? Negli ultimi dieci anni, solo per il funzionamento e gli stipendi dei dipendenti circa 130 milioni d’euro. Si aggiungano gli immobili – il Pionta è valutato 25 milioni di euro – e il conto della serva è presto fatto. ”
(http://ilsensodellamisura.com/2011/02/28/arezzo-lo-sa-che-per-tagliare-il-cordone-ombelicale-con-siena-deve-pagare/)

Per Siena è tutto a rimessa: un salasso continuo per far piacere a chi? Al punto che sacrificano corsi di laurea senesi inseguendo inesistenti “progetti” di valorizzazione delle sedi decentrate che oramai sono solo un debito. E non è che da Arezzo vengano grandi tributi di riconoscenza, mi pare (vedi diatriba sulle province).

#4 Shamael on 09.29.12 at 20:02

Passiamo questo commento per dimostrare che non censuriamo nessuno, nemmeno i pirla. Questo non significa che automaticamente un pirla smette di essere tale. Sei scioccamente aggressivo perché – tolte alcune cretinate – i tuoi argomenti sarebbero anche accettabili. Solo che siccome li esponi in modo pirlesco ecco che rimagono vuote chiacchiere.