Tommaso Occami. Tutti in Fortezza!!! Ma siamo sicuri? Proprio tutti?

Bene, bene abbiamo il programma della Festa provinciale del PD in Fortezza. Ebbene dal programma abbiamo appreso che la sera del dieci agosto, quella della caduta delle stelle, ci sarà l’alzata dei calici così come aveva previsto il Comune di Siena. Questa coincidenza rafforza la nostra idea che poi il commissario non sia proprio così imparziale come dovrebbe. A Tansini che oggi parla di turismo sulle colonne di un giornale senese questo episodio, se pur marginale, dovrebbe dire qualcosa sulla concezione che hanno i dirigenti del PD dell’accoglienza turistica e del rapporto di questi con la città. L’articolista scrive di Siena come territorio consumato, io aggiungo a vantaggio di una parte e di un ristretto gruppo di persone. Ma c’é molto altro da dire sulla Festa. Si è mosso tutto il partito toscano con qualche appendice romana in aiuto al PD senese. Segno poco buono, vuol dire che in tutti i dirigenti della Toscana è chiara la fragilità di Ceccuzzi & C. Ma analizziamo bene i contenuti che a dispetto del titolo “Viva, la nostra Siena”, titolo da me già ampiamente criticato, di tutto si parla tranne che di Siena. Festa decontestualizzata che poteva andare bene a Piombino come a Massa e Carrara o in un cantone svizzero. Non si affrontano i problemi della città, caro Tansini, forse perché avrebbero dovuto fare i conti con la cattiva amministrazione che in questi anni sono stati capaci di mettere in essere. O perché non sanno come uscire dalla crisi di Siena e quali ricette adottare. Lo stesso Profumo, che forse avrebbe fatto meglio in questa fase a non andare, parlerà dell’Europa. Ci sarebbe piaciuto un bel contraddittorio con Mussari e con le domande dal pubblico. Saremmo stati curiosi di sentire dalla viva voce del presidente le critiche alla gestione passata di cui non si risparmia negli incontri più riservati. Non so, ad esempio, un Ceccuzzi che spiega agli iscritti del suo partito gli interventi di elogio nei confronti del Mussari subito dopo l’acquisizione dell’ Antonveneta, per vedere la faccia di Profumo. Ma il politburo ha deciso, in modo perentorio, le epurazioni e tranne i beneficiati Piazzi & C., molti sono gli assenti. Fuori Mussari, fuori la componente degli ex margheritini dai dibattiti tranne Mancini che parlerà di un generico sviluppo economico insieme al dalemiano Turchi. Quest’ultimo messo nel consiglio di amministrazione a tutela degli interessi della senesità. A controllare delle vecchie volpi, soltanto che non gli hanno detto che alcune di esse sono entrate di recente ma altre è molto tempo che bivaccano nel pollaio. A proposito della componente della ex margherita è difficile pensare che il PD possa risolvere la questione legata al fattore cattolico con la semplice emarginazione dei suoi rappresentanti più significativi. Ah! già, scusate c’é sempre il Brandani e il Senni di riserva con la benedizione di Casini e del grossetano Sani. Peccato che l’UDC appena ha affermato di volersi alleare con il PD ha perso due punti e mezzo percentuali, chissà quanti ne perderà in compagnia di SEL. Costretto anch’esso a fare marcia indietro sulle alleanze. Ma la gestione amministrativa unifica e di esempi di maggioranze come quella sopra descritta in Toscana ce ne sono tante. Proprio a Grosseto e stante la diminuzione delle provincie il disegno istituzionale toscano potrebbe ritornare al Dipartimento dell’Ombrone di napoleonica memoria. Tutto bene a tavolino poi però ci sono gli elettori e il rapporto di quest’ultimi con la politica. Ma torniamo alla Festa siamo certi che il professore di Colle non farà mancare la sua presenza al dibattito organizzato con il presidente della commissione garanzia nazionale, Luigi Berlinguer. Sarebbe stato interessante domandare a Mancini, se gli organizzatori avessero organizzato un dibattito specifico, se rispondono al vero le notizie apparse stamani sul Sole 24 ore a proposito di una rivisitazione dello statuto dell’ente da lui presieduto. Perché é chiaro che qualcuno l’ha voluto quell’articolo non è caduto dal cielo come le stelle. Se fossero vere, le notizie, chi sarebbero i committenti di tale rivisitazione statutaria il commissario del Comune insieme a Bezzini, cosa strana, o chi per essi? È un lavoro dovuto dall’ingresso dello Stato nella Banca , dalla ristrutturazione delle provincie o dalla volontà di inchiavardare lo Statuto sugli enti locali visto il futuro irrilevante che la Fondazione andrà ad assumere nel prossimo futuro. Ma chi ha dato il mandato di lavorare sulla trasformazione dello Statuto? Comunque di cose senesi non si parla, quindi! Ma l’opposizione se ci fosse potrebbe almeno battere un colpo!

N.B. Non siamo sicuri se sarà presente il giornalista della tes<>tata Spiegel e se questo ha accettato l’invito a vedere il Palio a spese del Monte fattogli da Ceccuzzi. Tanto Siena è cosa nostra come dice il titolo della Festa del PD.

T.O.