Abbiamo scoperto per ammissione degli stessi interessati che due persone a Siena hanno fatto e stanno facendo un lavoro che non è il loro. Il primo è Giuseppe Mussari che candidamente ha affermato che il problemi della banca sono di poco conto perché imputabili soltanto a questioni contabili. Cerchiamo di mantenere la calma! E rispondiamo all’inadatto Mussari che almeno a Siena quando si parla di pareggio di bilancio si fa riferimento al famoso poggio e buca. La questione per il Monte è la medesima: ci dica il banchiere dell’anno chi riempirà e come la voragine che lui e i suoi tecnici hanno creato? L’affermazione più importante l’ha fatta il presidente del collegio sindacale Di Tanno rispondendo a una domanda specifica fattagli da un socio: la valutazione dell’Antonveneta predisposta dopo l’acquisizione è di due miliardi e trecento milioni. Visto che tale affermazione è stata riportata da molti giornali e che ormai è un fatto pubblico, perché qualche magistrato non si prende la briga di andare a vedere come effettivamente si sono svolte le cose? I Senesi sarebbero interessati a sapere la verità!
L’altro che ha candidamente ammesso di non essere l’uomo adatto per ricoprire il ruolo che le circostanze gli hanno assegnato è Franco Ceccuzzi, sindaco da un anno! La materia economica non gli deve essere particolarmente congeniale nonostante gli interventi da lui letti in commissione finanza ai tempi dell’esperienza parlamentare. Via via che passano i giorni ci si accorge che la situazione finanziaria del Comune di Siena è più seria di quanto si voglia far credere e si viaggia, ormai, sul filo del dissesto economico. Si faccia consigliare, il sindaco, da due personaggi di primo piano: dal suo vicesindaco Marzucchi, che molto conosce della gestione Cenni e dal “gesuita” Bianchi che di bilancio se ne dovrebbe intendere. Consigliere e assessore, cenniani, voluti fortemente da Ceccuzzi e oggetto di accordi politici preelettorali. Spero che in molti si ricordino delle scheggiate marzucchiane per riavere il posto di vicesindaco e un futuro da membro della Fondazione.
Ma la cosa che colpisce è l’arroganza con cui si muovono i due inadatti. Il primo, Mussari che rivendica tutto quello che ha fatto, insieme ai suoi dirigenti, senza manifestare neppure un minimo di autocritica. L’altro, il Ceccuzzi appena arrivato da diversi anni di vacanza ad Antigua, che cadendo dalle nuvole fa riferimento a una presunta pugnalata ricevuta alle spalle da parte del suo partito. Mentre la tragedia politica si svolge, la risposta è sempre la solita: basso cabotaggio, minacce, offerte a fronte di qualche voto e non è difficile immaginare a chi siano state rivolte tali attenzioni. Sarebbe bene, invece, che ad esempio Bezzini, raccontasse ai suoi consiglieri di quanti soldi ha bisogno l’ente da lui diretto e i comuni della provincia per chiudere i bilanci. La sensazione che si riceve è che il gruppo dirigente degli ex ds senesi stia per far precipitare buona parte del PD toscano nel baratro. In preda, quest’ultimo, come tutti gli altri partiti, all’attacco dell’antipolitica. Con, peró, qualche problema in più: la crisi del PD nazionale e la crisi economica che sta investendo in modo peculiare la Toscana.
Ma su tutto brilla la lama del coltello, ovviamente politico, che ha colpito alle spalle il Ceccuzzi che grida ora al tradimento. Ci meravigliamo che un politico di lunghissima data come il primo cittadino si meravigli del tradimento. Chi si stupisce che in politica ci possa essere l’inganno è bene che faccia un’altro lavoro se ce lo ha. Ma poi: chi ha armato la mano del tradimento se non la stessa vittima? Vi ricordo soltanto l’ultimo passaggio regionale quello che ha portato Ceccobao a fare l’assessore e Alberto Monaci il presidente dello stesso consiglio toscano. Le comunità, come ad esempio quelle politiche, muoiono quando la pratica del sospetto, del tradimento, diventa la regola del confronto fra le esigenze diverse che coabitano nello stesso gruppo. Ceccuzzi sa bene con chi e quando è nata questa pratica nella Federazione del PDS senese e quali ne sono stati i protagonisti.
Gli consigliamo di trovare un’altro terreno di confronto e di dimostrare le sue capacità. Se queste non ci fossero ne prenda atto e permetta l’apertura di una nuova fase nella vita amministrativa di Siena.
Tommaso Occami