Prima “si aggiudicano” il bar e poi tutti “a casa di Anna”. Una vicenda che il PD non può ignorare e nemmeno dribblare. Un caso nazionale. Vediamo di smetterla con l’arroganza e fate un grosso passo indietro

Ma quale discontinuità o buona politica: ecco come i dirigenti e i consiglieri comunali del PD senese concepiscono il ruolo delle istituzioni. Ed è vegognoso che ancora il consigliere comunale David Chiti non abbia rassegnato le dimissioni e che nessuno gliele abbia chieste, compresi i consiglieri dell’opposizione. Vi ricordate la vicenda del bar universitario di Via Roma 56 – 53100 Siena (Complesso universitario San Niccolò)? E vi ricordate quando il pupillo di Ceccuzzi, il consigliere Chiti affermava a gran voce “io non c’entro nulla”? A parte che lo stesso Chiti è indagato; ma a parte questo ecco come e quanto c’entra. Questa è una vicenda vergognosa, inconcepibile e che assume una rilevanza notevole. Parliamo dei fatti e citiamo i fatti,documentati durante le indagini (siamo fuori dal segreto istruttorio) e contestualizziamo il tutto per poi collegare questa vicenda ai rapporti politici.

La cronaca dei fatti inizia nell’anno 2008 (come confermato dal dirigente dell’università Carlo Bruni):

(Dichiarazione di Carlo Bruni): “Nessuna ditta, tantomeno la Mamele snc, ha mai presentato formale domanda finalizzata alla gestione del Bar all’inerno dell’ex Ospedale Psichiatrico S. Niccolò”.

(Dichiarazione di Carlo Bruni): “Agli inizi del 2008 il Rettore presentò al sottoscritto il sig. David Chiti. Lo stesso Chiti disse che una società, della quale faceva parte anche sua moglie era interessata alla gestione del bar all’interno dell’ex Ospedale Psichiatrico. La ditta si fece avanti per poter effettuare i lavori all’interno dei locali mentre l’Università avrebbe acquistato l’arredamento.

(Dichiarazione di Carlo Bruni)”: I rapporti sono stati tenuti con il sig. David Chiti, il quale mi fu presentato dal Rettore e, successivamente,con la moglie e gli altri soci della Mamele snc. Il Chiti mi propose di far prendere in gestione il bar, che si sarebbe costruito all’interno della struttura dell’ex ospedale psichiatrico, alla moglie che aveva intenzione di costituire una società. Visto che per detta getione ci saremmo trovati “sotto soglia” credetti opportuno non effettuare alcuna gara.”

Riassumiamo: Il dirigente Carlo Bruni (dirigente di un ente pubblico) a sua discrezione ha deciso di non fare una gara (che era obbligato per legge a fare) per l’affidamento di un servizio bar. Gare che sono state effettuate per tutti gli altri bar universitari. Ma come confessato dallo stesso Bruni, i rapporti li teneva con il Chiti. E infatti senza gara il bar è stato affidato alla società della moglie del Chiti. Ma i rapporti con il dirigente dell’ente pubblico li teneva direttamente David Chiti. Uno come il Bruni dovrebbero allontanarlo dall’ente pubblico,con l’aggravante della giustificazione della suggestiva dicitura “sotto soglia”. Ma non solo: il Bruni è stato sputtanato platealmente dagli investigatori. Il Dirigente Carlo Bruni (esponente della CGIL di Claudio Vigni) aveva affermato di “aver contattato altri soggetti per l’affidamento del bar”; poi gli investigatori hanno interrogato coloro che a detta del Bruni erano stati contattati e gli stessi investigatori scoprono che nessuno era stato contattato dal Bruni. Il bar del San Niccolò è stato affidato senza gara e solamente attraverso i rapporti diretti con David Chiti. Quei due fenomeni di Criccaboni e Fabbro si sono degnati di verificare chi e come gestisce il bar del San Niccolò e soprattutto che provvedimenti hanno preso nei confronti di Carlo Bruni? Ma non vi vergognate nemmeno un pochino? E soprattutto come mai Chiti non ti dimetti immediatamente dall carica di consigliere comunale (visto che il Comune nomina anche un membro del cda dell’università), e come mai il PD non pretende le dimissioni del Chiti, come mai il resto dei partiti di maggioranza non dicono niente e nemmeno le opposizioni? Oggi fate finta di non leggere quanto scritto qui sopra? E il segretario del PD regionale Manciulli e quello nazionale Bersani che cosa pensano di questa vicenda vergognosa che coinvolge direttamente un amministratore del PD? Fate i moralisti e i divulgatori di codici etici a seconda della convenienza? E ancora: siete convinti che dopo tutto quello che è successo su questa vicenda del bar tutto sia legato alla sola inchiesta conclusa? Se domattina uno o più di uno si alzano e si presentano in qualsiasi ufficio giudiziario è presentano uno o più esposti su questa vicenda? La via più ragionevole sono le dimissioni immediate del Chiti e questo è un consiglio saggio a parer nostro.

E ora vai con il “TUTTI A CASA DI ANNA”.

Il 2008 e il 2009 sono gli anni dell’ascesa del pupillo del Ceccuzzi, il discontinuatore David Chiti. Lanciato come un razzo sulle vette più alte della politica senese, il ceccuzziano doc si presenta come un grande organizzatore di incontri e di mediazioni con i “potenti” della città (chissà quanto vere o millantate). Comunque il 2009 è l’anno del mitico incontro “a casa di Anna”: il Chiti invita il Rettore e poi lo stesso Rettore si lascia sfuggire che a “casa di Anna” fra i tanti c’erano il Franco Ceccuzzi, Simone Bezzini, il David Chiti ovviamente, Riccardo Pagni (oggi con Pietra Serena), il notaio Mandarini (iscritto all’associazione Per Siena) e altri allora dirigenti di contrade. Leggendo i nomi ci verrebbe spontaneo dire: già nel 2009 le prime prove di disconinuità e future alleanze politiche? Sicuramente erano tutti a casa di Anna per un cena tra amici e vecchie glorie; o forse per una dissertazione sulla fauna provinciale (vedi la presenza di Bezzini) o forse per parlare dei massimi sistemi. Sta di fatto che erano tutti a casa di Anna. Questo incontro a casa di Anna non è una nostra ricostruzione, ma un episodio documentato attraverso le conversazioni del Rettore e del Chiti. Non c’è nulla di illegale o di diabolico nell’incontro a casa di Anna: è solo il racconto di come spesso e volentieri la politica si muove in città. Ma chi è Anna? Anna è un cittadina senese che non ha nessun ruolo pubblico e quindi non ci sembra corretto divulgare l’identità. Vi possiamo solamente dire che si è impegnata molto per sostenere Ceccuzzi in campagna elettorale. Il buffo di casa di Anna è questo: Chiti fa affidare (nel 2008) il bar alla società della moglie; il notaio dove la moglie costituisce la società è il Mandarini, Simone Bezzini e Franco Ceccuzzi due esponenti di peso del partito del Chiti, e infine lo stesso Chiti che invita il Rettore dell’università dove ha sede il bar affidato alla società della moglie. Erano tutti a casa di Anna.

Avanti con la discontinuità.

P.S. Come mai Pietra Serena non chiede le dimissioni del consigliere comunale David Chiti?

Per la cronaca, visto che il Corradi, il Senni e il De Risi, hanno la necessità di discontinuare la città dai fratelli Monaci, vorremmo far presente che in questa vergognosa e triste vicende dei fratelli Monaci non vi è traccia. E’ piena solo di “discontinuatori”.

Questa storia del bar con molta probabilità potrebbe trovare diffusione nei maggiori organi d’informazione nazionali.

3 comments ↓

#1 gianni acciughi on 04.11.12 at 09:26

vedi il nostro amico!!

#2 Senese disgustato on 04.11.12 at 10:47

Avevo un’attività commerciale che poi ho chiuso perchè non girava la clientela. Ho sempre pensato che c’erano aiuti politici ma mai mi sarei aspettato una schifezza come questa tra quel Bruni e il Chiti. Alle ultime elezioni ho votato il sindaco Ceccuzzi e ho data la preferenza al Marzocchi di Siena Futura. Non venite piu’ a cercarmi mi fate schifo.

#3 Matteo on 04.11.12 at 10:50

Chiti VERGOGNATI!!! Dimettitti velocemente!!