Sulle notte della famosa canzone di Antonello Venditti “Notte prima degli esami”, il musicologo di chiara fama ispirandosi alle nefandezze universitarie ha composto un singolo che grazie ai nostri potenti mezzi siamo riusciti a recuperare nottetempo (forse un terzo al solito posto??). Ecco in anteprima il testo:
Notte prima del decreto
Io mi ricordo quattro nanetti con la vanga
e un patologo sulla spalla,
come gli scopini di Via Roma la vita non li spezza,
questa notte è ancora nostra,
come fanno le neutrini con gli occhiali a farsi sposare dai sultani.
Le seghe delle sei non fanno male,
è solo l’ateneo che muore, è solo l’ateneo che muore.
Iconcorsi sono vicini e tu sei troppo lontano dalle Scotte,
tuo padre sembra Vallanzasca e il tuo concorrente è arrosto,
stasera al solito posto, la luna sembra strana
sarà che non ti vedo da una settimana.
Università t’avessi preso prima, le mie mani sul tuo grano
è fitto il tuo bilancio,
e il tuo peccato è originale come i tuoi sindaci revisori,
non fermare ti prego le mie mani
sulle tue casse piene, chiuse come le chiese
quando ti vuoi confessare.
Notte prima del decreto, notte di polizia,
certo qualcuno potevi già portarlo via,
notte di nani e di patologi col cellulare in mano,
notte di magistrati alla finestra, ma questa notte è ancora nostra,
notte di giovani dissestatori di decreti da firmare e di coglioni,
notte di inciuci di poltrone e di ministeri,
notte di cricche e faccendieri,
la contabilità non sarà mai il mio mestiere,
e gli aerei volano alto tra Stigliano e Arcore,
ma questa notte è ancora nostra,
Ines non tremare, non ti posso aiutare, se il dissesto è dissesto.
Si accendono le luci qui a Stigliano
ma quanti nani intorno che mi viene voglia di cagare,
forse confessare, certo un po’ di sgherri
ma con la voglia ancora di dissestare,
se il dissesto è dissesto – se il dissesto è dissesto – se il dissesto è dissesto –
se il dissesto è dissesto – se il dissesto è dissesto …
P.S. Per i nostri lettori più romantici la versione vendittiana.