Le leggende, che alla fin fine sono delle amare realtà, susseguitesi nel tempo nei dintorni di Via Roma 56-53100 Siena, ci riportano alla mente il mistero dello scannafosso dimenticato. Si vocifera che durante la fine dell’impero tosiano, presi dalla furia (aveva ragione Italo Calvino quando scriveva che bisognava valorizzare la lentezza) di chiudere i lavori per permettere al faraone di sfoggiare il doppiopetto inaugurale, ops… ops, lo scannafosso previsto dal progetto non sia stato realizzato( che volete che sia: se non salti la finestra mangi lo scannafosso!!).
Sarà vero? E’ solo una leggenda o come si suol dire “qui gatta ci cova”? Le alternative sono due: o gli uffici preposti lasciano riposare le gambe della sedia e si recano in Via Roma oppure Angelo Riccaboni prende il telefono, chiama il giornalista d’inchiesta Stefano Bisi e gli chiede di avviare una mega inchiesta giornalistica sul mistero dello scannafosso. In assenza di un puma spenna galline, anche uno scannafosso genera un fascino giornalisticamente seducente. Immagino già la locandina del Bisi: “Lo scannafosso lascia la presidenza e in Via Roma è scomparso dal progetto l’avvocato”. In attesa che qualcuno sveli il mistero dello scannafosso, spostiamoci da Via Roma e soffermiamoci in Via Banchi di Sotto 55.
Forse non ne siete a conoscenza, ma in questa via oltre ad esserci la sede del rettorato, all’interno dello stesso, ci sono due virtuosi personaggi da noi tutti discriminati e sottovalutati. Solo il coraggioso Bisi si era accorto delle doti virtuose del direttore amministrativo Angelo Riccaboni e del magnifico rettore Ines Fabbro (pardon i ruoli sono invertiti, ma che volete: è la sostanza che conta). Questi due virtuosi sono mesi che girano girano, scrivono scrivono, elaborano elaborano, pontificano pontificano, tagliano aggiungono, cambiano ricambiano, ma purtroppo per la nostra amata università, all’infuori che galleggiare e ballare come sul famoso Titanic, non hanno partorito nemmeno una proposta strutturale utile per risanare l’ateneo e per ridare fiducia al personale, agli studenti e a quei professori(forse pochi) che da anni invocano scelte credibili e trasparenti. Sono lì con il finto sorriso d’ordinanza in attesa di un miracolo (alla Kazzenger per intendersi) o di un colpo di culo improvviso. Loro si baloccano e vengono baloccati dal solito gruppetto residuale dell’impero tosiano e intanto l’ateneo lentamente scivola verso la terra dei morti viventi. Chi se ne frega mi replicherà qualcuno e forse aggiungerà un “fatti i cazzi tuoi”: i baroni di medicina sono sempre più baroni, il figlio di Jolanda Semplici(amica di Ines) ha fatto carriera, il LAU non è stato chiuso, il personale è sottoposto a macellazione economica. Praticamente il leit motiv dell’era tosiana del “si fa come cazzo ci pare” non ha mai cessato di albergare nel modus operandi dei vertici attuali. Dimenticavo altre due cosette su cui dovrei farmi “i cazzi miei”: probabilmente aumenteranno le tasse universitarie e forse dopo l’estate spunterà una sorta di piano degli esuberi. Ma su questo non vi scomponete: non interessano a nessuno queste cosette; gli studenti (chissà le loro famiglie) sono contenti per l’aumento delle tasse e coloro che potrebbero essere esuberati son lì tranquilli, ridono e assistono dormienti ai balocchi dei due virtuosi.
In conclusione, riprendo la tematica edilizia e immobiliare anticipata con lo scannafosso, per evidenziare l’ulteriore genialata virtuosa dei due virtuosi tanto cari al Bisi. Pur avendo ricevuto una valutazione negativa dai revisori dei conti( “chi se ne frega … perchè devono rompere le balle questi revisori”) in merito all’ipotesi di “sperare” di risanare l’ateneo con le dismissioni immobiliari, i due virtuosi ribattezzati “i due immobiliaristi” a testa bassa sembrano intenzionati a perseguire la strada delle dismissioni degli immobili. Non abbiamo ancora capito se attraverso delle cartolarizzazioni, delle aste o se i due metteranno dei cartelli “vendesi” alle facciate degli stessi immobili. Non è ancora chiara per noi questa vicenda. Chi di dovere due salti in Via Banchi di Sotto 55 dovrebbe farli, così per scrupolo e per comprendere come mai i revisori dei conti si sono espressi con valutazioni negative. Ricordatevi che si tratta di immobili di un ente pubblico e non di proprietà privata. Ma su questo son sicuro che i membri del consiglio di amministrazione dell’università (ben coscienti delle responsabilità che il loro ruolo comporta) da domani mattina saranno i primi a chiedere chiarimenti ai due virtuosi. Nel frattempo ricordiamo a chi di dovere che ci sono delle inchieste giudiziare che difficilmente possono essere dimenticate così come avvenuto per lo scannafosso.