Ceccuzzi e i continui SOS lanciati ai dirigenti romani dei partiti della sua coalizione per non affondare. Gli esponenti locali non lo vogliono, ma da Roma partono le imposizioni dall’alto. Domanda a questi parlamentaroni romani: i voti sul territorio, dato che voi volete Ceccuzzi e i vostri dirigenti senesi no, poi glieli cercate voi da Roma?

Alla faccia delle libere scelte democratiche, Ceccuzzi ha deciso che vuole andare in Comune, con o senza il consenso della gente.

Ma ripercorriamo insieme le tappe salienti della sua coalizione.
La prima macroscopica esclusione toccò all’Associazione Per Siena che, al di là delle simpatie o antipatie verso i suoi componenti, i ceccuzziani hanno fatto di tutto per far passare il messaggio che per i presunti crimini da questi commessi servirebbe un processo davanti al Tribunale dell’Aja; ovviamente gli stessi ceccuziani non sono stati in grado, però, di chiarire di quali crimini si siano macchiati.
Quasi in concomitanza fu la volta dei dirigenti senesi dell’Italia dei Valori o meglio, di quella parte che nutriva forti mal di pancia a sostenere Ceccuzzi. E quale è stata la giusta mediazione politica trovata? Semplice. Dato che alcuni membri senesi dell’IDV non volevano andare con Ceccuzzi, ecco arrivare di corsa l’on. Evangelisti a commissariare di fatto il partito e ad imporne un sostegno forzato. Il tutto, ovviamente, nel puro spirito democratico che da sempre contraddistingue il modo di agire dei Diesse e di chi li sta intorno.
Ora è la volta di Rifondazione Comunista. Da quanto si apprende dai comunicati che abbiamo letto, il partito ha messo in votazione la decisione se andare o meno con Ceccuzzi e il risultato che ne è scaturito è stato un bel no. A quel punto ipotizziamo che Fiorino Iantorno – che già si vede nel ruolo di assessore ceccuzziano – si sia attaccato al telefono a chiamare Ceccuzzi chiedendogli cosa fare perché il suo personale patto di fedeltà ceccuzziana non venisse meno. E, allora, cosa si fa anche in questo caso? Semplice. Ceccuzzi chiama qualche parlamentare di Rifondazione e magicamente arriva un comunicato in cui si dice chela libera e democratica votazione che Rifondazione ha fatto e attraverso la quale ha deciso di non sostenere Ceccuzzi è da ritenersi “nulla” in quanto affetta da “vizio formale”.
Queste logiche artificiali nulla hanno a che vedere con il volere comune della gente; questi metodi impositivi dall’alto senza che ai dirigenti senesi dei vari partiti sia possibile contare un bel niente sono assolutamente vergognosi. Ma, soprattutto, manifestano il metodo usato da Ceccuzzi e da chi lo sostiene, quel metodo che non distingue tra la parola comandare e la parola governare: e pensare che sono due cose ben diverse. Che fine ha fatto quella partecipazione tanto sbandierata dai ceccuzziani? Perché, se non lo sanno, partecipazione vuol dire anche scelte democratiche in cui si ascoltano le istanze di tutti e si agisce di conseguenza.

Qui, invece e al solito i ceccuzziani ascoltano tutti e poi fanno come li pare.
Ma emerge anche un’altra cosa. Questa continua richiesta di aiuto da parte di Ceccuzzi attaccandosi al telefono, per far richiamare da Roma agli ordini i dirigenti dei partiti che dovrebbero sostenerlo, denota la sua forte debolezza e la sua mancanza di leadershipdato che se non interviene ogni giorno qualcuno a togliergli le castagne dal fuoco da solo non ce la fa e, quindi, è sempre più a rischio.
Ma avete capito questi come ragionano e come si muovono verso chi commette il delitto di lesa maestà di non pensarla come loro e si permette di esprimere le proprie opinioni? E’ bene che la gente rifletta sul fatto che le forme di governo di quei paesi nei quali non è possibile esprimere le proprie idee hanno un nome ben preciso: regimi.
i senesi hanno voglia di tutto ciò?

Firmato
La Primula Rossa