Notizia chock per i comunicatori senesi innamorati della frase “Web 2.0”: l’epoca dei comunicati imposti dalla federazione e della comunicazione di regime è finita

A chi pensa e dice che siamo politicamente scorretti, noi rispondiamo chi se ne frega. Semmai gli altri ci vanno di scartino. E, comunque, se cercare di togliere il velo ad un’informazione troppe volte addomesticata vuole dire essere politicamente scorretti, beh, allora lo prendiamo come un complimento. Noi pensiamo che chi si professa tanto “Bella, Meravigliosa 2.0” non ha ben chiaro cosa significhi quel benedetto 2.0. Perché quel 2.0, cari comunicatori Ceccuzziani rappresenta l’evoluzione in chiave dinamica del web, che tradotto in pratica significa una maggiore interazione con chi sta nella rete, e nella rete è bene sia chiaro l’informazione è molto più libera e realistica.

Ma avete fatto caso ad una cosa (accaduta in maniera così fragorosa e plateale per la prima volta)?
I DS, quelli che con la propaganda c’hanno campato per una vita sono stati completamente sconfitti sul piano della comunicazione (e noi, in tutta sincerità, ci auguriamo che questo risultato possa estendersi anche su un altro versante).
sapete perché? Semplice, perché stanno continuando a ragionare con le vecchie logiche, esprimendosi come se fossero i depositari del bene assoluto (che la carta etica li abbia dato alla testa?), nella totale non consapevolezza che in un’era così altamente tecnologica come quella in cui viviamo le notizie non si prendono solo da comunicati della federazione che vorrebbero importi un unico pensiero e immagini che con la vita reale non hanno nulla a che spartire. Ma loro, niente. Duri come marmo di Carrara  passano di sconfitta mediatica in sconfitta mediatica con una seraficità che fa quasi tenerezza. Convinti che, siccome sanno lavorare così, non sono loro che devono adattarsi ai mutati contesti sociali, ma sono i mutati contesti sociali che devono adattarsi a loro. Mai una volta che si soffermino un attimo a pensare che forse – e dico forse – al mondo la verità non è necessariamente detto che sia stata depositata nelle loro mani. Come non è detto che tutti i senesi abbiano l’anello al naso. Secondo voi ci sarà qualcuno che, dopo aver analizzato ciò che hanno fatto dire fino ad oggi a Ceccuzzi sia esploso con un pò di sano senso di umiltà in un “o citti, ci s’è provato ma ‘un ci riesce, s’è sbagliato tutto“. Ma in fin dei conti, nelprontuario del perfetto yes man la prima regola che insegnano è dire “sempre agli ordini e non fermarsi mai a riflettere”. Va ammesso che sono stati degli studenti davvero scrupolosi, lo hanno preso alla lettera. Anche troppo, però.
Noi, invece, abbiamo quel brutto vizio di non voler farci imporre un’idea o un’opinione. Noi vogliamo valutare ciò che ci viene detto con gli strumenti intellettivi che abbiamo e, una volta analizzato il tutto, l’idea che ne esce deve essere nostra, non appaltata al segretario di partito di turno. E questo non si chiama insubordinazione.
Si chiama voler crescere, volersi formare e, soprattutto, non volerci stare ad esseretrattati come pecoroni di cui ricordare, più che il nome e le esigenze, solo l’indirizzo per vedere in che collegio si va a votare.
Firmato
La Primula Rossa