PD vicino alla deriva finale. Fallita la fusione tra ex Margherita ed ex DS. Prosegue la fuga verso API e UDC della parte moderata

I nuovi abbandoni di esponenti e amministratori che lasciano il Partito democratico sono un fatto serio che non e’ possibile sottovalutare“. A dichiararlo e’Marco Minniti, uomo autorevole e di spicco del Partito Democratico. E’ da un bel pò di tempo che abbiamo lanciato l’allarme PD. Un allarme dettato da ciò che quotidianamente si legge su tutti i maggiori quotidiani nazionali. Il PD sta morendo. O forse sarebbe più corretto dire che non è mai nato. Avevamo già detto che la sua odierna sopravvivenza, non più dettata dalla paura del voto politico anticiato, era oramailegata solo alle imminenti elezioni amministrative di maggio passate le quali, come si dice ‘ognun per sé e Dio per tutti’. Il PD non ha mai goduto di un’unità interna e questo perché le anime degli ex popolari e poi ex margherita non si sono mai fuse con quella degli ex DSInsieme ma divisi, su tutto. Due esperienze politiche e due modi di interpretare la società diametralmente opposte, sui cui temi fondamentali non è stata mai possibile né trovare una sintesi né una mediazione. E oggi, nuovamente, altri segnali al preludio finale. Il PD non ha saputo essere inclusivo ma anzi, ha sempre visto le aperture verso l’esterno come una minacciaanche a Siena questo dato è ben visibile; devi essere di stretta osservanza Diessina se no sei fuori. Non ha saputo rappresentare nessuna vocazione riformista, perché troppo preso a tenere a bada le mille faide interne frutto di quell’amalgama mai avvenuta. Oramai è tardi. Troppo. Anche lo storico collante del potere che ha sempre fatto da malta interna non ce la fa più a reggere le fuoriuscite e lo scontento che, internamente al PD, è diventato un fiume in pienaIscritti scontenti. Elettori disorientati da una linea politica che non rimane uguale a se stessa per più di cinque minuti. Non esiste un domani, il PD arranca nell’ennesimo tentativo della sopravvivenza all’oggiSolo una visione miope e non lungimirante non può accorgersi di questa deriva imminente. Ed è sempre la solita miopia politica che,anche a Siena, non guarda al di là del proprio naso e si rifiuta di prendere atto che l’implosione (o esplosione) del PD nazionale produrrà lo sgretolamento anche di quello seneseconsegnando agli ex margherita la scusa per lasciare una casa che non hanno mai sentito come loro. E a quel punto i Diessini rimasti soli, cosa potranno fare? Pressoché niente. L’improvvisazione politica di certi nuovi, pseudo nuovi e, soprattutto, vecchi dirigenti del centro sinistra senese li sta continuando a far vedere i fatti attraverso lenti deformate.

Penso proprio che avremo modo di riaffrontare questo costante malessere dell’area moderata del PD molto presto e molto spesso.

La fuga in massa verso gli approdi moderati di API e UDC, forse, è solo agli inizi.
A prescindere da quello che possono pensare Ceccuzzi e i suoi fedelissimi, Siena non è fuori dal mondo né dalle vicende e dalle geometrie della politica nazionale. Se il PD salta a Roma, l’eco arriverà presto anche a Siena e Ceccuzzi si ritroverà da solo e senza un partito alle spalle.

 

Firmato

La Primula Rossa

1 comment so far ↓

#1 michele on 03.22.11 at 22:03

A Siena hanno fatto un patto d’acciaio i massimi ex DS con i fratelli Monaci: fatta approvare una legge elettorale regionale su misura per Alberto futuro presidente del consiglio e allargato il CDA del MPS per fare posto ad Alfredo…ecc. BASTERA’ PER UNA PACE D’INTERESSE?