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Bersani: chi è indagato faccia un passo indietro

Bene. siamo a questo punto:

1) Indagati per il dissesto finanziario dell’Ateneo = 27 (uno che abbia fatto un passo indietro non c’è e non sono stati neanche rimossi dai loro ruoli)

2) Indagati per elezioni del rettore (di cui ieri era l’anniversario: ma quanto ci si mette a controllare queste schede?): 7 (sono tutti al loro posto e anche di prestigio, tipo presidi)

3) Condannata dalla Corte dei Conti: 2, il direttore amministrativo Ines Fabbro e il preside di Arezzo (la meglio facoltà del mondo e dell’universo) Walter Bernardi: passi indietro zero

4) Bruno Frediani rinviato a giudizio per irregolarità nel concorso che lo ha visto vincitore: passi indietro? Manco l’ombra.

Domanda: ma quanti passi indietro devono fare tutti questi signori? Diremmo che se il mondo fosse tondo si dovrebbero dare alla fuga precipitosa, visto il richiamo di Bersani. Perché supponiamo che questo richiamo non valga solo per i parlamentari, ma per tutti coloro che ricoprono cariche pubbliche.

E visto che ci siamo ricordiamoci anche degli indagati sull’aereoporto di Ampugnano.

 

 

 

 

 

 

A cosa serve studiare? La meritocrazia non è una questione di titoli di studio o di professionalità: L’amicizia è il valore determinante per far carriera e occupare posti di prestigio. Doveva essere il centrosinistra a rompere questo malcostume!!! Invece …

Non ci trovo nulla di male se un politico o un amministratore pubblico(senza far torti ad altri) consiglia o supporta nella legalità un cittadino nella ricerca di un lavoro. Non ci trovo nulla di male.

Quello che invece è disgustoso e offensivo per una società avanzata e che ispira al benessere collettivo, è la gestione delle nomine e delle società di rilevanza pubblica o legate alla comunità, attraverso i legami di amicizia personale e all’interno di un groviglio di rapporti autoreferenziali.

Non vi preoccupate, va tutto bene. Deve funzionare cosi: non si scandalizza piu’ nessuno. Solo una cortesia: non ci rompete piu’ con salamalecchi del tipo “basta privilegi serve la meritocrazia” o “trasparenza e sobrietà” o “rompiamo con il passato”.

E visto che ci siamo , un consiglio ai ragazzi che si diplomano e alle loro famiglie: non spendete soldi per lauree in economia o altri rami specialistici. Al massimo se volete fare un investimento, comprate una barca a vostro figlio, cosi invita un po’ di persone importanti e dopo un veleggiata, vedrete che un posto da manager non glielo nega nessuno.

Ci manchi molto Enrico Berlinguer……

http://www.youtube.com/watch?v=AigNESiKsUw

La classifica e l’inadeguatezza di Angelo

Ieri il rettore pro tempore Angelo Riccaboni (ricordiamo che la sua elezione è al vaglio della magistratura) con il supporto di certa disinformazione, sbandierava ai quattro venti, come se avesse vinto la lotteria, la classifica degli atenei divulgata dal Censis. Da come si gloriava (di cosa non si è capito??) ci ricorda un tifoso della curva che ripete la “ola” con eccitazione, nemmeno avesse vinto il campionato di calcio. Premesso che siamo tutti felici e soddisfatti nel riscontrare elementi positivi nella valutazione delle nostre istituzioni, nel contempo la serietà e il senso di responsabilità (per il bene stesso delle istituzioni) dovrebbe spingerci a non storpiare e manipolare per usi propagandistici i risultati di certe valutazioni. Il rettore e il suo giornale di riferimento (che titolava: “Università in vetta alle classifiche”) hanno urlato ai quattro venti che l’università di Siena è arrivata seconda classificata nella valutazione del Censis. Per come l’hanno venduta questa classifica, i geni della gestione e dell’informazione, avranno sicuramente teorizzato questa strategia: “La situazione è drammatica anche per colpa della nostra inadeguatezza nel ruolo che ricopriamo, tutti ci contestano e noi siccome siamo bravi nel gettare fumo negli occhi, facciamo passare il messaggio che la nostra università è seconda nella classifica di tutti gli atenei, cosi tentiamo di far dimenticare le indagini sul dissesto finanziario, le indagini sull’elezione del rettore, le critiche di quei cattivoni del sindaco e presidente della provincia e di quei rompiscatole dei sindacati”.

Invece di gloriarsi sul niente e perder tempo con strategie di pura disinformazione, il rettore, il direttore amministrativo e quel gruppo ristretto di professori autoreferenziali, per il bene dell’università dovrebbero alzare bandiera bianca e assecondare la volontà diffusa: dimettersi e dedicarsi ad altro. La permanenza degli attuali vertici dell’ateneo  è dannosa per il risanamento dello stesso ateneo e radicalizza le tensioni. Come può essere credibile un rettore che se ne infischia del parere dei revisori dei conti? (la storia del precedente dissesto non è servita?); come può guidare l’ateneo un rettore che senza coinvolgere gli organi di governo lavora alla dismissione immobiliare? Chi si assume la responsabilità di lasciare in mano a un gruppetto di baroni la gestione dell’ateneo? (vedi commissione statuto).

Insomma: questo rettore e direttore amministrativo non stanno risanando un bel niente, vivacchiano e scaricano sui lavoratori e sugli studenti il dramma del dissesto finanziario e nel contempo lavorano alla restaurazione dei baroni autoreferenziali.

Le istituzioni giudiziarie e politiche non perdano altro tempo: qui non si tratta di scontri personali, in gioco c’è il futuro e la credibilità di un’istituzione secolare che un tempo vantava prestigio e peso da vera classifica nazionale. Oltre alle dichiarazioni servono risposte e provvedimenti concreti.

Per la trasparenza e per la credibilità delle valutazioni del Censis di seguito pubblichiamo la classifica degli atenei (Siena è seconda ma non nella classifica generale). Se vi accontentate di aver sorpassato Sassari e Cassino (massimo rispetto per queste due università) … allora: W il secondo posto!

LA CLASSIFICA DEGLI ATENEI (fonte Censis)

Le posizione sono calcolate con la media di un punteggio che comprende: servizi, spese per borse ed interventi, strutture, Web, internazionalizzazione

MEGA oltre 40 mila iscritti

1. Bologna 90.7
2. Padova 89.6
3. Torino 85.5
4. Pisa 83.7
5. Firenze 82.0
6. Milano 81.1
7. Roma La Sapianza 80.9
8. Catania 79.9
9. Palermo 79.4
10. Bari 76.7
11. Napoli Federico II 73.9

GRANDI da 20 mila a 40 mila iscritti

1. Pavia 97.4
2. Calabria 94.7
3. Genova 92.1
4. Perugia 90.4
5. Parma 88.2
6. Verona 86.6
7. Salento 85.4
8. Milano Bicocca 84.5
9. Cagliari 84.1
10. Roma Tor Vergata 81.0
11. Salerno 79.6
12. Roma Tre 79.3
13. Chieti e Pescara 78.9
14. Messina 74.9
15. Napoli II 73.0

MEDI da 10 mila a 20 mila iscritti

1. Trento 101.4
2. Siena 99.0
3. Sassari 96.2
4. Modena e Reggio Emilia 95.1
5. Trieste 95.0
6. Politecnico delle Marche 92.6
7. Brescia 91.8
8. Macerata 90.5
9. Urbino 87.6
10. Cassino 85.8
11. Udine 85.0

PICCOLI fino a 10 mila iscritti

1. Camerino 96.1
2. Teramo 86.8
3. Basilicata 86.2
4. Piemonte Orientale 84.0
5. Tuscia 83.9
6. Sannio 82.6
7. Insubria 77.6
8. Reggio Calabria 77.5
9. Molise 77.5

Intervista culturale-sentimentale sulla Goliardia al “Principe” Luca Virgili

1)Quando ha sentito la voglia di entrare a far parte della goliardìa? Come ricorda il suo primo approccio in questo mondo?

La domanda mi fa riaffiorare ricordi mai sopiti. Fin da bambino avevo sempre visto gli studenti con i loro strani “cappelli” in giro per la città. Ricordo nitidamente una frase di mia madre che rispondendo ad una mia domanda, disse che, un giorno, anche io sarei stato come loro. Una speranza che non mancai di esaudire alla fine del Liceo. Erano gli inizi degli anni ottanta, l’83 per l’esattezza, quando cominciai a fare le Feriae Matricularum. Devo confessare che girellai un bel pò davanti al Nannini Conca d’Oro, classico ritrovo dei Goliardi, prima di decidermi. Poi, siccome alcuni miei compagni di classe già le facevano, mi lasciai andare un pomeriggio e decisi di fare con gli altri una corsa in mutande dentro al cinema Odeon, che era posizionato dove oggi, in via Banchi di Sopra, ma era molto più grande ed occupava tutto l’edificio.

2)Goliardìa ieri e oggi: cosa è cambiato? Secondo lei si è modificata, in questi anni, la sensibilità da parte della società verso ciò che fate e verso i messaggi che volete trasmettere?

La Goliardia è in continua trasformazione. Ha delle regole ferree, che sono fatte apposta per essere strumento di cambiamento. Il cambiamento è sostanzialmente intellettuale. Quindi non c’è un prima o un dopo ma c’è un “continuum” spazio-temporale dove si muovono le menti dei giovani Goliardi. Logicamente i ragazzi vivono in questa società, in questo mondo e non sono distanti dai loro coetanei. Però in un contesto mondiale dove vige la cultura del “precotto”, loro, ancora, riescono a proporre qualcosa, riescono a utilizzare il verbo del “fare col pensiero”. La società attuale cambia assieme alla composizione fisica della città e i Goliardi si pongono da anni il problema della relazione con la città che li ha ospitati sin dalla nascita dell’Ateneo stesso. Nel recente passato non è stato semplice rapportarsi con la politica. Dobbiamo essere fiduciosi in un necessario nuovo dialogo con le istituzioni, tenendo sempre presente che i Goliardi Senesi sono sempre stati presenti in città e latori di una cultura antichissima.

3)In un momento storico in cui la cifra delle nostre vite è la velocità e, quindi, esiste un margine di attenzione ai fatti che ci circondano sempre più superficiale, pensa che l’esporre gli accadimenti della vita di tutti i giorni attraverso modalità “goliardiche” possa essere di aiuto a far interessare le persone alle vicende che stanno loro intorno?

La satira salace dell’Operetta è sempre attuale soprattutto in un momento come questo: in una stagione dove la tecnologia offre il massimo aiuto nella socializzazione, intendo social network, chat, telefonini e quant’altro di più moderno vi sia a questo mondo,per assurdo,si è verificato il massimo momento di solitudine della gente,generando una pletora di “idioti”(inteso nell’originalità del termine greco che andava a sottolineare colui che si isola nel privato e non partecipa alla vita sociale prendendo, poi, dei comportamenti non accettati dal gruppo). Quindi il teatro ha riassunto il proprio compito originale di aggregazione sia in termini passivi (spettatori) sia in termini attivi (gli attori). In questo contesto si inserisce anche l’importanza dei testi che possono arrivare ai cuori ed alle menti in maniera molto più efficace di prima. Quindi ben venga la sostenibilità della velocità, fermandosi a riflettere a teatro.

4)Come vede la goliardìa in un prossimo futuro e come riuscire a mantenere viva una tradizione che affonda le sue radici così fortemente nel tessuto cittadino?

La sfida è stata già raccolta anni fa. Ogni Princeps ed ogni Balia ogni anno si dedicano alacremente a cercare sempre nuove idee per traghettare degnamente la fiammella degli ideali goliardici alle generazione del terzo millennio. Non sarà così complicato perchè, in verità, la ricerca della gioia e della libertà intellettuale è caratteristica pura dei giovani, soprattutto oggi dove, apparentemente siamo liberi, ma forse parecchio meno che in altri momenti della nostra storia.

 

 

 

 

NEWS DALL’ALTA FINANZA!!!

Scoop!!! Ecco in anteprima la bozza del discorso d’insediamento che, il banchiere Antonio Degortes ( http://www.youtube.com/watch?v=Zb_3jQkr87o ), farà a tutti i consiglieri nel caso venisse nominato vice presidente della Monte del Paschi Leasing e Factor.

Il banchiere, nel suo intervento sulle strategie economiche e monetarie, non dimentica un saluto cordiale anche ai giornalisti.

Di seguito la colonna sonora di apertura dei lavori

http://www.youtube.com/watch?v=ehMQFlwL6LQ&feature=related

La redazione di Fratello Illuminato esprime pieno apprezzamento per l’impegno e la professionalità del Corpo dei Vigili del Fuoco

La redazione di Fratello Illuminato intervista Maurizio Montigiani, esponente della Lega Nord senese

1)    Salve Montigiani. Una premessa prima di cominciare l’intervista. Questo blog si richiama ai valori universali della Fratellanza e della Libertà e precisiamo fin da subito che siamo distanti dalla linea politica e culturale della Lega Nord. Ma, proprio per coerenza con i nostri valori di riferimento che, abbiamo deciso di far esprimere le visioni degli altri sul nostro blog. Ci fa piacere intervistarla visto che Lei ha sempre messo la faccia nelle  battaglie politiche e poi ci permetta di evidenziarlo, Lei è una persona seria e corretta. Montigiani, è sempre convinto della necessità della presenza politica della Lega Nord nel nostro paese e soprattutto qui in provincia di Siena?

Grazie dell’opportunità e del giudizio espresso in premessa. Certo che c’è bisogno, come ce n’è di verità, di far luce su errori devastanti che sono stati commessi. Da sempre non manchiamo mai di sottolineare che la soluzione ai problemi non può essere il nasconderli.

2)    Come giudica il quadro politico senese?

Sconfortante: le ultime elezioni amministrative sono state non tanto una sconfitta per chi ha preso meno voti ma per la tanto decantata democrazia e libertà di coscienza dei cittadini, autorelegatisi a servire la casta in declino ed a perpetrarla non più in cambio di vantaggi ma (come dimostrano liste con il 98% dei votanti che esprime una preferenza) nella promessa della persistenza di questi, ostaggi dei vecchi gattopardi della conventicola del voto di scambio, di quel clientelismo e di quelli stessi dogmi ormai logori contro i quali lanciano i loro strali quando si parla di politica nazionale.

3)    Come sono i rapporti della Lega Nord con il PDL senese? Non le crea qualche imbarazzo essere alleato con politici come Papa, Verdini, Cosentino?

Buoni umanamente e nei confronti dei loro rappresentanti, traditi invece dai loro vertici regionali che ci avevano adescato con la promessa di un sindaco in un capoluogo, non mantenuta calando d’improvviso Nannini, simpatico ma perdente. Manterremo una netta distinguibilità, noi non siamo desistenti.
Si, mi imbarazza e ci limita moltissimo, tanto che ho gioito quando in commissione il mio amico Luca Paolini (l’On. e Segretario della Lega nelle Marche) ha votato per l’arresto del primo; il secondo poi ha enormi fette della torta degli appalti regionali che sforna il PD, come può volerne l’avvicendamento alla guida della Toscana? Spero che adesso si faccia da parte, le lotte interne, i fatti di Castiglioni e l’avvento di Alfano mostrano che per quanto potente sia non è più presentabile.

4)    Che  prospettive prefigura per la Lega Nord in provincia di Siena?

La Lega rappresenta la proposta e la soluzione equilibrata contro questo magma, nata dal popolo e da una federazione di liste civiche regionali, ancorchè autonomiste, le sopravanza in coordinamento con l’azione di governo e non ha il qualunquismo dell’antipolitica che adesso promuovono… non vedo alternative alla democrazia parlamentare vantaggiose per i cittadini, intontiti con armi di distrazione di massa come il calcio ed il basket da imbonitori che perseguono disegni cripto politici, pronti ad ergersi a paladini di valori già negoziati dalla consorteria oligarchica locale, più berlusconiana del peggior berlusconismo.

 

 

La CGIL di Siena contro la deriva autoreferenziale del rettore

Grave responsabilità si è assunto chi ha deciso di ridurre il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Siena esclusivamente ad una versione autoreferenziale che riecheggia quella della riforma universitaria diretta ad una gestione privatistica degli atenei. L’ Università degli Studi di Siena non può essere asservita ad interessi privati né tantomeno ad una gestione che ne rappresenti soltanto le dinamiche interne. E’ un bene di tutta la comunità e solo con un rapporto stretto con il territorio ne può rappresentare la sua reale natura e solo da esso può trovare tutte le risorse necessarie per la continuazione di una storia secolare.

Potremo auspicare che nei prossimi giorni ci sia un ripensamento che potrà migliorare le condizioni di un eventuale rapporto con le istituzioni del territorio…

Siamo convinti che a questo punto quanto è già stato proposto in termini politici al fine di istituire un organismo inclusivo, territorialmente rappresentativo, atto a controllare la gestione e l’attività dell’Ateneo senese sia più che mai una necessità o comunque un obbiettivo irrinunciabile.

CGIL Siena

 

[Fonte: ilcittadinoonline]

La redazione di Fratello Illuminato intervista l’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini

Abbiamo il piacere di porre qualche domanda a Pierluigi Piccini.

1) Caro Piccini, al di là delle polemiche come ha visto svilupparsi (o invilupparsi) l’amministrazione della Città in questi anni in cui è stato all’opposizione?

Cerchiamo di ragionare in termini politici. Durante il periodo che va dal 2006 al 2011 abbiamo cercato di costruire una forza alternativa all’asse PD/PDL con un’opposizione forte ed autonoma libera da condizionamenti di assetti e di copertura di incarichi. Giunti alle elezioni di quest’anno era per molti di noi naturale che si allargassero le alleanze con quelle forze che al di la della provenienza si dimostrassero disponibili al superamento del bipolarismo ormai in fase finale a livello nazionale, bene questa operazione politica non è riuscita e non è stata capita dagli elettori. C’è sicuramente un fatto soggettivo, non siamo riusciti a spiegare la proposta in tutta la sua valenza innovativa, ma dobbiamo nel dire questo, tener conto anche delle questioni oggettive. Le amministrative sono il terreno meno adatto per tentativi del genere, pesano su questo tipo di elezioni fattori e dinamiche eccessivamente localistiche e nella nostra città molto voto è un voto “controllato”,  vedasi il grande numero di preferenze che sono andate ai candidati della maggioranza. Il terzo polo non è diventato un fatto nazionale perché si è presentato unito solo in qualche grande città e in pochissime di media dimensione. La consapevolezza di chi ha lavorato per una visione autonoma non era ancora matura per essere un elemento d’ordine (Gramsci). Comunque, a mio avviso, progetto politico che rimane valido per le prossime politiche. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e Siena si trova in una situazione di stallo aggravata da una riduzione quasi totale delle risorse aggiuntive di cui ha goduto in questi dieci anni. Cambiano gli esecutori ma gli strumenti sono sempre gli stessi. Mi arrivano voci di incontri, in vista delle nomine, tra esponenti di primissimo piano del PD e del PDL in terreno neutro come quello di Montepulciano. Pensi lei cosa può significare ciò per la “dialettica politica” cittadina. Il sindaco dopo un periodo elettorale oggi è tutto intento ad occupare le casematte del potere (Gramsci) è partito con la Fondazione e con la sostituzione del direttore generale ed oggi guarda all’università dando in pasto all’opinione pubblica la presenza degli enti locali ma di fatto vuole essere presente direttamente attraverso una sua nomina. Successivamente si dedicherà alle altre istituzioni o società che arriveranno a scadenza. Non farà altro che riproporre la sua visione della politica spostando la visuale da via Rosi a piazza del Campo. Strana forma di egemonia questa che non si basa sulle idee e le soluzioni ai problemi ma sulla gestione autoreferenziale del potere. Tutto ciò è oscurato dalle vicende del Palio che diventano lo strumento per distogliere l’attenzione: ricordatevi il giorno in cui è avvenuta la sostituzione del Parlangeli. Fatto automaticamente simbolico. L’informazione è impegnata in tutt’altro che evidenziare i problemi reali come la vicenda dell’indebitamento della Fondazione, il valore di quest’ultima o come dice Penati della scarsa redditività delle banche al di la degli stress test a cui non credono che in pochi; tralascio, non per l’importanza, la vicenda Università sulla quale ho già detto in precedenza. Ho appena letto le dichiarazioni del Ceccuzzi sul Sole 24 ore e mi è venuta in mente la frase di Popper citata da Alessandro Piazzi e rivolta a Visco, che conferma la sua visione della conquista delle casematte estremamente rischiosa in questo momento di discussione sulle Fondazione.

2) Al di là delle polemiche, ci sono delle sue decisioni prese quando era Sindaco che col senno di poi oggi non riprenderebbe?

Mi chiede della cultura a Siena, le rispondo invitandola a vedere lo stato dell’insegnamento della storia dell’arte oggi all’università di Siena e di compararlo con quello di alcuni anni fa: si darà lei stesso la risposta. Oggi anche l’entusiasmante passato artistico della nostra città diventa retorica, ripetizione: l’antico diventa vecchio; figuriamoci il contemporaneo. Proprio nel momento in cui le città sono chiamate ad una sfida inedita quella del rapporto internazionale (mondializzazione) con il locale. Quando le stesse istituzioni intermedie compresa quella statale acquistano sempre meno valore. Meriterebbe a questo proposito una riflessione sul vero significato dell’Expo a Milano. Come pensa la giunta di Siena di aiutare a ricreare ricchezza nel momento in cui i vecchi presupposti della crescita sono finiti? Mi riferisco alle visioni post keynesiane e neoliberiste, non c’è lontanamente neppure l’ombra di una riflessione simile, si propongono le coccole, ma non mi faccia ridere, avrebbe detto Toto.

3) Come vede il panorama culturale a Siena oggi? E che ne pensa della candidatura a Siena capitale della cultura 2019?

Questa domanda è legata alla precedente, sara molto difficile se non difficilissimo che Siena possa diventare capitale della cultura. Le dico, a mio avviso perchè: le sfide internazionali le città le vincono esclusivamente se allargano il proprio bacino di riferimento in ambito sociale, economico e culturale. Cosa che sta facendo Venezia, alcuni comuni dell’Umbria e mi sembra altri del ravennate. Siena è chiusa in se stessa nella solitudine, ormai fortemente compromessa, della sua autonomia finanziaria. Per questo Siena non avrà la forza di imporsi con il solo passato e con lo splendido isolamento. Dico tutto questo con rammarico perché poteva rappresentare un’occasione unica di rilancio ma troppo è stato trascurato in termini di opportunità in questi anni.

4) E a proposito di cultura, la principale istituzione senese, l’Ateneo, è nelle condizioni in cui è. Lei è stato sindaco ai tempi di Berlinguer e Tosi. Lasciavano, quelle amministrazioni, presagire che sarebbe finita così?

Il mio rapporto con Berlinguer non è mai stato idilliaco e abbiamo avuto diversi elementi di discussione dal Campus, alla questione del Palio straordinario per il 750 anniversario dell’università, probabilmente avevamo due visioni diverse di intendere i nostri ruoli. Il bello comunque, cosa che apprezzo ancora oggi, è stata la franchezza e la schiettezza delle nostre discussioni. Con Tosi il confronto è avvenuto sostanzialmente sulle questioni relative alla definizione del piano regolatore Secchi, nel rispetto delle scelte fatte in autonomia dall’Ateneo e verificate sul piano della fattibilità. Poi sa io termino di fare il sindaco nei primissimi mesi del 2001, quello che succede successivamente non mi appartiene.