“Spero però che tutti noi italiani non subiremo come sempre ma cominceremo a protestare, in modo lecito e civile, per riprendere in mano la nostra vita.”
Ho il piacere di intervistare la Dottoressa Carla Fineschi, già ospite del nostro blog, per affrontare dei temi di notevole importanza: la condizione delle carceri italiane e il disagio giovanile. Dottoressa Fineschi il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha lanciato un nuovo allarme sulla situazione di vita nelle carceri italiane. Per il Capo dello Stato, infatti, la condizione carceraria “troppo spesso appare distante dal dettato costituzionale sulla funzione rieducativa della pena e sul rispetto dei diritti e della dignità delle persone”. Che cosa ne pensa e che valutazione si sente di dare?
L’art.27 della nostra costituzione sancisce il principio rieducativo e socializzante della pena, ma certo la realtà è ben diversa. Le carceri italiane sono sovraffollate, degradate e con pochissime risorse. Per far mangiare un detenuto lo stato italiano spende circa 2 euro al giorno, il personale è poco e con pochissimi strumenti da utilizzare.I detenuti di fatto stanno in un ambiente angusto per circa 20 ore al giorno e non avendo spazio neppure per passeggiare sono costretti a stare sdraiati nella loro brandina per tutto il giorno. Fa ancora più male sapere che circa il 70% dei ristretti è in attesa di giudizio (cioè potenzialmente innocente) ed è POVERO. Chi ha qualche risorsa economica non finisce in carcere o se succede permane molto poco. Dentro gli extracomunitari senza permesso di soggiorno e fuori i nostri politici corrotti … Giustizia è fatta!
Alcune sue proposte per il miglioramento della vita nelle carceri italiane?
Il miglioramento di questa situazione possiamo ottenerlo con maggiori risorse, maggiore equità, depenalizzazione dei reati minori ed anche buona volontà dei dirigenti responsabili. Al carcere di Siena, ad esempio l’arrivo di un nuovo commissario di polizia penitenziaria e di un direttore di ampie vedute hanno permesso un cambiamento positivo nella vita dei detenuti che ora si impegnano in attività formative e risocializzanti e sarebbe importante che i cittadini potessero conoscerli.
Le attuali condizioni economiche e la confusione politica rendono ancora più ampie le disparità sociali e quelle generazionali. E la debolezza del sistema culturale e sociale colpisce soprattutto il vasto mondo giovanile. Secondo Lei è solo questo il problema o ci sono concause che creano situazioni di disagio?
I giovani del nostro tempo hanno sicuramente importanti problematiche di tipo “depressivo”, si sentono impotenti nel cambiare la loro vita e sopratutto non sanno darsi parametri valoriali. Credo però che gli adulti dovrebbero riflettere su quali messaggi educativi ed imitativi abbiamo dato loro. I giovani vedono che tutto è permesso se abbiamo un ruolo istituzionale o una ricchezza e quindi aspirano a diventare importanti e denarosi. Vedono però chiuso anche questo “percorso”, perchè ormai da 40 anni ci sono sempre gli stessi potenti. Chi invece vorrebbe percorrere una strada fatta di studio e lavoro senza chiedere aiuto sa di essere destinato a frustrazioni e delusioni continue. Ogni strada ai giovani è dunque chiusa e la reazione abbastanza plausibile è quella della demotivazione e del cinismo, della deresponsabilizzazione e spesso si ricorre per fuggire da questo senso d’inutilità a droghe ed alcol.
Che risposta dare ai giovani? E’ solo un problema interno all’ambito familiare?
I giovani hanno bisogno di modelli positivi, di una società che cominci a premiare il merito ed a punire la disonestà ed hanno necessità di adulti che sappiano metter loro limiti .Si dovrebbe educarli alla responsabilità, alla solidarietà ed all’empatia con le persone bisognose. Insegnare che aiutare gli altri è una ricchezza. Dare dunque valori non solo educandoli verbalmente ma mostrando un comportamento corretto. in questo la famiglia e le figure genitoriali sono basilari, anche se non possono essere le uniche agenzie formative.
Un suo personale giudizio sulla situazione politica italiana?
La situazione politica attuale mi disgusta, non vedo nessun segno di cambiamento. La manovra del governo Monti conferma le mie paure, nessuna equità. Trovo che la nostra economia paga la corruzione di anni, l’incompetenza dei nostri politici, che hanno garantito i propri privilegi e di tutta la casta. Trovo inutile cercare moneta se non si riducono le spese. Praticamente gli italiani dovranno pagare perchè politici e dirigenti continuino a fare scelte scellerate. Nessuno ha parlato di far pagare l’ici alla chiesa, di pagare meno (molto meno) politici, amministratori, magistrati ecc.. Non è cambiato nulla se non che ormai siamo guidati non più dai nostri parlamentari, ma da economisti che faranno l’interesse dei paesi forti dell’Europa (che non coincide con gli interessi degli italiani). Spero però che tutti noi italiani non subiremo come sempre, ma cominceremo a protestare, in modo lecito e civile, per riprendere in mano la nostra vita.
1 comment so far ↓
Complimenti sinceri per l’ottima intervista e soprattutto complimenti alla Dott.ssa Fineschi.