Venerabili culi

Voglio rassicurare fin da subito i Fratelli e i Maestri che questo intervento non affronterà questioni inerenti la massoneria e soprattutto mi preme rassicurare le Sorelle, le amiche e tutte le nostre lettrici che non si tratta di un disquisizione erotica sulla piacevole prospettiva femminile. Quello che di seguito leggerete è qualcosa di vomitevole, disgustoso e inqualificabile: una delle tante manifestazioni di brutale distruzione dell’etica pubblica e della solidità economica di un ente pubblico. Il presente intervento potrebbe essere catalogato come “Trattato sulla nanologia dissestatrice applicata alla defecazione”: una sorta di neoliberalismo del cesso. Perchè i dissestatori di ateneo oltre ad aver saccheggiato barbaramente l’ente, hanno dimostrato che esistono defecazioni per ricchi e per poveri. Anzi: defecazioni per privilegiati e per cittadini comuni. Altrimenti non si spiega l’acquisto di scopini da cesso di euro 60,00 cadauno da collocare nei cessi delle strutture universitarie. Nemmeno nei cessi dei piani alti della banca o di altri palazzi storici e di prestigio della nostra città troverete scopini di questa portata: perché è da dissociati totali (per quanto riguarda gli uffici pubblici, a casa sua ognuno spende quanto gli pare) acquistare oggetti simili, visto che lo scopino serve solo per agevolare la pulizia del cesso durante il flusso di acqua provocato dal gesto eroico del “tiro lo sciacquone”. Forse i dissestatori erano talmente dopati di megalomania, oltre ad aver dopato di brutto i bilanci dell’ateneo, o forse defecavano solo caviale, da aver confuso il gabinetto (meglio detto il cesso) con il gabinetto (inteso come ufficio). E quindi convinti di arredare il gabinetto del rettore o dei geni o assimilabili ai geni, si son detti: perché no? I nostri culi sono venerati quando son seduti sulle poltrone e coerentemente meritano altrettanta venerazione nel momento della defecazione: uno scopino di pochi euro è offensivo per i nostri culi, noi dissestatori meritiamo di più. Giù come tori con le spese folli e disparate alla faccia dei culi dei cittadini e dei lavoratori. Per ammortizzare la spesa dello scopino più che aprire un’area comunicazione e marketing, dovevano aprire un’area riciclaggio e stoccaggio del defecato e venderlo come concime: sarebbe stata una genialata da premio Nobel. Questo ramo d’azienda al genio è sfuggito.

Chissà se a qualcuno dei dissestatori dopo aver tirato lo sciacquone, mentre con la mano agitava il prezioso scopino, sarà balenato nella mente questo pensiero: “Sono proprio una merdaccia e più che un venerabile culo sono una faccia di culo”.

Esatto! Vergognatevi oltremodo e consideratevi in eterno delle merdacce per aver distrutto barbaramente un BENE PUBBLICO COSI’ PREZIOSO PER LA CULTURA E PER L’ECONOMIA.

P.S. In merito all’acquisto degli scopini e di altri oggetti costosi avrete modo di approfondire nel dettaglio la questione nella prossima puntata del “Manuale del dissestatore di atenei”.

http://www.youtube.com/watch?v=rtVBemG9la0

 

8 comments ↓

#1 MB on 09.04.11 at 09:51

Carissimi,

mi domandavo se nel vostro pregevole manuale del dissestatore è prevista una appendice riguardante la faccenda dei trasferimenti dei TA ad altra amministrazione.

#2 Marta on 09.04.11 at 19:13

Giusto: perchè non parlate del trasferimento della figlia di quello che voi chiamate genio, del figlio del Rustici, della figlia di un procuratore in pensione..etc etc…

#3 Antonio on 09.04.11 at 19:17

Sapete niente di certi libri in cirillico????

#4 Shamael on 09.04.11 at 21:38

Dispiace dover ammonire i nostri lettori a prestare maggiore attenzione: ne abbiamo parlato a più riprese. Della figlia del genio anche molto recentemente nel secondo capitolo del Manuale del dissestatore. Quando si parla di 5% si fa una allusione ben precisa. Inoltre abbiamo parlato dell’elevazione al massimo grado del figlio di Jolanda Cei Semplici, maestra di dissesto. E per finire abbiamo parlato più di una volta del sospettissimo trasferimento all’ASL di un certo ex consigliere di amministrazione, ex consigliere provinciale e presidente del consiglio comunale, Alessandro Piccini. Il procuratore non lo sappiamo se è in pensione, ma sicuramente l’assunzione della figlia non è stata una grande idea e abbiamo l’impressione, ma ne riparleremo, che da essa dipendano molte lentezze. Aspettate comunque di leggere la quarta puntata del Manuale del dissestatore di ateneo: parlerà degli amici degli amici e della gente che piace alla gente che piace. Certo che già con gli scopini da cesso sembra che qualcosa si sia mosso. O no?

#5 Shamael on 09.04.11 at 21:40

Quelli conservati (si fa per dire) a Pontignano e acquistati a caro prezzo dall’Istituto Gramsci? Sappiamo sappiamo. Calma e arriva tutto …

#6 MB on 09.05.11 at 00:17

Carissimi,

accetto di buon grado l’ammonizione ma non tanto perché non abbia prestato la giusta attenzione quanto per non essere stato chiaro nella domanda.

Avendo letto con curiosità (ed inutile negarlo, una leggera nausea per i contenuti) i vostri articoli mi chiedevo se la questione dei trasferimenti ad altra amministrazione non fosse ancora più sudicia di quanto non appaia già dai nomi e i personaggi che avete sin qui presentato (per esempio non mi risulta che abbiate parlato di parenti di ex direttori amministrativi approdati a porti franchi, tanto per dirne una). Il “chi sceglie chi, e dove, e in base a cosa” è, per essere chiari, ciò che mi lascia, diciamo, perplesso.

Ma non importa, adesso attendo con fiducia la a quarta puntata sugli amici degli amici per farmi venire un’altra po’ di bile.

PS. La foto del nano a buco pillonzi è impagabile.

#7 Shamael on 09.05.11 at 00:33

Era un’ammonizione bonaria, bonaria davvero; non come è bonario l’avviso dell’Agenzia delle Entrate per una ulteriore “multina” da quasi due milioni di cui ci rende contezza la Nazione di sabato 3 settembre. Arriveremo anche a quelli che dice Lei. Vada tranquillo. Noi non demordiamo.

#8 Sulle misure da adottare per il risanamento dell’università di Siena uno scopino da cesso mette tutti d’accordo « Il senso della misura on 02.10.12 at 19:07

[…] li comprò per il San Niccolò, sede delle Facoltà di Lettere e Ingegneria, alla modica cifra di 60 euro più Iva ciascuno! E non si parla di un’università con i bilanci in regola, ma di quella senese, […]