La debole solitudine di Franco Ceccuzzi, sostenuto solo dai suoi yes men e con un partito in disfacimento alle spalle. Una prospettiva un pò magra per chi vuole candidarsi ad amministrare Siena

La drammatica e sanguinosa crisi che il Medioriente sta respirando da giorni paradossalmente segnerà la certezza che la prospettiva delle elezioni politiche anticipate è, almeno per adesso, del tutto scongiurata.
Questo perché sarebbe impensabile poter gestire una tornata elettorale in un momento in cui la nostra politica interna è così confusa e, alla quale, si è venuta a sommare anche quella ben più delicata che si trova ad un passo dalle nostre coste siciliane.
Capiamo che questo nuovo motivo di stabilità della maggioranza di governo è dettato da circostanze tragiche, ma la politica impone realismo e in queste condizioni al voto dubito ci si possa andare.
In questo panorama politico è molto probabile che aumenti in maniera esponenziale la frammentazione di un Partito Democratico già ridotto al lumicino, perché è fin troppo evidente che l’unico collante che negli ultimi tempi ha tenuto insieme le sue mille anime interne (composte da altrettanti mille distinguo in molti casi inconciliabili ed incompatibili tra di loro) è stato lo spauracchio di elezioni anticipate imminenti e che, per forza di cose, ha imposto di tapparsi il naso e continuare una convivenza ogni giorno più insostenibile.
Ma se la malta che teneva insieme questo partito si sgretola perché al voto non ci si va più e, con molta probabilità, questa maggioranza di governo – depotenziata quanto si vuole, piena di cerotti ma pur sempre al governo – male o bene potrebbe anche portare a scadenza naturale la legislatura (cioè nel 2013), al PD cosa potrebbe accadere?
Niente di buono, ad occhio e croce, anzi, a questo punto potrebbe cominciare ad esplodere in tutta la sua forza una vera e propria balcanizzazione interna con relativa corsa alla ricerca/creazione di nuovi aggregati politici.
Uno scenario che laddove si verificasse, come è molto probabile che sia – dati i continui fuggi fuggi di deputati e senatori verso nuovi approdi, prevalentemente verso l’Api di Rutelli – non farebbe altro che confermare ciò che stiamo dicendo da tempo su un candidato del centro sinistra, Ceccuzzi, senza un partito alle spalle e senza solidi ed importanti contatti a Roma.
Uno scenario che, di fatto, svuoterebbe di qualsiasi significato il ruolo di sindaco nel caso i senesi lo eleggessero. Ed è inutile girarci intorno; oggi più che mai è impensabile che un sindaco non abbia forti legami a Roma, perché in questo caso non sarebbe di aiuto alcuno alla città e, forse neppure a se stesso.
Siccome sembra abbastanza impossibile che improvvisamente il PD rinasca dalle sue ceneri (perché oramai sta rimanendo solo quello) Ceccuzzi su chi si appoggerà? Quale sarà il suo riferimento politico nazionale? Ma come può pensare di voler aspirare a fare il sindaco di Siena senza due fattori determinanticlasse dirigente degna di questa nome sul territorio e forti collegamenti romani? Perché, a tutt’oggi, i senesi non vedono intorno a Ceccuzzi né i primi né i secondi. Possibile che gli alleati queste riflessioni non le abbiano fatte?
Una cosa non si può solo volerla, si deve avere anche i mezzi adeguati per averla.
E questi, intorno a Ceccuzzi, Siena non li vede.
Firmato
La Primula Rossa

1 comment so far ↓

#1 beppe on 02.25.11 at 21:10

hai ragione a dire che nel pd ci sono problemi, ma come fa a perdere ceccuzzi quando il pdl, per esempio, a poche settimane dal voto, non è riuscito a trovare nemmeno un candidato valido? se si presentasse nannini, per esempio, ceccuzzi vince a mani basse, siamo ridicoli, noi senesi, pecore e basta. c’è uno scandalo allucinante in provincia, e nessun giornale scrive niente. nemmeno in libia succederebbero certe cose!