Azienda Unica dei Trasporti: la Nuova Camelot. Al grido di “Tengo famiglia!” basta sprechi con troppi Cda, ce ne vuole uno solo. Magari con 360 consiglieri, però.

Una sola azienda di trasporto pubblico locale per tutta la Regione Toscana invece delle 36 aziende attuali, e magari integrando nell’equazione gomma e ferro, armonizzando i collegamenti degli autobus con quelli dei treni.

Uno scenario suggestivo, che porterebbe una maggiore efficienza e riduzione dei costi, tagliando sprechi ed evitando sovrapposizioni inutili su alcune tratte, potendo ridistribuire in maniera intelligente il servizio, a coprire opportunamente i diversi percorsi in base alle reali esigenze, rimodulando la frequenza dei collegamenti e aumentando la frequenza degli stessi laddove necessario.
E’ questa una prospettiva che sarebbe gradita ad Ataf, Tiemme, Sita, Lazzi, Cap etc… ?
Che cosa ne pensa di una simile proposta l’assessore regionale ai Trasporti Luca Ceccobao?
Piace la proposta? Sì? Come sarebbe mai possibile non condividerla?
Ah, naturalmente una sola azienda significa anche avere un solo, unico, Consiglio di Amministrazione, non è ammesso barare, non è prevista una holding con 36 aziende indipendenti sottostanti, o meglio ancora una holding con sotto altre sei sub-holding che a loro volta tengono insieme 6 aziende ciascuna, così che i CdA da 36 diventerebbero magicamente 43 o anche di più proseguendo in questo simpatico schema piramidale.
Che dite questa bislacca idea che per un’azienda unica di trasporto pubblico locale sia sufficiente un unico Consiglio di Amministrazione continuerebbe a piacere alle attuali aziende? E a Ceccobao?
Uhm, uhm… vediamo, forse si può trovare una perfetta quadratura, una soluzione che metta tutti d’accordo, che riporti la pace e la serenità, che faccia dormire le pecore coi lupi, lasci piena la botte e ubriaca fradicia la moglie… ecco, trovato!
Un unico, singolo,  indivisibile Consiglio di Amministrazione… ma con 360 membri!!!
Ecco la trovata geniale, il numero perfetto, come i gradi di un angolo giro!
Dunque è deciso, più semplice e cristallina di così l’idea risolutiva non poteva davvero esserlo.
Rimane qualche piccolo problema logistico da risolvere, ma ci sono tavoli di lavoro aperti su tutte le questioni operative rimanenti, un paneldi esperti appositamente convocato, un think-tank istituito per l’occasione e naturalmente una lunga serie di workshop (ma forse al plurale si dice uorscioppi… chi lo sa chiediamolo agli esperti di comunicazione del PD) per dirimere ogni questione.
Già si sa che il tavolo per le sedute del CdA sarà rotondo, la tavola rotonda come nella leggendaria Camelot, decisamente appropriata per ispirare le decisioni dei membri del Consiglio, chiamati a sforzare il cervellino nell’interesse superiore del cittadino-utente.
Un tavolo rotondo un marmo di Carrara del diametro di 240 metri scolpito in un unico blocco di marmo, estratto dal fianco della montagna a mani nude direttamente dai dipendenti dell’azienda, che saranno sicuramente felicissimi di offrire nel proprio tempo libero un così piccolo servigio ai Buoni Padri di Famiglia, sommi custodi degli interessi dei lavoratori ogni volta che siederanno così riuniti.
Per ospitare un CdA appena appena un pelino numeroso occorrerà effettuare qualche opera di muratura per attrezzare una apposita sede, che sia consona all’azienda unica e che possa dare immediatamente una corretta immagine di sobrietà, serietà, morigeratezza e risparmio.
Il progetto della sede che ospiterà il Consiglio dei 360 Buoni Padri di Famiglia sarà ispirato dunque alla Ziggurat di Babilonia, chiamata anche “la Casa del fondamento del Cielo e della Terra”, alta di più di 90 metri distribuiti su 7 livelli, e, come nell’originale era previsto sulla cima un piccolo tempio dove dimorava permanentemente il dio Marduk, così anche la Ziggurat della azienda unica potrà ospitare il tempio dedicato al proprio presidente, il primo tra 360 pari.
La sede-ziggurat dell’azienda unica sarà così una presenza discreta visibile nel raggio di 300 chilometri (250 in presenza di una leggera foschia), così da guidare correttamente a destinazione tutti gli autisti impegnati nel quotidiano servizio.
Ancora una volta una grande intuizione ha permesso, all’insegna dell’italico genio, di salvaguardare i livelli occupazionali dei Buoni Padri di Famiglia che rischiavano seriamente di rimanere senza un posto in qualche CdA e di doversene andare (e non sia mai) a lavorare davvero.

di FitzChevalier Lungavista