Alessandro Profumo e Bruno Valentini hanno due tratti in comune: figure arroganti di un sistema in dissoluzione e la ricerca di spazi mediatici per affermare “io sono bravo,come me nessuno..!” Si, perchè proprio di un sistema in dissoluzione stiamo parlando: il banchierismo politico è al capolinea con annessi disastri a danno del sistema bancario e dell’economia reale. E Profumo, il banchiere che voleva rilanciare MPS e oggi si incontra con i renziani per “rilanciare” la sinistra, rappresenta l’ultimo banchiere di partito.Arrivato a MPS su indicazione della corrente bersaniana del PD e oggi è costretto a inseguire Renzi per garantirsi un via politica,quindi un possibile ruolo, dopo l’uscita da MPS. Sempre che lo stesso Renzi continui ad avere una via politica o più semplicemente, conserverà qualche vicolo di Firenze. La domanda sorge legittima: ma lo Stato italiano, quindi i contribuenti, perché dovrebbero garantire con i Monti bond la presidenza al politico Profumo? E ancora: quel rilancio sbandierato da Profumo dove sarebbe? E la fretta di abolire il 4% con il sostegno del dissestatore di fondazione Gabriello Mancini e del sindaco ceccuzziano-renziano Bruno Valentini? Diciamolo chiaramente: Profumo e Valentini, con l’abolizione prematura del 4%, hanno tentato un blitz politico per garantirsi un ruolo forte e per consegnare la banca a qualche socio amico. Blitz fallito con tanto di mercato che non ha reagito minimamente all’abolizione del 4% e con la commissione europea che allunga i tempi dell’approvazione del piano MPS. Una sonora sconfitta di Profumo e una sberla politica al confuso sindaco Valentini; quel Valentini che prima era contrario all’abolizione del 4% ma poi ha dato il via libera perché a parer suo era mutato lo scenario. Di quale scenario parlava Valentini? Scrivono che tra i rilievi della commissione europea ci sono anche i compensi dei manager e il Corriere della sera “Secondo, revisione dei compensi dei manager, che Almunia giudica tuttora ‘ben in eccesso’. Ci vuole un ‘tetto ammonisce: durante crisi di questo tipo in cui si ricorre al denari pubblico, il rapporto fra il salario medio di un manager bancario e quello di un cittadino comune appartenente al suo stesso Paese non può essere più di 1 a 15. E ciò fino al termine della ristrutturazione o fino a che la Banca ripaghi l’aiuto di Stato”. Rilievo sacrosanto. A quanto ammontano i compensi ed i benefits dati ai nuovi manager assunti da Profumo? Il Comitato Remunerazioni ha fatto la verifica per vedere se il rapporto 1 a 15 viene rispettato? Basta con la favoletta che se non strapaghi i manager bravi non vengono a lavorare in un’azienda. Negli anni in cui il Monte dei Paschi non era stato ancora cannibalizzato dalle lotte politiche la banca veniva mandata avanti da dipendenti seri e capaci con livelli retributivi del tutto normali. Un manager a cui viene dato uno stipendio di 7-800mila euro all’anno, quali risultati dovrebbe portare a casa per meritarsi, in tempi di crisi, una cifra del genere? Non sarebbe il caso di legare queste laute somme ad obiettivi almeno di medio periodo? Nello scenario di Valentini ci sono questi ragionamenti? Perché Profumo cosi impegnato nei convegni per rilanciare la sinistra con i renziani non lascia la presidenza della banca, considerato che MPS ha già avuto una gestione con la presidenza in mano all’uomo di partito e considerato che Profumo è politicamente uomo di quel partito che ha messo in ginocchio banca e fondazione? MPS va rilanciata, e non con le interviste autoassolutorie sui giornali, con un nuovo presidente al posto del politico Profumo. Forse al momento della nomina qualcuno sperava di mettere un tappo ai disastri e salvare tutti con un colpo di spugna? Forse si. Evidentemente la procura della repubblica di Siena (non quella del Kazakistan) non intende agire con colpi di spugna. Domani chiudono l’inchiesta su Antonveneta ma in altri tribunali si preparano alle udienze sul caso Brontos (nel quale Profumo è rinviato a giudizio). Stessa musica da fine corse arriva in vista delle nomine in fondazione. Il sindaco Valentini libera fiumi di parole sui giornali per autoesaltarsi e pretendere di passare come uno statista che si appresta a nominare i vertici dell’Onu. Ma i debiti della fondazione come pensano di ripianarli? Le future nomine in funzione di cosa vengono fatte?Se le fate per garantire un posto al sole “al docente fedele” o alla supporter di turno o per compensare le varie anime del partito, allora, avete trovato la strada per accellerare il commissariamento della fondazione.Bastava seguire tre criteri per agire con rinnovamento per le nomine: un presidente esperto (con i titoli e non con le chiacchere) di diritto societario, fuori tutti quelli che fanno parte della fondazione uscente e una nuova deputazione generale nominando figure professionali serie. Niente di tutto questo. Con Valentini è ricominciato l’assalto della politica alla fondazione. Con una sostanziale differenza rispetto al passato: ci rimarranno solo le sedie per sedersi e la città non potrà che guardare inerme la fine della fondazione. Qui si parla di numeri e non di supposizioni: anzi di milioni di euro. Però Valentini e Profumo si auto-esaltano nell’ultimo valzer delle vanità.
Raccontate quello che vi pare ma Profumo e Valentini si sono arenati. Tra assalti politici per le nomine in fondazione e “il rilancio della sinistra” da parte di Profumo va in scena il ballo delle vanità. E nuovi disastri
Luglio 30th, 2013 | Il grande mandarino
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