La città di Siena reagisca e volti pagina: non votate il Valentini e le liste che lo sostengono – La magistratura ha interdetto l’attuale membro del cda di banca MPS Michele Briamonte – I nuovi membri del cda sono stati scelti con la famosa finta discontinuità del partito di Valentini – Nel comitato a sostegno del Valentini spunta l’ex membro del cda di Antonveneta Aldo Berlinguer nominato da Mussari e la tosiana Gabriella Piccinni – Per evitare una nuova devastazione della città non votate Valentini

La Guardia di Finanza ha notificato a Perugia una ordinanza interdittiva dagli uffici direttivi nei confronti dell’avvocato Michele Briamonte, componente del consiglio d’amministrazione del Monte dei Paschi di Siena. Il provvedimento è stato emesso dal Gip di Siena su richiesta della Procura della Repubblica.
Nei confronti di Briamonte, da anni consulente della banca vaticana, già iscritto nel registro degli indagati per riciclaggio nell’inchiesta legata allo scandalo Ior, la magistratura di Siena ipotizza il reato di insider trading. Secondo l’accusa, l’avvocato che è partner dello studio torinese Grande Stevens, avrebbe riferito ad alcuni giornalisti i contenuti di una riunione del cda di Mps, che aveva deciso di avviare un’azione di responsabilità nei confronti dei vecchi vertici, e quella risarcitoria verso Banca Nomura e Deutsche Bank.

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#1 Venerdi 24 leggere l'Espresso on 05.23.13 at 12:47

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 23 mag – Nel futuro del Monte dei Paschi potrebbe esserci un’alleanza con le Poste Italiane. E’ questa l’ipotesi contenuta in una proposta finita sulla scrivania del presidente del Consiglio, Enrico Letta, di cui scrive ‘l’Espresso’ in edicola da domani. L’idea – spiega il settimanale – e’ quella di dare il via a un’alleanza fra il Monte e il BancoPosta, per sfruttare i rispettivi punti di forza delle due istituzioni: la prima e’ una vera banca, dotata di una licenza creditizia piena; la seconda ha invece un’enorme potenza di fuoco, grazie ai circa 14.000 uffici postali diffusi capillarmente sul territorio nazionale. L’operazione potrebbe svilupparsi per gradi: in una prima fase l’accordo sarebbe di carattere commerciale con la selezione di alcune agenzie postali dove vendere anche prodotti del Monte. In seguito la partnership verrebbe rafforzata attraverso la costituzione di una societa’ ad hoc – partecipata sia dalla banca che dalle Poste – che avrebbe il compito di gestire una rete comune di sportelli. Questo il piano sul fronte industriale. In parallelo, la Cassa Depositi e Prestiti avrebbe un ruolo chiave nella ricapitalizzazione del Monte attraverso il suo braccio finanziario, il Fondo Strategico Italiano. Una stampella pubblica – sottolinea il settimanale – meno invadente dell’impegno diretto dello Stato e dunque piu’ digeribile per le autorita’ europee. Per adesso si tratta solo di una bozza, c’e’ chi dice suggerita da una banca d’affari. E le stesse fonti giudicano ancora molto cauta la reazione del vertice del Monte all’ipotesi.