Nell’Italia dei “saggi” stentano ad emergere atti saggi. Un turbinio di azioni e reazioni politiche che conducono sempre al solito bivio italico: elezioni o governi di presunti tecnici. E il paese stremato dalla crisi e dalle incertezze si scopre un paese con delle istituzioni che non affrontano i problemi e non tutelano adeguatamente il bene pubblico.La domanda che si pongono i cittadini,non solo senesi,è “chi paga per i danni e per la distruzioni di patrimonio”? Perché la macchina della giustizia si muove a rilento e rallenta nelle immediate vicinanze delle scadenze elettorali?
La classe politica del paese è senza guida,quella imprenditoriale è senza imprenditori che possano definirsi tali, fatte salve alcune eccezioni soprattutto nelle piccole e medie imprese; siamo un paese destinato al grillismo? Non sposo il grillismo ma non possiamo far finta che milioni di elettori hanno premiato, per rabbia, per delusione e indifferenza alla politica, il movimento del comico genovese; anche se in questi giorni emerge una stanezza da questo movimento: escluse le tattiche confuse sugli equilibri di potere, i parlamentari grillini non hanno presentato niente di niente per contrastare il sistema marcio.
Come possiamo ristabilire un quadro civile (la parola normale è fin troppo abusata) nel nostro paese? Innanzitutto riportando al centro dell’agire politico e istituzionale gli interessi dei cittadini all’interno di uno schema di regole e comportamenti di giustizia sociale e legalitaria e riorganizzando il sistema della rappresentanza politica ristabilendo la rappresentanza reale ai territori e all’elettore e imponendo regole, come già avviene in altri paesi europei, per separare la politica dalle ingerenze dei poteri finanziari: sarebbe una svolta salvifica per la politica e per quel mondo finanziario ed economico fatto di operatori e professionalità validi e autorevoli.
Due casi, che non sono solo casi senesi, richiedono interventi “saggi” da parte delle istituzioni dello Stato: MPS e università di Siena. Tra esasperazioni e rappresentazioni grottesche delle vicende, fra tutti, abbiamo perso il vero problema: siamo di fronte a perdite di patrimonio pubblico e a comportamenti da sanzionare velocemente. Il banchiere Carlo Salvatori dalle pagine del Sole 24ore si poneva questa domanda riferendosi alla banca MPS: “Riuscirà il nuovo management a centrare gli obiettivi dovendo anche convivere con una mole consistente di eventi straordinari da gestire?”
Per la tenuta della banca, la tutela dei dipendenti e per ridare credibilità al sistema bancario ci devono riuscire e potrebbero riuscirci ma devono innanzitutto mandare segnali interni ed esterni ben precisi e non basta la sola proposta di azione di responsabilità nei confronti dei vecchi vertici. Perchè Profumo e Viola non rimuovono l’ex segretario di Mussari, Valentino Fanti da ruolo di segretario; perchè non chiedono l’azzeramento di tutti i nominati nelle società e partecipate del gruppo MPS? Perchè non cambiano tutti i manager che gestivano la banca insieme al Mussari e al Vigni? Perchè la banca non si costituisce parte civile nei processi che vedono la stessa banca parte offesa: vedi aereoporto di Ampugnano e crac del pastificio Amato? Perchè il governo, in virtù dei Monti bond, non sollecita queste azioni?
Tra l’altro in merito alla proposta della banca all’assemblea degli azionisti per avviare l’azione di responsabilità nei confronti di Mussari e Vigni si registrano nei vari rumors molta indecisione da parte della deputazione amministratrice della fondazione MPS a votare l’azione di responsabilità. Perchè la deputazione della fondazione MPS non rende pubblica la posizione in merito alla richiesta di azione di responsabilità prima dell’assemblea e nel caso ci fossero resistenze a votarle perchè il ministero non commissaria la fondazione e a quel punto è il governo tramite il commissario ad agire votando l’azione di responsabilità? Perchè gli enti locali che nominano i membri della fondazione non hanno ancora deliberato invitando i deputati della fondazione MPS a votare a favore dell’azione di responsabilità?
Sul fronte università stupisce il non intervento della magistratura e stupisce fortemente il non intervento del ministro per fermare l’agonia dell’università senese rimuovendo i vertici. O forse non tutti sono consapevoli che verso giugno 2013 finirà la liquidità necessaria per gestire l’università di Siena e che il presunto rettore, come convalidato dai sindaci revisori, non ha nessun piano di risanamento?
E’ il momenti di atti saggi.
Albus Silente
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