PD (S)iena E inchiesta grandi appalti: quando lo spirito legalitario diventa ad intermittenza

Avranno agito di impulso per marcare la propria posizione senza valutare opportunamente le possibili conseguenze a catena o, invece, queste conseguenze sono state ben calcolate?

Questo è uno degli interrogativi che circolano a Siena dopo che in una breve nota l’Unione Comunale del PD senese ha chiesto alla Banca MPS di accertare eventuali incompatibilità su Pisaneschi circa i ruoli dallo stesso ricoperti all’interno del Gruppo Montepaschi.

Innanzitutto una considerazione. Ci pare di ricordare che quando anni fa su tutti i maggiori quotidiani, e non solo, uscì la famosa frase “Allora abbiamo una banca?” pronunciata da alcuni importanti esponenti nazionali dei DS la vicenda non fu proprio delle più felici.

Questo per dire che in alcuni casi, soprattutto per non ingenerare nell’opinione pubblica la convinzione che ci sia una linea eterodiretta dal partito nei confronti della finanza, forse sarebbe il caso di trovare modalità diverse per comunicare la propria attenzione a certe vicende.

Facendo una semplice ed asettica riflessione, sembrerebbe che il PD senese non abbia avuto una bella idea nell’estendere e divulgare quella nota. E ciò per il rischio di aver creato di un delicato precedente locale.

Per la verità un precedente politico c’era già stato con la vicenda delle dimissioni dell’allora sindaco revisore del Monte dei Paschi Leonardo Pizzichi. Dimissioni (che è giusto ricordare vennero consegnate in un momento in cui lo stesso Pizzichi non era ancora coinvolto in nessuna inchiesta, pertanto non era all’epoca destinatario di alcuna informazione di garanzia) che seguirono ad un comunicato del 15.11.2009, sempre del PD senese nel quale si diceva “come sia eticamente inconciliabile che un membro del collegio dei sindaci della Banca Monte dei Paschi possa rimanere alla presidenza di un’azienda la cui proprietà ha commesso atti di violenza squadrista nei confronti dei lavoratori”. Non stiamo qui a entrare nella triste vicenda dei lavoratori di Eutelia, ai quali va sempre tutta la nostra solidarietà.

Ciò su cui vorremmo far riflettere è un’altra cosa.

Ci aiutiamo prendendo a prestito quanto scritto dal giornale economico Finanza e Mercati il quale dice “Il Partito democratico senese vuole che venga fatta pulizia all’interno del cda” chiudendo poi il suo intervento con “…Ma se si guarda all’appartenenza politica, l’accanimento legalitario si spiega subito: il professor Andrea Pisaneschi è consigliere di MPS in quota Pdl (Forza Italia)”. Questa l’interpretazione che ne è stata data.

Il PD(S) senese, quindi, a prescindere dalla forte risonanza che l’inchiesta Grandi Appalti ha conquistato su tutti i media nazionali, non si sofferma a constatare che lo stesso Pisaneschi, quantomeno fino ad oggi, è destinatario solamente di un avviso di garanzia.

La domanda che poniamo, solo per capire e far capire a chi legge è, quale sarebbe, la linea politica del PD senese nei confronti di chi abbia ricevuto un avviso di garanzia?

Quello di chiedere pubblicamente e politicamente la verifica della compatibilità del soggetto destinatario dell’informazione di garanzia rispetto agli incarichi che si trova pro tempore a ricoprire?

Ha idea, il PD senese, che meccanismo ha messo in moto con una richiesta così formulata?

E ha la percezione di cosa sta avvenendo a Siena in questo momento?

Università, Aeroporto, Grandi Appaltitutte vicende che hanno visto iscrivere nel registro degli indagati, a Siena, decine di persone ricoprenti i più svariati incarichi.

Capisce il PD senese, o gli estensori del documento, che una tale presa di posizione, fatta con quelle forme ed in quei termini,potrebbe espandere le sue ripercussioni ben al di là del semplice Pisaneschi? A questo ha pensato?

Ha pensato che con questa iniziativa scattata sulla base di un avviso di garanzia, teoricamente, dovrebbe chiedere la verifica della compatibilità con gli incarichi ricoperti a decine di persone? Non stiamo qui a puntare l’indice contro nessuno forse perché siamo più garantisti di altri, ma ci limitiamo a rilevare quanto scritto nel documento del PD(S) senese.

Partito che, peraltro, non ci sembra che abbia avuto un ruolo di secondo piano a Siena. Anzi.

Ci è venuto, però, anche un lampo di malizia. Ossia che forse a queste possibili conseguenze qualcuno ci abbia pensato e, tutto sommato, abbia colto la palla al volo magari augurandosi che possa servire a ridimensionare qualcuno.

In questo caso, però, verrebbe da dire, troppo comoda

Pensate al candidato del PD(S) senese: da una parte ha le spalle scoperte dal suo partito a Roma, dall’altra, a livello cittadino, avrebbe la quasi certezza di rimanere schiacciato da qualche personalità più spiccata ed introdotta della sua. Che un po’ di pulizia non gli faccia comodo?

Di sicuro non sarà così, anche perché se lo fosse sarebbe una definitiva affermazione di debolezza.

Firmato

La Primula Rossa