Occorre partire da Astrid per mettere a fuoco i vari intrecci e i personaggi che da diversi anni giocano i ruoli di direttori d’orchestra nelle dimaniche della banca Monte dei Paschi. Personaggi noti e stranoti del panorama politico italiano che dalla prima repubblica a tutt’oggi occupano,grazie alla politica, le poltrone degli snodi economici e finanziari e quelle delle partecipate ed ex-partecipate statali. Due nomi su tutti:Franco Bassanini e Giuliano Amato. Astrid,insomma. Segui Astrid e scopri una parte della storia recente(dal 2006 a oggi) di MPS.
Astrid (Associazione per gli studi e le ricerche sulla riforma delle istituzioni democratiche e sull’innovazione nelle pubbliche amministrazioni) fondata da Bassanini e Amato,affermano essere un think tank specializzato nello studio delle riforme istituzionali e amministrative, in realtà è un centro “specializzato” nell’occupazione delle poltrone e negli assetti del sistema bancario. E non è un caso che Bassani è presidente di Cassa Depositi e Prestiti. Come non è un caso la partecipazione della fondazioni bancarie nel capitale di Cassa Depositi e Prestiti. E non sono erano banali coincidenze le varie “sponsorizzazioni” di Bassanini e Amato nei confronti dell’allora presidente di MPS Mussari.L’ascesa del Mussari avviene in due tempi e con due personaggi distanti apparentemente,prima con Amato e poi con Tremonti. Poi arriva l’affaire Antonveneta e lo spagnolo Emilio Botin e l’Opus Dei spagnola. La cattolicissima finanza spagnola irrompe nel pieno dello scontro all’interno della finanza laica italiana e nello scontro tra finanza laica e cattolica italiana. E come ogni regola che si conferma, alcuni personaggi,in base all’altra regole dell’opportunismo,un giorno sono laici e un altro giorno sono cattolici dediti alle opere di Dio. Tutto ha un prezzo nel mercato della finanza spirituale. Nel quadro delle conversioni religiose dobbiamo aggiungere un altro scontro che era andato in scena durante gli anni dell’affaire Antonveneta: la scalata alla BNL. In quel caso oltre allo scontro tra “religiosi e profani” c’era lo scontro dentro i DS,tra chi stava con Unipol e chi stava con Luigi Abete (BNL). I condottieri e i capitani della finanza senese, Mussari e Ceccuzzi in testa,supportati dal veltroniano Turiddu Campaini, su consiglio del noto Bassanini si schierano con Luigi Abete e l’operazione della scalata di Unipol alla BNL naufragò,insieme a un pezzo importante della nomenclatura ex comunista del mondo delle cooperative, soprattutto emiliane. Alla luce dei disastri compiuti, per MPS, sarebbe stato più conveniente continuare con il profilo della pura e semplice banca commerciale di tipo regionale e non schierarsi con nessun contendente della BNL. Ma Ceccuzzi già dal 2001 pensava alla vita da sindaco e Mussari a quella di uomo di prestigio nazionale e la tentazione si traformò in applicazione. Uno schieramento tira l’altro e siccome le vie del signore sono infinite, all’improvviso, preceduto da un sogno notturno con l’apparizione dell’arcangelo Emilio che indicava la via della Spagna, spunta l’affaire Antonveneta. Lo spirito e l’anima dei valorosi custodi spagnoli delle opere di Dio indubbiamente si sono rafforzati; per Siena è stata una catastrofe che ancora deve manifestarsi nella sua complessa e drammatica entità numerica e morale. Per completare la panoramica dei nomi che contano aggiungiamo Giuseppe Guzzetti e Giovanni Bazoli, i due vecchietti che muovono i fili del sistema bancario italiano; i due sponsor della riconferma di Mussari alla presidenza dell’ABI. Un proverbio antico ci ricorda che con la vecchiaia aumenta la saggezza; evidentemente non tutti invecchiano saggiamente. Come ci ricordano Tito Boeri e Luigi Guiso, “nel 2003 si è voluto modificare radicalmente la natura della Cdp, trasformandola in uno strumento attraverso il quale portare debito pubblico al di fuori del bilancio dello Stato, in una specie di nuovo ministero delle Partecipazioni statali, un veicolo attraverso cui gestire vecchie e nuove (strategiche) partecipazioni in imprese italiane. Per attuare questo disegno, c’era bisogno di “de-pubblicizzare la Cassa” portando al suo interno soci privati in modo da non violare la normativa europea. Tremonti aveva bisogno delle fondazioni bancarie, enti apparentemente privati ma controllati politicamente e sulle quali il Tesoro ha potere di influenza anche perché ne esercita la supervisione. Le fondazioni sono così entrate nel capitale della Cassa depositi e prestiti nel 2003, acquisendone, con un miliardo di euro, il 30 per cento del capitale”. Un’operazione gestita dal vecchietto arzillo Giuseppe Guzzetti e sposata trionfalmente dall fondazione MPS,prima con la presidenza Mussari successivamente da Mancini. Entro la fine del 2012 ,però,c’è un problema da risolvere.Le fondazioni, come ci ricordano ancora Boeri e Guiso hanno l’appuntamento con il conguaglio; “dal 2010 le azioni privilegiate delle fondazioni sono divenute convertibili in azioni ordinarie; la conversione dopo una proroga deve avvenire entro al fine del corrente anno. Il Tesoro da allora chiede alle fondazioni di pagare un conguaglio per la conversione, valutato fino a 6 miliardi, perché il valore di Cdp è aumentato senza che le fondazioni si siano prese alcun rischio per gli investimenti intrapresi dalla Cassa. In effetti, le fondazioni sono state sin qui obbligazionisti molto ben remunerati e in grado di influenzare la governance della Cassa. Le fondazioni, dal canto loro, sostengono di non dovere alcun conguaglio; la prossimità della scadenza entro cui deve avvenire la conversione dà loro potere contrattuale. Probabile che alla fine riescano nuovamente a strappare condizioni per loro favorevoli versando un modesto conguaglio (si parla di un miliardo e mezzo) e rimanendo nella Cassa”. E la fondazione MPS dove li trova i soldi per contribuire al pagamento,”pur modestissimo”, del conguaglio? Prima o poi Siena ce la farà tirarsi fuori dalla palude?
Albus Silente