Riproponiamo una saga, quella dei finanziamenti europei, musica e parole di Fratello Illuminato e Paco!
Per quanto riguarda i finanziamenti europei c’è da assistere ad amenità da avanspettacolo, come ad esempio il finanziamento per la costruzione del pozzo artesiano per il giardino della casa di campagna del Prof. ordinario, acquisto di impianto dolby sorround 5.1 con televisore al plasma da 52 polici e casse acustiche a cono con interno in radica della Bose per il salotto di casa, svariati pc portatili (ok sì in quel caso l’uso è borderline … difficile dimostrare che non servano per il lavoro … poi sono portatili … ma una XBox come si giustifica?). Sottolineiamo che i lavoratori quando prendono tanto prendono 1300 euro al mese che non sarebbero sufficienti neanche a comprare la pompa del pozzo artesiano. Intanto riflettete su questo. A presto la seconda puntata, ancora più avvincente.
Siamo arrivati a farsi il pozzo artesiano, l’impianto stereo e la Xbox.
E fin qui tutto abbastanza regolare (si fa per dire)… perchè uno dei punti più alti dell’ingegno umano (a livello di arte liberale) si raggiunge invece con il famosissimo “valzer dei fondi europei”.
Il problemi dei fondi europei (VI e VII programma quadro) è che sono un po’ rognosi da intascare, perchè guarda caso quei birboni a Bruxelles, vogliono una dettagliata rendicontazione delle spese … allo stesso tempo sono anche belli cospicui … quindi come si fa a mettersi in tasca un giusto obolo per chi ha sacrificato gli anni della gioventù dietro una cattedra (invece che più appropriatamente con una zappa e una vanga in mano)?
Sale la suspence e quindi domani arriveremo alla terza puntata. Tenetevi le coronarie a posto perché qui si parla di cifre assai imponenti e di veri e propri malfattori (dell’umanità).
Eravamo rimasti alla domanda di come fare per intascarsi i fondi europei nonostante l’obbligo di rendicontazione.
Semplice, siccome nei progetti europei tipicamente occorre aggregare più partner, preferibilmente anche industriali, si colgono due piccioni con una fava… un docente particolarmente illuminato mette insieme un gruppettino di peones suoi allievi e fa loro costituire una società (solitamente una spin-off di ateneo così costa anche meno e possono usare gli ambienti dell’università e anche questa delle spin-off è una porcata che puzza di truffa lontano un miglio), che viene inserita come partner industriale nel progetto europeo che ha come co-partecipante o anche come capofila il docente in questione. Il finale magnificente lo saprete nella prossima ed ultima puntata.
Abbiamo visto il giochino dei finanziamenti e delle spin-off e per tre puntate vi abbiamo tenuto il fiato sospeso, ne siamo convinti. Come finisce?
Il gioco è facile: con i fondi europei il docente finanzia qualche assegno di ricerca o contratto di collaborazione extra con cui sussidiare i suoi allievi, che così portano avanti il lavoro fatturandolo due volte (una come spin-off/azienda, l’altro come titolari di assegni di ricerca), naturalmente il buon docente riceverà una fetta consistente (spesso il 100%) di quanto finanziato alla spin-off dai fondi europei, sottoforma di contratto di consulenza (su un progetto fittizio diverso da quello europeo per non destar sospetti) erogato al docente dalla spin-off dei suoi allievi.
Et voilà!!! Abbiamo munto la mucca europea senza mai averle dato neanche una forcata di fieno e ci siamo riempiti le tasche di quattrini noi e tutti i nostri “amici” e “sottoposti”. Facile no?
1 comment so far ↓
<<In più – fa sapere l’eurodeputato – ho presentato al Parlamento Europeo un’interrogazione per chiedere delucidazioni sui contributi europei dati all’Università di Siena per il Programma Quadro 6 e 7. Vogliamo sapere – termina – se questi soldi sono stati ben spesi e a chi sono stati destinati».