Se avevate dei dubbi ecco che il giovane Guicciardi schiera il PD al fianco del rettore abusivo Angelo Criccaboni. Crescono bene questi dirigenti ceccuzziani.
“L’Università di Siena ha attraversato una fase difficilissima – ha ricordato Niccolò Guicciardini (Pd) – ma il piano di risanamento sta andando avanti e va riconosciuto lo sforzo massimo per la riduzione del disavanzo e il recupero della credibilità nazionale e internazionale che ha visto impegnato il rettore e i dipendenti, con il sostegno di tutte le istituzioni locali”.
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Siccome Guicciardini parla di “piano di risanamento che va avanti”, allora lo illustri lui pubblicamente questo piano e in cosa consiste;
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Il contributodei dipendenti sarebbe il taglio al salario subito dal Criccaboni?
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Della vicenda dell’esponente del PD David Chiti e di quel bar di Via Roma non ha niente da dire Gucciardini?
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Sulla credibilità lasciamo perdere perchè che è meglio.
Ecco perchè il PD è il partito dei dei dissestatori.
14 comments ↓
Bhauaahaha…. o lo vedi che qualcuno finalmente ammette che non c’è piano di risanamento che tenga se prima l’ateneo non si disfà della zavorra degli amministrativi. Hai voglia di lamentarti che il rettore è abusivo o che il direttore amminitrativo è inquisito. Ci puoi mettere chi ti pare ma la via è quella.
Insieme ovviamente al disfarsi delle cariatidi baronali che hanno svenduto l’accademia….. altro che PD o che Guicciardini. La tracotanza baronale è indipendente dalla politica. E’ talmente evidente che solo un fazioso come te non se ne accorge! E giù di barre e di aragoste ma non gli toccare tutta quella brava gente che inconsapevolmente ha vinto un concorso legittimo per prendere mille euro al mese, per non fare niente…. poi gliene riconoscono duecento di salario accessorio per insistere nel non fare niente e poi glielo levano….. brutti e cattivi e antisindacali!
Ora sarebbe bene che fossero gli stessi amministrativi ad ammettere che non c’hanno un cazzo da fare e che molti di loro sono imboscatissimi! Un bel punto di partenza per legittimare il lavoro di chi lavora (e non il posto di lavoro di chi scambia il diritto al lavoro con il diritto al posto di lavoro….) e il salario accessorio di chi se lo merita.
O viemmi a fare lo scalpo……. leccalecca
Ah beh se lo dice il Guicciardini, con quella faccia, allora siamo a posto … anche in questo caso dimostri di essere scioccamente aggressivo perché qui nessuno ha mai sostenuto che ci vogliono 1000 amministrativi per mandare avanti l’ateneo senese, come non ci vogliono 1200 professori come all’epoca di Tosi. Il problema, ma con certe teste ci vuole pazienza a farci entrare dentro la roba, è CHI va tagliato, perché tanto in un campo quanto in quell’altro se si taglia a cazzo di cane si fanno dei danni permanenti e irreversibili. E’ così difficile da capire? Chimica va tenuta oppure 50 chimici non servono? 22 storici contemporanei a che cazzo servono? E venti amministrativi in un dipartimento? E 2 in un altro? E con queste ceppe di rettore e di direttore amministrativo ti sembra che si stia arrivando ad un’organizzazione fatta bene ed efficace? E levare soldi a tutti indistintamente è da furbi? E prepensionare i docenti che magari sono unici nel loro ruolo? E che legittimità hanno questi due? Nessuna. Come vedi la faccenda è complessa e Focardi non è certo un angelo. Chi l’ha detto? Mai sostenuta una cosa del genere, ma se qualche pirla pretende che sia l’unico colpevole allora o è scemo o è in malafede e da parte nostra, che siamo sicuramente faziosi, come tutti, non si merita altro che il disprezzo più profondo. De hoc satis.
Mai io non addosso tutte le colpe a focardi. Guarda leccalecca che te o chi per te ha scritto: “Perchè Silvano Focardi non è da catalogare nella cricca dei devastatori.”
Ma chi pensi di prendere per il culo?
Hai piena ragione a condannare i tagli orizzontali. Pessimi. Così come a pretendere di avere organismi dirigenti legittimi.
Hai ragione che ci sono troppi amministrativi e pure troppi professori e che questi costano pure di più. Ma i meccanismi di valutazione istituzionale per capire se ha senso mantenere i chimici o gli storici ce ne è a bizzeffe, interni ed esterni, a cominciare dalle pubblicazioni. Basta volerli applicare. Il personale tecnico va riorganizzato (e pagato) di conseguenza: chi non si adatta a casa. In realtà è molto più semplice di come pensi. Basterebbe, come ho cercato di dirti, parlare di università e non volere per forza collegare tutte le malefatte a giri di potere del PD o di chicchessia esterno all’università. Questo non perchè va difeso il PD di siena (…. questa poi…) ma perchè cercando di dare sempre le colpe a Berlinguer, Ceccuzzi, Guicciardini fino al Chiti crei dei colpevoli da perseguire e degli alibi da sposare. E’ strano ma così non troverai mai nessun amministrativo che ha compreso appieno la sua inutilità così come non troverai mai nessun docente disposto a levare il culo dalla cattedra…. tanto è colpa del PD…. eh no! La colpa è largamente di chi c’è dentro ed ha accettato tutto il sistema di potere interno all’università in cui la politica, specie tra i docenti, gioca un ruolo marginale.
A me non fa specie la tua faziosità, anzi in fondo mi sta pure simpatica, ma il fatto che non cogli l’essenza dei problemi. Ti prendo il caso più stupido di tutta questa vicenda: il bar di via roma…. Ma te credi veramente che ‘il mediatore’ Chiti abbia costretto focardi a dargli un bar irregolarmente? Perchè Chiti, il PD Ceccuzzi e compagnia bella…. la solita storia. Lo credi o ti fa comodo crederlo? Fin dal 2002 il tosi e poi il focardi hanno mosso mari e monti per far spostare il personale al san niccolò. Prima un pezzo di amministrativi e poi piano piano un dipartimento alla volta. Ci sono voluti anni per smuovere tutto. Ci voleva un bar. Lo volevano gli amministrativi. Lo volevano e presto. Il focardi ha voluto/dovuto fare presto ben sapendo che nessuna grande azienda di ristorazione avrebbe accettato di allestire un bar da zero in una situazione così incerta. Da li in poi è stato un carnevale di broccionaggine che il magistrato valuterà. Questo è uno degli esempi dove occorre cercare dentro l’università per sanare il malcostume dei concorsi aggiustati e non fuori. Altro esempio: spero che presto la magistratura faccia luce sui contratti di docenza dati a ricercatori di chiara fama….. ovvero ai galoppini dei docenti che, previa valutazione comparativa con nessuno, prendevano qualche soldo per fare il loro corso e quello del barone…. stessa logica di convenienza, stesso meccanismo ed anche qui niente PD….
Notte lecca…. 😀
Siamo in larga parte d’accordo, ma anche a te sfuggono delle cose oppure visto che anche te sei fazioso (legittimamente) tendi volutamente ad ignorarle. Il bar: nessuno qui ha mai sostenuto che il Chiti abbia partecipato al dissesto. Anzi addirittura ci sono le prove che se qualche irregolarità c’è stata da parte sua è avvenuta in ambito assolutamente extrauniversitario. Quello che che ti sfugge è il ruolo di un’altra persona, che invece è enorme, in questa vicenda: il Bruni. Perché sia Focardi che Chiti (le cui telefonate del tutto irrilevanti per la vicenda universitaria sono di UN ANNO DOPO l’assegnazione del bar) c’entrano poco. Il problema è che è stato il Bruni (membro del comitato elettorale di Ceccuzzi) a fare la manifestazione di interesse mentendo sulle ditte cui aveva sottoposto la possibilità di assegnazione. E la magistratura si è posta, crediamo, giustamente la domanda: ma questo qui che di gare e manifestazioni d’interesse ne ha fatte a centinaia le ha fatte tutte così? Perché se sì altro che dissesto!!! E’ tutto irregolare. Inoltre un’altra cosa su cui non siamo d’accordo è la cifra dell’influnza del PD senese sull’ateneo anche sotto il profilo accademico. Berlinguer, Tosi, Bruni, Boldrini, Bettini, Piccinni, Calabrese, Flores e decine di altri sono tutti invischiati sia nel partito sia nell’ateneo e detengono, hanno detenuto e sono in procinto di detenere posti di potere ACCADEMICO in quanto detentori di posti di potere POLITICO e, bada caso, sempre dalla stessa parte. Se si seguisse il tuo ragionamento (che in larga parte è giusto) allora sì che si creerebbero degli alibi, ma al rovescio! Il PD non c’entra nulla, Ceccuzzi e i suoi non contavano nulla e quindi la Banca, l’Ateneo, l’ASL, l’Ospedale, il Comune, la Provincia e la Fondazione sono venuti di sotto per implosione e per ragioni interne. FALSO!!!!! Sono venuti di sotto perché il PD e i cespuglietti hanno fatto come l’acqua: hanno occupato manu militari tutto lo spazio possibile, infilando i propri uomini (ominicchi e quacquaracquà) ovunque anche per mezzo di quelle porcate di stabilizzazioni che giustamente tu asserisci che non erano obbligatorie (e per questo ci sarà chi pagherà, speriamo non solo i poveracci tutto sommato incolpevoli) e operando, all’interno dell’ateneo, qualcosa come 750 movimenti di carriera (fra assunzioni, chiamate dirette e progressioni da ricercatore a associato e da associato a ordinario) in meno di sette anni. Ora siccome sappiamo benissimo che dovunque nell’accademia funzionano metodi mafiosi di questo genere, ma in nessun ateneo italiano è successo un disastro del genere, c’è evidentemente un elemento di differenza a Siena e solo a Siena. E se non è questa orrida mescolanza tra potere politico (del partito egemone a Siena, altrove ci saranno altri) e accademico spiegalo te cos’è.
Buona domenica, pirla 😀
Interessanti spunti di riflessione, sopratutto dopo aver osservato attentamente un aspetto che sta prendendo campo in tutte le istituzioni cittadine disastrate, vale a dire l’operazione “salvate il pd”.
Un mio caro amico che opera in un media cittadino mi riferisce di questa massiccia offensiva per ripristinare la credibilità del partitone. Quindi si i problemi esistono ma in fin dei conti è sempre andata così……..i conti sono in rosso ma che ci vuoi fare sono “compagni che sbagliano”, insomma alla fine qualcuno vuole salvarsi il culo e manda avanti i soliti noti per altro. Che tristezza.
Per rifarmi la bocca vado a dare una leccatina….si ma di…f…..
anche in questo caso dimostri di essere scioccamente aggressivo perché qui nessuno ha mai sostenuto che ci vogliono 1000 amministrativi per mandare avanti l’ateneo senese, come non ci vogliono 1200 professori come all’epoca di Tosi.
shamael
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purtroppo non è così, e non solo perché i professori temo siano rimasti poco più di 800: da quando Mussi ha varato i “requisiti minimi di docenza”, legge che non sarebbero in grado di soddisfare manco a Oxford, purtroppo ci vogliono parecchi, ma parecchi docenti per tenere aperti i corsi di laurea: QUESTA e non altre, tipo una ponderata programmazione didattica sul territorio, è L’UNICA ragione per la quale corsi e dipartimenti hanno chiuso, dopo i massicci pensionamenti e i prepensionamenti, in presenza di blocco del turn over. Il vero problema è che questi professori, già da prima erano stati assunti, esattamente come nel caso del personale amministrativo, a cazzo di cane: dozzine dove non servivano, ma c’era un esponente della cricca; basta rovistare nel sito del MIUR per averne contezza in modo inequivocabile. E tacerò sul modo in cui è stato gestito lo strumento dei contratti. Moltiplicazione di sedi e corsi per omaggiare questo o quel notabile. Sicché alla fine sopravvive solo chi più in passato ha speculato. IL resto è stato lasciato marcire e tutt’ora non si capisce quale sia la prospettiva, perché capirete che questo qua non è un criterio.
Nessuna corsa a difendere nessuno BSG. Tant’è che non mi pronuncio su altri ambiti banca, ospedale, fondazione etc…
Ben vengano i chiarimenti sulle cattive gestioni da parte di chi ha gestito e da parte di chi non ha controllato. Che non è un mal comune mezzo gaudio ma serve ad evitare che qualche pidocchio ripulito si prenda la briga di passare come innovatore cavalcando le disgrazie altrui con l’unico interesse di cambiare il burattinaio e non i burattini. Ecco perchè è bene spaccare il capello in 4. Il Pd come gli altri partiti non sono costituiti solo dalla loro classe dirigenti e sarebbe l’ora che tutta questa gente onesta per bene e correttamente faziosa venga fuori. Insisto invece a definire il malanno interno all’università (esclusivamente dentro l’università) come un malanno che ha origine dentro le dinamiche di potere dell’università. Forse l’illuminato ha una esperienza universitaria fortemente influenzata da esponenti del PD. Io potrei parlare dei mie baroni del PDL… ma il punto ripeto non è la politica. Basta vedere le analogie con le altre università italiane, non tutte in città ‘rosse’ e con le scelte governative in materia di università: sempre uguali a prescindere dal colore politico del governo. Se questo non ti convince pensa al fatto che proprio sulla base della crisi che dovunque in italia tiene sotto scacco le università si cerca da più parti di modificare la governance degli atenei. Con la scusa di accorpare sedi vicine sul territorio (…. e perchè sono state create allora….) si vuole istituire coordinamenti regionali inserendo nei cda dei vari atenei una rappresentanza significativa di enti territoriali….. quelli si politicizzati…. un po’ come dire: voi baroni avete fallito, ora ci pensiamo noi politici/amministratori….. dalla padella nella brace.
Questo però a testimoniare che non c’è un controllo diretto della politica sull’università altrimenti non ci sarebbe questo assalto…..
Quindi continuiamo a parlare dei problemi dell’università ma basta ad ogni piè sospinto mettere dentro ceccuzzi, chiti e compagnia del PD. Parliamo dei singoli e del loro ruolo accademico/amministrativo nell’università (bruni-bigi…. in primis)…. quello basta e avanza!
Con piacere notiamo come la discussione che si sta sviluppando è stata sfrondata del contenuto aggressivo. Benissimo. Possiamo continuare quindi. Ancora una volta il contenuto del commento i leccalecca (che nickname da pirla, si scherza via su basta insultarsi ad invicem) è largamente condivisibile. Resta però un aspetto su cui divergiamo e cioè la forte influenza politica sull’ateneo senese e solo su quello. E’ vero che la riforma della governance è una boiata che serve proprio a politicizzare o meglio a rafforzare la politicizzazione dei cda e degli organi di governo degli atenei, ma il caso Siena ancora una volta è particolare. Non esiste infatti, ad oggi, nessus ateneo nel cui cda ci sia un così ingente numero di politici. Si badi: un rappresentante della Regione (PD), uno del Comune (PD), uno della Provincia (PD), uno della Camera di Commercio (PD), uno della Banca (PD). Ma non basta. I rettori che si sono susseguiti negli ultimi 20 anni, a parte Focardi he non si sa (forse nemmeno lui lo sa) di che parrocchia sia, sono stati del PD o di quello che c’era prima al posto del PD. E ancora non è sufficiente perché i revisori dei conti, per esempio, anch’essi venivano (imperfetto, notare bene) cooptati nel PD e abbiamo visto cosa sono stati capaci di fare. E non è finita nemmeno qui perché se scorriamo la lista di quelli che hanno ricoperto ruoli di governo, senato o cda che sia, per lunghi anni sono stati eletti in quel concone (facciamo qualche nome va: Bettini, Detti, Flores, Piccinni, Bettalli, Pinto, Cardini, Belli et alii). Addirittura ora che le facoltà scompaiono e ci saranno i dipartimenti c’è una lotta all’ultimo sangue perché i direttori siano fedeli al rettore (PD componente ex margherita come Tosi pari pari) e contestualmente al Partito. Va benissimo non tirarci dentro le altre istituzioni, ma per alcune fai male a tenerle fuori perché per esempio l’enorme e numerosissima facoltà di medicina (un terzo di tutto l’ateneo) è un crogiuolo di spartizione di potere NON SOLO accademico, ma anche e soprattutto politico. E non parliamo del personale tecnico amministrativo che, CGIL imperante, la CGIL cenniana in modo particolare (e Cenni ha fatto il sindaco 10 anni, non uno come il chianino) che annovera quel Bruni (del nicchio come Cenni fra l’altro) di cui si parlava, ha mangiato come nessun altro. Valla a chiedere a loro la spiegazione del folle numero di stabilizzati (280 mentre a Pisa furono dodici, alla Sapienza (!!!) 43). Non mettiamo in dubbio che altrove l’egemonia sia piddiellina, ma insistere a sostenere che la politica sia fuori dell’Ateneo a nostro modo di vedere non è possibile.Per non parlare del fatto che anche i rettori hanno avuto rapporti di ogni genere e specie col partito egemone e, segnatamente, cone Ceccuzzi e Monaci (questo ultimo soprattutto per il legame indissolubile con la sanità). Fatti dire da Tosi, Focardi e Riccaboni il numero di telefonate che si sono scambiati con questi personaggi e vedrai se non abbiamo ragione. Ma poi basta semplicemente stare ai fatti, nero su bianco. Le intercettazioni che sono state pubblicate, qui e altrove, anche sul cartaceo, dimostrano senza ombra di dubbio quanto affermiamo.
Saluti (e cambia nickname che codesto fa cacare, senza offesa)
Con la scusa di accorpare sedi vicine sul territorio (…. e perchè sono state create allora….) si vuole istituire coordinamenti regionali inserendo nei cda dei vari atenei una rappresentanza significativa di enti territoriali.
lecca
………..
scusa lecca, ma tu dove vivi? In quale pianeta? Hai una vaghissima idea delle leggi dello stato, da Mussi alla Gelmini? Non è un “complotto reazionario”, ma il semplice dato aritmetico che per tenere aperti doppioni e triploni, AI SENSI DELLE LEGGI DELLO STATO occorrerebbe un numero di docenti che oramai in Toscana, in moltissimi settori, solo Pisa (pare) può sostenere. E siccome si tratta di università STATALI, non di conventicole private localistiche, mi pare persino OVVIO che a questi lumi di luna debbono coordinarsi: così fanno in tutt’Europa, e non si capisce come mai dobbiamo costituire anche in questo un’eccezione. Ma ti sei reso conto o no che sono sparite mezze lauree magistrali ed una caterva di dottorati di ricerca in materie di BASE? Una parte cospicua dei laureati triennali oramai se ne va a trovare una specialistica altrove, e i migliori laureati magistrali scappano anche dall’Italia: questa è l’università, questa la deplorevole sitazione attuale. Il resto sono chiacchiere, politicume e ideologia da quatro soldi. Pensi di andare avanti con questa continua dequalificazione e al contempo tormentarci con l’ANVUR che richiede l’eccellenza scientifica, quando è EVIDENTE che in contesti così dequalificati la ricerca scientifica non può sicuramente sbocciare? Come pensi che ciascuna sede o ciascuna sede distaccata possano oggi come oggi, autonomamente fornire la massa necessaria per soddisfare i famigerati “requisiti minimi”? È nota bene: ciò che chiude, poi non riapre! Voglio dire, non t’iiludere che nel 2023 ciò che è stato smantellato venga ripristinato. Le sedi vicine DEVONO ESSERE ACCORPATE, di riffa o di raffa, se non sono più in grado di stare in piedi da sole: altrimenti 130 milioni in dieci anni per tenere in piedi Arezzo, e per avere corsi dequalificati sia qui che lì, cacciali tu. È grottesco: stai spacciando le peggio porcate di una cricca che difende strenuamente il proprio orticello di potere, come roba “rivoluzionaria” e “democratica”: ma che c’entra tutto questo col diritto allo studio? Che c’entra con la ricerca? Ci manca solo che ti metta a propugnare l’aumento del numero delle province per avere “più democrazia”…
. un po’ come dire: voi baroni avete fallito, ora ci pensiamo noi politici/amministratori….. dalla padella nella brace.
lecca
…………………………..
se vai a chiedere i quattrini alla Regione, è assai probabile che poi vogliano vedere come li spendi, anche se le regioni, a dire il vero, con quello che sta uscendo in questi giorni, non sono esattamente un modello di parsimonia. Per evitare il condizionamento della politica, allora, aumentiamo a ritrecine il numero di sedi e di orpelli distaccati, gioelli indiscreti per il vezzo del Magnifico o del sindaco di turno: paga il Lecca! Evidentemente il nostro Lecca deve essere un avvocato, un medico o roba del genere, se non si è nemmeno posto il problema che mi sono sforzato di sottoporre alla sua attenzione: oramai, A CAUSA DELLE DIABOLICHE LEGGI DELLO STATO, varate dai governi di destra come quelli di sinistra, nonché dell’uscita di ruolo (naturale o frizzante) della generazione dei professori delle grandi infornate dei primi anni ’80, per intenderci, una notevole quantità di corsi di laurea non hanno i numeri in termini di docenza per restare aperti: non hanno la massa, esattamente specificata da articoli e commi: se non ce l’hai (come non ce l’hanno una considerevole parte dei corsi di laurea, eccetto quelli tradizionalmente numerosi, tipo legge e medicina e quelli dove una mano santa ha fatto piovere dal cielo decine di professori, svaligiando le casseforti), chiudi punto e basta. Per non dore della ricerca: come si concilano le frustate dell’ANVUR “publish or perish” con il fatto che vengono meno i contesti dove uno dovrebbe svolgere la ricerca? Questo vuol dire che è a repentaglio la sopravvivenza di interi comparti della ricerca e della didattica a livello non solo senese, ma regionale: e allora, o trovi un sistema per coordinarti, o il disastro è completo!
p.s. apprendo con grande soddisfazione dal Lecca che al momento di oggi l’università non è punto influenzata dalla politica.
Trovo come sempre i post dell’aiutante di campo Kutuzov precisi e per quanto mi riguarda direi anche istruttivi.
Tirando quindi le somme della bella discussione direi che come in tutti i gialli che si rispettano abbiamo trovato “il morto” mi pare che anche sul “movente” vi siano sostanziali convergenze a questo punto bisogna individuare l’assassino.
Chi si ricorda di un cult anni ottanta, mi riferisco ad Ellery Queen, succedeva che alla fine questo scrittore detective radunava tutti gli indiziati in una stanza e poi argomentando tutta la dinamica del delitto ne indicava il responsabile.
Aggiungo solo che secondo me per radunare tutti gli indiziati, nel caso della nostra discussione, non basta il Santa Maria, per rinchiudere tutti i responsabili non basta santo spirito, ma se proprio si volesse andare ad indicare il principe dei principi allora bisogna andare in qualche “sultanato”…..in ogni caso alla faccia della buona politica ci sarebbe un partito che verrebbe decimato.
Un abbraccio a tutti voi.
Wow che putiferio! Bene, si parla di università e non più di politici e questo è ottimo perchè
vengono fuori i problemi dell’ateneo a prescindere da cappellai o presunti tali.
@fratello: citi dei nomi correttamente (compreso Tosi trombato in zona cesarini
allegramente proprio dal PD per un affaruccio di concorso truccato…) riferendoti proprio a
medicina che è un ambiente particolarmente borderline vista la vicinanza con la ASL e
visto il fatto che i docenti usano spesso il loro titolo per la propria carriera professionale….
anche li si apre tutto un altro giro che mescola le ingerenze che ‘la politica’ ha nella nostra
società con i problemi dell’accademia ma, ripeto, secondo me travisi i problemi se credi
che il ‘movente’ delle scelte sia da cercarsi nel modo in cui i partiti, attraverso le loro
politiche, praticano squallide lotte di potere per controllare a loro piacimento ciò che è di
tutti. Un parallelismo di una simile ingerenza può essere fatto per giurisprudenza in cui i
docenti hanno spesso maggiore interesse nella loro professione che nell’essere accademici.
Sulle facoltà scientifiche, più o meno pure, farei dei distinguo…. lo stesso focardi a più
riprese ha manifestato la necessità di stabilire un contatto con la banca per cercare di
risolvere i problemi finanziari dell’università…. anche qui si va su un altro terreno e che
terreno!
Da molti rettori in passato e non solo a siena (vedi Modica vedi quella già citata e fallita di
Tosi) la carica accademica è stata usata come trampolino di lancio per la carriera politica.
Anche qui le dinamiche sono di livello molto alto e rispondono alle ambizioni personali dei
singoli più che a una vera e propria ingerenza dei partiti.
Se vuoi cerco di essere ancora più chiaro: la moltiplicazione delle cattedre e delle relative
immissioni in ruolo degli ultimi venti anni (danno originale del collasso del sistema insieme
alle ope legis degli anni 80) non hanno origine da una ingerenza della politica dentro
l’università ma rispondono a logiche di potere interne all’accademia.
Io non voglio entrare nel merito di appartenenza dei singoli ma i nomi che citi sono solo
una parte del panorama dei docenti senesi…. altri candidati a rettore, che hanno riscosso
largo appoggio tra i docenti, non erano schierati con il PD. Certo se poi vuoi trovare per
forza le correlazioni tra ‘vicinanze ideologiche’ e ruoli ricoperti in una città di 50000
abitanti…..
Non ti voglio convincere della mia posizione ma, per la mia esperienza, il movente
dell’omicidio dell’accademia in italia con annessi mandanti ed esecutori materiali non va
cercato nei partiti.
Sul personale tecnico ed amministrativo anche te, mi sembra, ammetti gli spudorati
magheggi del sindacato (accettati da tutti i dipendenti quando tutto sembrava andare bene,
peraltro) e dici implicitamente che le relazioni tra gli attori non sono solo politiche… ma di
amicizia, di contrada, di bicicletta (e chi vuole intendere intenda…. ) etc. Anche qui non
credo esista una dipendenza diretta dai partiti delle scelte fatte sul personale tecnico
amministrativo… semmai mediata dal sindacato…. e non sempre una mano sa cosa fa
l’altra, non solo nell’università.
Un’ultima riflessione sul ruolo degli enti nel CdA. Mi sembri sufficientemente scafato per
conoscere come funzionava il CdA dell’università ma è bene ricordarlo ai più: l’organo deve
essere convocato statutariamente con largo anticipo ma ahimè la documentazione da
discutere e su cui deliberare arrivava sempre poco tempo prima della discussione….
tipicamente il venerdì per il lunedì….. talvolta il lunedì mattina stesso….. e stiamo parlando
di roba come 400 pagine a botta! Come pensi che un qualsiasi rappresentante (spesso
inesperto di diritto amministrativo), specie se esterno al mondo accademico, possa essere
minimamente edotto sulle decisioni da prendere e sulle conseguenze delle sue scelte….. Si
sono sempre fidati delle relazioni introduttive di rettore e direttore amministrativo (salvo
qualche intervento sporadico del rappresentante della banca, tipicamente avvocato, che
soffermava gli astanti sui punti di suo interesse….) e questo spiega come tutti i presenti (del
PD o meno) si siano fatti soffiare da sotto il naso pur avendone la responsabilità penale così
tanti soldi. Lasciamo stare i sindaci…. su quelli ci pensa la magistratura fortunatamente.
@ kutuzov Guarda, mi scuso perchè volevo essere ironico e mi sono accorto di non esserci
riuscito provocandoti una incazzatura fotonica. Sono largamente d’accordo con te. Ottanta
università per sessanta milioni di persone più poli e polini distaccati sono veramente
un’offesa alla cultura e al ruolo istituzionale dell’università. Colpa dei partiti o colpa dei
baroni? Secondo me dei secondi poi fai te. Le università vanno accorpate? Certamente si!!
Su che base? SUI RISULTATI ACCADEMICI!! Pisa, Siena e Firenze hanno sovrapposizioni
ridicole…. ingegneria a siena è ridicola nei confronti di quella di pisa così come storia
medievale di pisa è ridicola rispetto a quella di siena…. non ci vuole molto basta non
guardare il proprio orticello. Fare massa critica di ricercatori e docenti nei vari settori
disciplinari per migliorare la qualità della ricerca, della didattica e per offrirsi come partner
credibili nei progetti di ricerca internazionale. Accorpare per tagliare i docenti vecchi (… e
qui ci vuole la scure anche se alcuni sono sempre validi ma occorre un ricambio e una
rottura decisa dei centri di potere) e la pletora di amministrativi INUTILI. Discorso diverso
per le sedi distaccate da chiudere e basta. Create da docenti intraprendenti che hanno colto
l’esigenza dei comuni di voler qualificare il ruolo del proprio territorio e si sono fatti pagare
posti da ricercatore (per qualche anno) scavalcando le pianificazioni delle facoltà
nell’immissione a ruolo dei vari settori disciplinari e saturando l’ffo (…perchè poi tutta
questa clientela è andata a finire sul groppone dell’università….). Vedere il rating di crescita
di biologia per credere. Una esigenza che seguiva anche la moda dell’università sotto
casa…. bella merda! Un vero disvalore cultorale ed educativo (fori di casa a studiare…
FORI!! dove c’è l’eccellenza che non è dovunque).
Accorpiamo su base regionale e la regione ci mette i soldi…. e dunque ci vuole mettere
bocca…. Secondo me è sbagliato. L’università è una istituzione dello stato indipendente e
autonoma e tale deve rimanere. Fuori i non docenti dai CdA. Questo non vuol dire che vada
tutto bene così…. anzi, ma guai a cedere sull’indipendenza…. Sarebbe un po’ come dire
che siccome si riformano i tribunali su base provinciale allora la provincia deve mettere
bocca sulle sentenze…..
Che ogni territorio (intendo a livello provinciale) voglia per forza mantenere anche asset
culturali che non seguono la sua vocazione è follia! Occorrerebbe molto più umilmente
scommettere sulle proprie peculiarità (e siena ne ha) e scommettere su quelle. Il “Publish or
perish” funziona in tutto il mondo, con le sue pecche, ma funziona. E noi ci lamentiamo….
ma non sarà che abbiamo troppi docenti che pubblicano su ‘Medicina amica’ o ‘Caccia e
pesca natura’…. ma meglio perish!
Su questo penso che siamo d’accordo.
P.S. Kutuzov, non ti offendere, se pensi che l’università sia così dipendente dalla politica il tuo prossimo articolo fallo firmare anche a Mussari, magari per primo. Tanto uno più uno meno, magari vinci un concorsino a catanzaro…. bhuhuauua 😀
Se vuoi cerco di essere ancora più chiaro: la moltiplicazione delle cattedre e delle relative immissioni in ruolo degli ultimi venti anni (danno originale del collasso del sistema insieme
alle ope legis degli anni 80) non hanno origine da una ingerenza della politica dentro l’università ma rispondono a logiche di potere interne all’accademia.
Lecca
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Alla faccia del c…..acio, apprendo con vivo stupore che l’università ha facoltà di emanare leggi e che nella nomina dei primari, massoneria e politica non c’entrano niente: che buona parte dei parlamentari siano professori universitari arrivati alla politica (o viceversa), che cioè vi sia una “cointeressenza” fra i due mondi, non ti risulta. Mi sarò sbagliato io e mi tranquillizza apprendere che per via dell’ “autonomia”, l’università non è punto, ma proprio punto influenzata dalla politica: ma se i settori gonfiati a dismisura sono proprio quelli ove il mercanteggiamento fra politica e mondo accademico ha raggiunto vertici di dissolutezza ineguagliabili? Vogliamo parlare degli affari di cui fu alacre mediatore il mitico MB (quello piccolo), le cui lodi sono cantate tutt’oggi (a modo suo) da Fratello Illuminato con imperitura riconoscenza, o la levata di scudi del sindaco d’Arezzo “se mi toccate l’università non vi dò il termovalorizzatore”? Ma qual’è il confine fra politica (in particolare politichetta localistica) e accademia? Non ho capito perché un maggiore coordinamento fra atenei statali (cioè pagati con LE NOSTRE TASSE), per di più CONTIGUI lederebbe l’autonomia dell’università: al contrario, è ben noto (“divide et impera”) che uno più è isolato, più è in balia dei predatori. Ma forse lo scopo è proprio questo, ed è solo il surplus di narcisismo e di sussiegoso egocentrismo che caratterizza il mondo accademico, a far fa sì che anche i diretti interessati rifiutino freudianamente di vedere la realtà ben misera in cui affogano i loro sogni di gloria . Temi che un coordinamento degli atenei contigui ne leda l’autonomia, soggiogandoli in modo non ben precisato “alla regione”? Ti chiedo: ma Siena, a parte un paio di facoltà (o come diavolo si chiamano ora), ha qualche alternativa? E che al contrario gli atenei siano succubi di lobby, nepotismi, conventicole, logge, partiti … tutte magagne alle quali è maggiormente imputabile il modo irrazionale col quale si è proceduto sia al reclutamento di docenti, sia all’assunzione del personale tecnico, accentuate dal carattere sempre più localistico dei “piccoli atenei” (piccolo è brutto) non ti preoccupa affatto? Ad ogni modo io ho citato le leggi vigenti dello stato (QUESTO stato, non il Kossovo) e la situazione economica presente (non il migliore dei mondi possibili): se vuoi che tradizioni scientifiche e settori di base delle scienze pure ed applicate non scompaiano; se desideri preservare l’ humus dove cresce la ricerca, allora devi unire le forze. Se hai una soluzione diversa, se sei in grado di ingannare anche l’artimetica (a falsificare i bilanci ci abbiamo provato) puoi dirlo con poche parole: pendo dalle tue labbra, anche se il nick che ti sei scelto conferisce a questa affermazione un sapore disgustoso, ma il tuo messaggio è torrenziale, quanto elusivo.
p.s. ti prego di non distorcere quello che ho scritto: il “publish or perish” qui innanzitutto è stato interpretato come “publish AND perish”, giacché di posti non ce ne sono. E poi est modus in rebus: sulla valutazione con la pommarola ‘n coppa vi è un gustoso articolo che circola in questi giorni e che ti segnalo http://www.repubblica.it/scuola/2012/09/27/news/riviste-43361884/; ma il punto è che non puoi PRETENDERE L’ECCELLENZA DELLA PRODUZIONE SCIENTIFICA e simultanemante DISTRUGGERE LE CONDIZIONI STESSE DELLA RICERCA. Tutto ciò non è serio: se vuoi l’ECCELLENZA, devi PRESERVARE LE CONDIZIONI DELLA RICERCA, altre possibilità non ne vedo.
@ kutuzov Guarda, mi scuso perchè volevo essere ironico e mi sono accorto di non esserci
lecca
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…bbboni, state bboni .. a scanso di equivoci lecca, non sono affatto incazzato (con te). Guarda qui http://en.wikipedia.org/wiki/File:Kutuzov_by_Volkov.jpg: ti sembro incazzato?