Ancora una volta la lettura dei quotidiani nazionali ci offre un’ulteriore conferma alla geografia politica del PD.
Una geografia che sempre di più appare a macchia di leopardo e una delle “macchie” sembra proprio essere rappresentata da Siena.
La Stampa di ieri, autorevole quotidiano torinese, ha espresso un titolo che lasciava poco spazio alla fantasia, “Il PD scarica i comunisti. I vendoliani: scelta unilaterale. Rifondazione: sosteniamo il leader Fiom“.
Già qui non ci sarebbero dubbi, ma se proprio vogliamo entrare più a fondo, leggendolo troviamo “Il partito democratico non farà alleanze con la Federazione della Sinistra. […] La decisione è stata presa ieri sera dalla segreteria provinciale del partito praticamente all’unanimità […]”.
E’ vero che Torino si trova a parecchi km da Siena. Ma le linee politiche non hanno confini.
Ed è altrettanto vero che le strumentalizzazioni possono non contribuire ad una sana riflessione. Ma i fatti si, però.
E quelli che stiamo da giorni analizzando non si collocano nella speculazione politica, ma piuttosto nella presa d’atto di fatti fin troppo evidenti.
Il PD sta oggettivamente galleggiando nel limbo; sta attraversando una fase che somiglia a quella di un serpente che si appresta a cambiare pelle.
Il che non deve essere necessariamente visto come una cosa negativa,anzi potrebbe rappresentare un’occasione di rinnovamento.
Rinnovamento che passa dai programmi, dagli obiettivi che si vogliono dare, dalle persone che saranno chiamate a caricarsi il peso dei cambiamenti e, soprattutto, dalle teste che questi cambiamenti dovranno elaborarli.
Ed eccoci arrivati al punto critico del PD(S) senese. Le teste, per l’appunto.
Di sicuro ai dirigenti PD e PD(S) senesi il dubbio che qualcosa sta cambiando è senz’altro venuto, il problema è come gestire il cambiamento in arrivo.
Ma soprattutto, il problema più grande, è su chi sarà in grado di avere le capacità politiche e la flessibilità mentale di gestire il cambiamento e le varie vicissitudini che questo comporterà.
Il candidato del PD(S) Ceccuzzi dovrebbe rendersi conto che in momenti assai delicati come questo,preludio di sicuri nuovi scenari, c’è bisogno di teste pensanti, di menti lucide e aperte e non di scudieri fedeli che, forse per eccessiva e naturale semplicità, dimostrano ogni giorno di non avere gli strumenti per cavalcare gli eventi. Siamo certi, peraltro, che di questo Ceccuzzi ne sia pienamente consapevole, ma allo stesso tempo pensiamo che questa selezione al meglio non la voglia fare, o forse, non la possa fare. Eppure, il rendersene conto e porvi rimedio potrebbe essere per lui un nuovo punto di forza.
La gestione dei nuovi equilibri politici che si stanno formando a livello “romano” e che (volenti o nolenti) prima o poi arriveranno anche a Siena – con la fisiologica modifica delle alleanze – non può essere condotta da yes men e yes girls fidati ma non all’altezza del momento.
E, ancora una volta, siamo certi che Ceccuzzi anche questo lo sappia.
Prendiamo solo un esempio. L’Università, tanto per cambiare.
Possibile che Ceccuzzi non si sia reso conto che lasciare la rappresentanza di una situazione così delicata e compromessa alla relazione di Donato Montibello (che peraltro alla fine di ottobre aveva lanciato un forum sull’Università dei cui lavori non se n’è più saputo nulla – come degli altri forum, del resto) nella quale ascriveva al Decreto Gelmini tutti i mali del mondo universitario, compresi i disastri dell’Ateneo senese, poteva essere percepita come una risposta debole ed inefficace? Vada a rileggersela e giudichi se elettoralmente gli è stata di effettivo aiuto.
Per cercare di ottenere consenso e credibilità in una Siena che Ceccuzzi non lo conosce un gran che, invece di andare in giro a tentare di prendere le distanze dal decennio Cenni (scelta strategicamente sbagliata e facilmente attaccabile con un semplice “ma lui dov’era fin’ora, non sono forse dello stesso partito?“) farebbe bene a fermarsi un attimo, guardare chi ha intorno e ragionare, seriamente e obiettivamente, se gli apostoli che manda in giro (sulla cui fedeltà nessuno pone dubbi, è sulle capacità che alcune perplessità vengono fuori) invece di essergli di aiuto contribuiscano a fargli perdere consenso.
Affinché, anche a Siena, la politica continui a viaggiare sul treno del dialogo e del confronto, bisogna prima verificare che gli aspiranti co-guidatori abbiano la patente.
Firmato
La Primula Rossa
1 comment so far ↓
Ceccuzzi fino ad agosto 2010 è stato segretario comunale del PD di Siena e fra i tanti incarichi ha partecipato alla nomina di Enzo VIANI a presidente dell’aeroporto di Ampugnano, sulle gesta del Ceccuzzi sarà bene tornare