Oggi 27 agosto alla festa dei dissestatori di Siena interverrà il rinviato a giudizio Alessandro Profumo

Un giorno bisognerebbe chiamare a raccolta in una piazza pubblica davanti al pubblico alcuni giornalisti “moralizzatori” dell’Italia contemporanea, da Marco Travaglio, Antonio Padellaro, Gad Lerner, Eugenio Scalfari, Michele Santoro e sullo stesso palco portarci i moralizzatori benpensanti che per anni hanno riempito la testa degli italiani con: “In Italia serve riaprire la questione morale”, “Berlusconi si deve dimettere perchè rinviato a giudizio” e moralità del genere. Fermo restando che questo blog è Illuminato e quindi distante dal costume berlusconiano e dalla deriva “privatistica” della politica, non possiamo che porre anche l’accento anche sull’ipocrisia di chi criticava o critica Berlusconi. Il PD di Rosy Bindi e Bersani, coadiuvato da Giuliano Amato (vero diretto d’orchestra delle vicende di MPS) ha sponsorizzato e imposto ai senesi la nomina di Alessandro Profumo,pur essendo consapevoli che mister arrogance era coinvolto nell’inchiesta sulla maxi frode fiscale nel caso Brontos. Profumo viene nominato e come annunciato il Tribunale di Milano accorda la richiesta della procura e rinvia a giudizio Profumo. Tutti zitti; nessuna voce moralizzante chiede le dimissioni del rinviato a giudizio. E’ un paese normale quello in cui il governo e le forze politiche chiedono sacrifici e attivano la campagna contro l’evasione fiscale e nel contempo ai vertici di una banca (che gode degli aiuti di Stato) ci troviamo un rinviato a giudizio per una maxi frode fiscale? No! E’ un paese triste e senza decenza politica e istituzionale. Però bisogna rimanere in silenzio perchè Profumo è il banchiere amico dei moralizzatori. E infatti i giornalisti amici del banchiere si guardano bene dall’affrontare nelle loro trasmissioni televisive l’anomalia di un rinviato a giudizio al vertice di una banca. Provate a far nominare in un altro paese europeo un indagato, figuriamoci un rinviato a giudizio, ai vertici di una banca o di una istituzione pubblica. Come minimo vi ridono in faccia o nella peggiore delle ipotesi vi butttano fuori dalla vita politica e istituzionale. L’europeista convinto Eugenio Scalfari come mai non scrive due righe sulla vicenda Profumo o sulle storture del sistema univeritario generate dal suo amico Luigi Berlinguer? Come mai Travaglio non scrive niente? Come mai Gad Lerner o Santoro non hanno mandato in onda delle trasmissioni sul caso Profumo?

Qui a Siena la risposta sul perchè i giornalisti, meglio chiamarli pennivendoli, sono servili a mister arrogance è troppo facile da trovare. Figuriamoci se il partito dei dissestatori guidati dal Ceccuzzi contestava Profumo. Ci sono abituati agli indagati in quel partito: dall’università all’aereoporto di Ampugnano. E poi hanno anche la faccia tosta di improvvisare cerimonie in memoria di quel bravo uomo che era Enrico Berlinguer. Tutti contenti per Profumo. Quello che sfugge, non a Ceccuzzi, è che Profumo non è qui per far carriera ma per portare a compimento il progetto romano sul Monte dei Paschi e per tentare di salvaguardare dalle responsabilità nella gestione della banca il suo amico Mussari. Se alla fine ci rimetteranno i dipendenti non importa; Profumo non è un candidato alle elezioni. Il giochino per votare in autunno è determinato dall’urgenza del PD nel provare a rivincere le elezioni comunali, prima delle decisioni sulla banca. Lo stesso giochino che hanno fatto all’università.

In tutto questo mister Profumo vive la certezza di essere il nuovo padrone della città.