Questi uffici sono a rilevare quanto è difficile il mestiere del giornalista fazioso e quello di rettore inconcludente. Sicuramente è più difficile il mestiere di giornalista professionale ed equanime come del resto è difficile quello di rettore che si ponga nella giusta ed equanime posizione del risanatore. D’altro canto non si comprende come mai la Tancredi parli di problemi dell’Ateneo dopo un silenzio di mesi senza aver colloquiato con i diretti interessati, ascoltando in questo modo una campana sola, campana che peraltro ha imposto a lei il silenzio e ha tentato di imporlo anche all’altro giornale, la Nazione.
Del resto non era pensabile un’iniziativa del genere da parte della Tancredi visto che il suo capo Stefano Bisi ha affermato che è giusto che i dipendenti facciano dei sacrifici.
Cara Tancredi l’Ateneo non deve superare “un periodo di oscurità” perché non risulta che l’ENEL abbia staccato la luce, deve superare un dissesto da oltre 250 milioni di euro che è stato causato colpevolmente da una gestione dissennata di cui anche Riccaboni ha fatto e fa parte. Vogliamo parlare del CRESCO? Perché non ha fatto domande sul coinvolgimento di Riccaboni, che ha ricoperto vari ruoli in tutte le porcate che hanno causato il dissesto?
Ma andiamo a vedere di cosa blatera questo incompetente.
Blatera per esempio di piano di risanamento che passa – secondo lui – dal riordino della didattica, dalla riforma della governance, dalla riduzione dei dipartimenti, dal riordinamento dei poli e da un vago progetto di federazione di Atenei. Beh!
Questi uffici ritengono che siano tutte stupidaggini vuote che non portano a niente e che hanno per di più il non irrilevante vizio di ignorare quanto è stato fatto finora e mettono in luce un livore verso Focardi, Barretta e Miccolis nonché verso il suo maestro Giuseppe Catturi e verso il precedente Pro-Rettore (a proposito perché non ha ancora nominato il Pro Rettore?) Giovanni Minnucci che la riorganizzazione degli uffici l’avevano già proposta e il CdA l’aveva anche approvata.
Alla domanda sui Poli decentrati Riccaboni sostiene che non serve, come qualcuno propone ed ha proposto, venderli, ma devono essere riorganizzati e se proprio necessario venduti. Questa è la dimostrazione che Riccaboni è un pupazzo nelle mani della cricca dei dissestatori e dimostra altresì che tutte le sue chiacchiere sulla trasparenza e sulla condivisione sono una bufala detta in malafede, visto che gli organi di governo, che pure sono supini e sdraiati davanti a lui e soprattutto alla dissestatrice Fabbro amica della dissestatrice Jolanda Cei Semplici, di tutto questo non ne sanno niente. Comunque se avesse l’idea di vendere alcuni poli faccia una bella cosa, si rivolga come consulente al Rustici è uno specialista di gare false come quella per la Galaxy, visto che è avvisato di garanzia proprio per questa ragione. E comunque perché non comincia a vendere o a restituire al Comune di Buonconvento e al suo ambiguo assessore Meconcelli, dipendente universitario, il LAU invece di pensare, come si vocifera a questi uffici, di schiaffarci dentro il nemico dei lavoratori Fiorino Iantorno?
Quanto al personale il Riccaboni, con una faccia di bronzo pazzesca, asserisce che non è danneggiato. Ci vuole veramente una bella faccia a sostenere queste affermazioni! Lui e la Tatcher de noaltri hanno tagliato l’accessorio, procedono a miracolare la banda della CGIL universitaria nelle persone dei dirigenti sindacali, cioè Bruni, Maffei, Badalamenti, Semplici e così via.
La verità, smentita da Riccaboni con l’ausilio della compiacente sedicente giornalista Gaia Tancredi, è che l’incompetenza e l’incapacità sua e della Fabbro, nonché i fraudolenti consigli della cricca di dissestatori e di amici come Jolanda Cei Semplici, nonché l’elevazione dei dissestatori della CGIL universitaria, nonché il silenzio imbarazzato di Ceccuzzi e dei suoi alleati, stanno conducendo rapidamente l’Ateneo alla situazione di default, del fallimento completo. Tutto ciò nel tentativo di coprire le responsabilità che pure sono evidenti.
A questo punto questi uffici ritengono di poter fare la seguente affermazione: siamo di fronte ad un dissesto cataclismico per cui ci sono 27 indagati e 28 mesi di indagine. Siamo di fronte ad una elezione del Rettore per il quale ci sono 7 indagati e 6 mesi di indagini per accertare le irregolarità. ORA BASTA!!! La magistratura deve prendere il coraggio a quattro mani e delle due l’una: non c’è niente, i 270 milioni se li sono portati via i marziani e allora archivino tutto oppure qualcuno ha delle responsabilità e allora FUORI I NOMI E I RINVII A GIUDIZIO! Stessa cosa per l’elezione del Rettore: o non c’è niente e allora si archivia oppure Riccaboni e Fabbro (la cui selezione è sotto indagine anch’essa) prendono, fanno le valiegie e si levano tre passi dai coglioni!!! Basta traccheggiare sulla pelle dei cittadini. L’intervista a Riccaboni dimostra come questa gestione folle stia portando al macero l’Ateneo e migliaia di famiglie. Lo Stato non può permettere questo!
Di questi uffici
Cesare Mori
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