Ho visto la foto del Bezzini in piazza fra i lavoratori del Monte. Sicuramente il presidente della provincia si sarà sentito per un attimo all’altezza del suo ruolo, come direbbe Hölderlin: contestuale alla storia del momento. Ma affrontiamo i simboli che la foto evidenzia. La piazza prima di tutto, la piazza è la piazza, poco da dire luogo sacro della sinistra e del movimentismo. Giustamente Bezzini è sceso tra i manifestanti come avrebbe potuto riceverli nelle stazze del Palazzo. Nelle stanze dove si prendono le decisioni sulle strategie economiche della Provincia e degli enti a partire proprio dalla Fondazione Monte dei Paschi. Dove si saranno fatte sicuramente le riunioni con il presidente della Banca e della Fondazione, insomma, dove se ne è deciso il futuro, le nomine e le scelte conseguenti. Per una questione di buona creanza è stato più opportuno fare così, nelle stanze si decide nelle piazze si contesta. Peccato che l’attore principale, nella fattispecie, sia sempre il solito. Megafono, altro simbolo che riveste una certa importanza. In questo caso però l’amplificatore della voce è rimasto orfano, non ha l’eskimo. Capite bene che di agosto con questo caldo è impossibile portarlo anche se ci sarebbe stato bene. Maniche di camicia ma non siamo riusciti a capire in che forma. Se, il presidente, le avesse portate corte sarebbero state sicuramente di sinistra, se viceversa fossero state lunghe ed allacciate sarebbero state di destra, se arrotolate con due giri aristocratiche. Propendiamo per corte, vista la situazione. Molto lontane da quella giacca e cravatta di cui dobbiamo dare atto a Bezzini. Quella giacca e cravatta che viene utilizzata per le riunioni ufficiali e per gli incontri che contano. Sicuramente saranno state indossate per Profumo, Viola, Mancini e Mussari. Quindi, nelle stanze si decide e si approvano i piani industriali, quanti ce ne sono stati! Tutti andavano bene! Quelli poi del Mussari, anche l’ultimo pochi mesi prima del disastro, erano bellissimi, rassicuranti da incorniciare, nelle piazze si contesta sé stessi. Si fanno promesse che se concordate con chi di dovere potrebbero portare a qualche timido risultato. Quei risultati che vanno interpretati, esercizio nel quale sono espertissimi i sindacati. Della serie: vista la situazione, ricordatevi da dove eravamo partiti (lasciando sempre il dubbio che la partenza sia stata manipolata) e così via. A Siena c’è un modo di dire che rende bene l’idea si fa da p….a e da c..o. Tutto per lasciare che le cose rimangano come sono che a gestire siano sempre i soliti. Poi, se la Fondazione è di fatto sparita, se in questi pochi anni sono stati bruciati circa 25 miliardi di euro, se è dovuto intervenire lo Stato per salvare dal baratro la banca poco importa: ci sono i “rinnovatori” che cercano di far dimenticare il passato. Il tentativo è di inglobare, far dimenticare, spostare l’attenzione su altre questioni. Basta leggere per rendersene conto il facebook di Ceccuzzi. Rimasto, secondo lui, ancora sindaco. Dove ci racconta tutte le sue iniziative da sindaco come: la posizioni sulle coppie di fatto o l’organizzazione del concerto in piazza per la città aromatica. E comprendiamo perché ha voluto fare il concerto in tutti i modi, deliberandolo pochi minuti prima delle sue dimissioni, nonostante i costi e la situazione deficitaria del bilancio comunale. Ancora non siamo riusciti a capire a cosa è servita la manifestazione canora che è costata un mare di soldi a favore di un unico personaggio, senza nessuna ricaduta sulla città. E non servono le giustificazioni del barbaresco ex assessore al bilancio Bianchi. Le sponsorizzazioni del Monte fanno parte strutturale del bilancio comunale e in ogni caso potevano essere utilizzate per fare altro, ad esempio, i campi solari che sono oggi a completo carico delle famiglie. Invece no, Ceccuzzi lo ha voluto fare il concerto e lo ha voluto con Patti Smith, così scrive in facebook. La ragione è semplice gli serve per la campagna elettorale e la cantante per far vedere che lui è moderno, contemporaneo, quello dell’arte contemporanea. Come se fosse sufficiente un drappellone, un concerto o una esposizione (che non c’è neppure stata) per dire che una città ha acquisito la dimensione della contemporaneità nella cultura. Comunque potrà sempre dire che Siena non diventerà capitale europea della cultura, cosa che gli esperti hanno sempre dato per scontata, per colpa dei dissidenti e del commissario. Così verginello vorrebbe tornare a governare Siena, dopo la palingenesi, dimenticandosi dei fallimentari progetti amministrativi della giunta Cenni da lui approvati come segretario comunale del PD.
Tommaso Occami
3 comments ↓
Ma il super double face è Ceccuzzi, il signor due fodere, altro che discontinuatore. Ecco il none giusto per Ceccuzzi! Duble Face.
Si tanto è bellino daccene anche due di facce!
Guardi, sig. Occami, le maniche sono lunghe e arrotolate, da gazzilloro!