“Perché di una cosa sono certi a Siena: ci sarà un futuro. E la conferma viene dagli impegni sportivi: la sponsorizzazione del Siena Calcio (scadenza 2013) e della Mens Sana Basket (fresca reduce del sesto scudetto consecutivo, scadenza 2014) sono confermati. «Ci sono contratti che rispetteremo», dicono dal Monte.” Ripreso dall’articolo del Corriere Economia del 25 giugno 2012. E a fronte di questa notizia ho deciso di essere impopolare, fortemente impopolare, ma di dire anche perché sarà difficile che questa città si possa riprendere se non saprà fare delle scelte coraggiose. C’è sempre un comportamento prima morale e poi etico in tutte le decisioni che quotidianamente vengono prese. Risoluzioni che si sottopongono alla valutazione di merito per valutare se sono virtuose e se si guadagnano il rispetto e la considerazione. Se e come tali provvedimenti vengono accettati dai soggetti interessati, anche se difficili da sopportare, perché portatori di danni soggettivi di natura non solo materiale. Se rispondono a criteri di coerenza e di uguaglianza. Entriamo nel merito. Quest’anno come tutti ben sapete in Monte ha chiuso il bilancio in perdita e a fronte di questo evento non ha rimborsato la parte di interessi che avrebbe dovuto allo Stato per i Tremonti Bond. Non solo a fronte delle difficoltà in cui versa la banca senese la direzione ha deciso di non erogare il VAP ai dipendenti del Monte, non a tutti sembra, e di non pagare il premio di rendimento. Ma a fronte di queste dolorosissime decisioni che vanno a incidere sulle scelte di vita di molti dipendenti (mutui, vacanze, studio per figli, ecc.) il consiglio di amministrazione sembra orientato a riconfermare le sponsorizzazioni per le squadre senesi. Cerchiamo di fare una prima considerazione generale lo Stato (i cittadini) aiuta la banca perché in difficoltà e quest’ultima utilizza le maggiori disponibilità per gli sponsor. E fin qui condannabile ma tira e baralla. Ma sui dipendenti come la mettiamo? Il patrimonio umano è la prima risorsa che ha una organizzazione e per nessuna ragione al mondo dovrebbe essere umiliato. Soprattutto quando ci sono situazioni di crisi. Il recupero e il rilancio delle aziende e nella fattispecie del Monte passa proprio attraverso una rimotivazione del personale. Come l’avranno presa oggi la notizia riportata dal Corriere i montepaschini? Per me non ci sono le risorse, quelle aggiuntive, che mi permettono di fare le scelte non di routine e per lo sport agonistico senese si. Quei giocatori che, bontà loro, guadagnano fior fiore di stipendi e vivono di privilegi in un momento di crisi come quello che sta attraversando il Paese. Cosa diversa sarebbe se i provvedimenti fossero impostati sul piano dell’uguaglianza all’interno dell’azienda e vedremo il prossimo, imminente, piano industriale cosa ci dirà a proposito. Altra ancora se anche lo sport agonistico si facesse carico della situazione di difficoltà che sta attraversando la città. Tutto sarebbe riportato su un piano di equità che sarebbe apprezzato anche dai tifosi molti dei quali lavoratori della stessa banca. Ma lo stesso discorso vale per il Comune e speriamo che il commissario se ne faccia carico. La cosa più importante è mantenere i servizi soprattutto nei confronti dei soggetti più svantaggiati e non avventurarsi come ha fatto la giunta Ceccuzzi in spese che non rispondono a questa logica, una per tutte quella della “città aromatica”. Dovrebbe il commissario dare questo messaggio e darlo concretamente con i fatti e non con i numeri e le percentuali di bilancio utili solo, quest’ultimi, a incensare il potente di turno. In questo modo ci sarebbe sicuramente rispetto, condivisione per chi è costretto a fare scelte difficili e non è portatore delle responsabilità dei predecessori. Se facessero diversamente non si potrebbe non constatare una certa continuità di responsabilità che ne farebbe condividere le scelte. Lo stile di una città e di una collettività che con dignità si fa carico dei suoi errori e ne vuole uscire con i sacrifici necessari ma sapendo che tutti collaborano e tutti tirano dalla stessa parte.
T.O.
1 comment so far ↓
caro tommaso occami, il tuo ultimo intervento mi trova dissenziente. seppure trovo le argomentazioni giuste, credo che tu sia, se mi posso permettere, un po’ troppo demagogo. è facile dire non diamo più soldi ai maggiori sport cittadini e cerchiamo di mantenere il posto di lavoro ai dipendenti di mps, ma purtroppo non è così semplice. la sponsorizzazione di mens sana e, soprattutto, robur, sono occasioni di grande marketing e poco o nulla hanno a che fare con i posti di lavoro. capisco che qualcuno possa pensare che i soldi versati nelle casse delle due società negli ultimi anni, siano frutto di un piacere fatto alle tifoserie per mantenere il consenso, ma non è così, non deve essere così. i grandi gruppi industriali italiani sponsorizzano squadre, soprattutto calcistiche, proprio per un ritorno di immagine positivo. un esempio su tutti: nelle ultime settimane non c’è sito sporitvo e non, tv, giornale, che parli del giocatore italiano più ricercato del momento, vale a dire Destro, la cui foto con la maglia del siena con tanto di sponsor, appare in bella vista. forse per eccesso direi che il monte, in quanto banca e azienda, dovrebbe confermare queste sponsorizzaioni positive, visto chela mens sana domina in italia e il siena ha giocato 8 anni su 9 in serie a. se davvero fosse vera la tua equazione, io sarei il primo, seppur tifoso, a sottoscrivere la rinuncia e il risparmio, ma non è così nel mondo della pubblicità e del marketing.
il tutto con affetto e stima