Vediamo quanto resistono a non rispondere mai alle domande

Ma Mussari ha fatto un buon lavoro? La domanda che per ben due volte il giornalista dell’ultimaparola, la trasmissione di RAI 2, rivolge a Ceccuzzi e per due volte il sindaco non risponde. Il primo cittadino preferisce parlare d’altro del futuro, di un futuro, quello della banca dai contorni incerti. Incerti? Poi, neppure tanto, si sta preparando una nazionalizzazione strisciante per mezzo dei co.co.bond. E dell’aumento di capitale sostanzialmente confermato dal presidente Profumo oggi in televisione, a differenza di tutte le rassicurazioni del Ceccuzzi. Ormai le percentuali non esistono più o sono diventate delle variabili indipendenti. Siamo passati dal 50, al 33 a chissà cosa? Non esprime nessun giudizio sull’avvocato presidente dell’ABI che per suo conto ad un’altra domanda: ma chi paga? Non risponde e con il suo zainetto se ne va dando le spalle all’intervistatore. La coppia non risponde, altro che discontinuità. Se ci fosse davvero dovremmo sapere chi ha deciso politicamente l’acquisto dell’Antonveneta. All’epoca chi aveva l’autorità per decidere questioni così importanti erano: Mussari, Ceccuzzi, Ceccherini e Cenni. Non crediamo di andare molto lontano da questi quattro, almeno in sede locale, per una decisione così importante. Quindi senza giudizio sul passato come è possibile guardare al futuro e parlare di rinnovamento, mah mistero! In compenso ci pensa il fido Giulio Carli a darci la ricetta: facciamo parlare i dipendenti della Banca! E cosa dovrebbero dire? Ce lo spieghi lui cosa è successo in questi anni. Dovette essere voi del PD a dirci come sono andate le cose i nomi i cognomi e le relative responsabilità. E la smetta Carli di fare quei comunicati che assomigliano più a dei pizzini che a un pronunciamento di un responsabile politico di un partito. Ci dica nell’ultimo passaggio del suo pronunciamento a chi sono indirizzate le minacce. Ci sembra di aver capito la CGIL, il Meacci, il Cenni; lo dica e si assuma le responsabilità delle sue affermazioni in modo da consentire la replica circostanziata. La città ha bisogno di chiarezza non delle mezze frasi e dei silenzi sul passato da parte del rinnovatore Ceccuzzi che accusa tutti tranne chi di dovere, il Mussari. Tutti responsabili, tutti complottari tranne quelli che veramente hanno responsabilità. Così come con i fiancheggiatori che stanno lavorando nell’ombra, questi sì, per avere un posto al sole e per non consentire il vero rinnovamento. Stiamo parlando del Brandani e del suo compagno di partito Sergio Betti. Cercano voti nell’opposizione con Senni e Corradi. Quest’ultimo teoricamente sarebbe dovuto essere meno disponibile, ma un posto di assessore per lui o per qualcuno vicino a lui è pur sempre qualcosa da non buttare via. Del resto il padre del giocatore non è mai stato lontano dalla democrazia cristiana e dalla coppia Bernini, Brandani in sede locale. I tentativi di convincere a votare Ceccuzzi, da parte dei nostri eroi, non lasciano in pace neppure il PDL, oggetto del desiderio! Senza trovare al momento particolari consensi. I soliti noti vorrebbero continuare a suonare la musica di sempre mentre la città sta dando una bruttissima rappresentazione di se stessa. Solo per questo, se non ci fosse tutto l’altro, il sindaco dovrebbe confermare le sue dimissioni. Un sussulto di dignità che allontanando gli attori del passato permetta di aprire una nuova stagione per Siena.

3 comments ↓

#1 Sti cazzi on 05.27.12 at 20:27

Ci prendono x il culo. ma quale discontinuità. Dovrebbe vergognarsi anche il Corradi che sostiene un gruppo che ancora difende il Mussari. Oggi Profumo ha difeso Mussari e ha chiesto la riconferma dello stesso all’Abi. Che tristezza.
http://www.gonews.it/articolo_137205_Profumo-mancata-conferma-Mussari-alla-guida-dellAbi-danno-sistema.html#.T8JXfvZv1kI.facebook

#2 Andrea on 05.27.12 at 20:50

Tutto chiaro!

#3 dal sindacato on 05.28.12 at 10:43

(ANSA) – SIENA, 28 MAG – All’interno del sindacato di Banca Monte dei Paschi vi sono stati negli anni persone che ”hanno fatto scelte professionali e politiche impegnative senza che questo abbia creato turbamenti e condizionamenti”. E’ quanto si legge in una nota della Fisac/Cgil di BMps in risposta all’intervento del segretario del Pd cittadino, Giulio Carli, che sabato aveva parlato di ”una presunta responsabilita”’ del sindacato nella crisi politica del Pd e del Consiglio comunale di Siena che ha portato alle dimissioni del sindaco Franco Ceccuzzi.

”Non e’ nostro costume, nei momenti di difficolta’, ricorrere a categorie quali il tradimento e soprattutto ad epurazioni e scomuniche, strumenti provenienti da un passato che evidentemente qualcuno non riesce a superare” dice la Fisac.

Tra i ‘ribelli’ del Pd oltre ai 6 consiglieri che fanno riferimento all’ex Margherita, contro il bilancio dell’Amministrazione comunale ha votato anche Giancarlo Meacci, considerato vicino alla Cgil e quindi all’ex sindaco Maurizio Cenni e all’ex consigliere del Monte Fabrizio Borghi. A loro, probabilmente, si riferiva sabato Carli le cui critiche si rivolgevano in particolare a chi e’ rimasto ”insoddisfatto”

per le scelte di rinnovamento alla Banca.

La Fisac risponde criticando i politici che sollevano polveroni per ”distogliere sempre lo sguardo dai problemi evidenziati dal sindacato”, ma anche per ”gli attestati di stima che prescindono dal merito e investiture messianiche”. A Carli il sindacato ricorda che la societa’ chiede ”ai partiti di pronunciarsi responsabilmente rispetto alle scelte strategiche politiche ed economiche di loro competenza”, e di non entrare in ambiti ”nei quali – conclude la nota della Fisac

– non hanno da spendere nessuna competenza e soprattutto nessuna legittimita’ di rappresentanza”.