Questa notte un mio amico mi ha mandato un email dicendomi che Ceccuzzi si era dimesso. Mi ha anche scritto una delle ultime affermazioni dell’ex sindaco:“il rinnovamento non si ferma” e sempre il mio amico ha aggiunto mah!….. Ecco io vorrei ragionare su questo mah. Non c’è nulla di peggio di chi si auto convince, in politica, di impersonare categorie generali come: innovazione, conservazione rinnovamento ad esempio. Ognuno di noi è portatore di situazioni complesse, di elementi anche contraddittori. Spesso il giudizio lo determina il passato e nonostante gli sforzi che si possono fare è proprio quest’ultimo che ci determina agli occhi degli altri. Se poi, come nel caso del Ceccuzzi, si è determinato per anni e anni la storia di una città e di una provincia è quasi impossibile cambiare pelle. E di cosa è fatta questa pelle? La prima considerazione che viene alla memoria è la determinazione con la quale nel 2001 l’ex sindaco volle alla giuda della Fondazione e successivamente a quella della banca il suo amico Mussari. Destino della sorte! I tanti “successi” del passato, i condizionamenti determinati a livello locale e nazionale oggi diventano i capi di accusa di un doppio fallimento. Anche il rinnovamento determinatosi da una situazione drammatica della Banca non ha avuto la linearità necessaria sia negli uomini che nelle proposte operative. Si è aspettato troppo e troppi i nomi legati al passato. Non sarà certo il rinnovamento quello che rappresentano i vari Fanti, i Rossi Fabrizio e David o Marino. Gli uomini del Mussari responsabili della situazione che rimangono al loro posto con la copertura dello stesso sindaco. Così come le proposte per uscire dalla crisi, che vedremo nel prossimo piano industriale, quando ci sarà, appaiono ancora non chiare. Mentre chiaro risulta ancora una volta il primato della politica sulle opportunità tecniche. Quasi tutto il mondo finanziario considera altamente rischioso imboccare la strada dei co.co bond in presenza di uno schema dei rischi elevatissimo come quello del Monte. Ma è bene ricordare al Ceccuzzi l’alleanza spregiudicata con la margherita e con i suoi rappresentanti per arrivare a fare il sindaco. La successiva subordinazione nei confronti dello Starnini (Marino) e dei berlingueriani più in generale. Andamento oscillatorio che paga oggi insieme alla copertura data a Cenni da cui a preso una leggera distanza soltanto alla fine del mandato precedente al suo. Ma ne ha confermato l’azione politica con l’assestamento di bilancio non modificato a settembre del 2011 e ne ha ingaggiato gli uomini che male avevano amministrato. Responsabili quest’ultimi delle scelte della Fondazione e della gestione amministrativa del Comune. Uno per tutti Mauro Marzucchi, proprio quello che nominó Leonardo Pizzichi nel collegio sindacale del Monte, quello che benedì l’operazione Antonveneta, quello del Bilancio prima dei lavori pubblici poi e di nuovo del bilancio attualmente. Il Vicesindaco per tutte le stagioni responsabile del bilancio che ha portato alla crisi che per lui andava bene, meno male! Il Maurzucchi delle primarie, meglio di quelle non fatte, che dice di no ai rappresentanti della birreria e poi ne accetta i voti. I birrai nominati in diversi incarichi perché utili alla elezione del Ceccuzzi a sindaco. In questi mesi, l’ex sindaco ha perpetuato il sistema di gestione che lo ha sempre contraddistinto circondandosi di persone “altamente professionali”. Basterebbe solo citare Giulio Carli e Simone Bezzini, quelli che prima di andare a fare la pipi domandano il permesso al chianino. Metodi che si sono chiaramente manifestati con il siluramento del direttore della Nazione o con la non partecipazione alle trasmissioni per poi minacciarle di querela, sport molto diffuso tra i dirigenti del PD. E al di là di questo, cioè la gestione iper politica del Comune il nulla amministrativo tranne la meritevole iniziativa dei parcheggi rosa e l’aver imposto il nuovo direttore alla Fondazione con il solito blitz da padrone. Ben altro ci sarebbe voluto in questi momenti di crisi in termini di capacità amministrativa, di conoscenza dei problemi, di capacità di direzione strategica. Oggi la città si domanda sul proprio futuro, giustamente! Ci auguriamo che tutti sappiano fare uno scatto in avanti per rimettere in carreggiata Siena che in questi anni è stata oltraggiata, non amata, considerata esclusivamente come opportunità da spolpare per i propri interessi personali. Una cosa comunque è certa che il periodo Ceccuzzi, Mussari venga archiviato definitivamente e si apra una nuova stagione. difficile, sicuramente, ma che sappia recuperare un livello di confronto democratico, trasparente e di merito. L’augurio è che da questa situazione possa nascere una nuova classe dirigente.
T.O.
2 comments ↓
Ottima analisi di Tommaso Occami. Mi unisco alla speranza che possa nascere una nuova classe dirigente. Questa speranza però dovrà per forza passare da decisioni precise, limpide, trasparenti e da prese di posizione nette senza concedere l'”onore delle armi” a nessuno. La prima cosa che i cittadini giudicheranno della nuova classe dirigente sarà quanto essa ha saputo stare lontano, intesa come presa di posizione, dai vari “grovigli” senza cedere di un passo nei confronti di coloro che non hanno voluto il bene della città.
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