Tommaso Occami. Ceccuzzi probabilmente non ha capito che commissariano lui, non la Città

Le tecniche politiche, le uniche che probabilmente conosce il sindaco Ceccuzzi, sono sotto gli occhi di tutti. L’intervista rilasciata oggi alla Repubblica di Firenze ne è una manifestazione esplicita. C’è da domandarsi, altresì, della capacità dell’intervistatore che dovrebbe almeno avere l’accortezza di rappresentare la situazione senese in tutta la sua complessità. Ma dopo la vicenda che ha interessato il licenziamento del direttore della Nazione si comprendono anche certe preoccupazioni da parte dello stesso giornale. Dunque se arriva il commissario a essere penalizzata è la Città, secondo il primo cittadino: puerile! Se si dovesse arrivare al commissario il problema non è di Siena, ma di chi l’ha male amministrata. Se c’é il commissario la colpa è del Ceccuzzi, non di Siena. Mettiamo i puntini sulle i; prima considerazione! Seconda riflessione: se il bilancio non passa in consiglio comunale la colpa non è di chi vota contro, ma di chi porta uno schema di bilancio tecnicamente inaccettabile, cioè della giunta. Sarebbe veramente ridicolo che la colpa della crisi ricadesse sull’opposizione. L’opposizione è da tempo che mette in evidenza i lati critici della gestione del Cenni prima e di quella del Ceccuzzi poi. Secondo i teorici, vicini al primo cittadino, chi ha criticato precedentemente è reo per le valutazioni espresse e colpevole oggi perché fa mancare i voti alla maggioranza. Siamo al paradosso: la crisi e il commissario sono colpa di chi dice che le cose non vanno. Il commissario non è uno smacco per Siena, ma la inevitabile conseguenza del mal governo di chi ha avuto tutte le redini del comando nelle proprie mani. Messe in questo modo le vicende senesi acquistano un’altra dimensione e rispondono al criterio della verità.

Il commissario sembra essere diventato l’unico male a cui la città potrebbe incorrere. Così come il traffico lo è per Palermo nel film di Benigni. I mali sono altrove e che ci sia bisogno di una vera discontinuità. Il commissariamento è un po’ quello che é accaduto all’Italia dopo l’abbandono di Berlusconi. Una persona e un gruppo di tecnici che rimettono in sesto il bilancio e preparano le nuove elezioni. Le analogia con l’esperienza di Monti sono molte ed evidenti. La discontinuità per essere vera non può essere rappresentata da personaggi come Marzucchi che ha assicurato il governo al PD prima con Cenni e poi con Ceccuzzi. Che ha ricoperto incarichi importanti nelle varie giunte sempre pronto alla battuta per minimizzare e a trovare nelle parole le soluzioni. Così come, una per tutte, le promesse per l’inceneritore al cimitero del Laterino che doveva essere pronto da anni. Non realizzato come ben sanno i cittadini senesi che devono portare i loro cari per la cremazione a Viterbo o a Perugia.

É tutto chiaro, troppo evidente!

Tommaso Occami

2 comments ↓

#1 Bastardo Senza Gloria on 05.06.12 at 19:41

Vogliamo parlare delle tariffe di asili e parcheggi fra le più care della Toscana?
Vogliamo parlare di piani urbanistici atti a conservare il valore delle case a Siena per i più inaccessibili?
Vogliamo parlare perchè a Siena fare impresa, e parlo anche di piccole attività, costa tre volte che altrove ed i pochi affari li fanno sempre le solite “congreghe”?
Dove sono i soldi della Fondazione “riversati sul territorio, atti a garantire sviluppo e prosperità, nonchè condizioni eque e sostenibili, alle quali tutti hanno lo stesso diritto di accesso”?
Il problema deve essere proprio il commissario……
Cari fenomeni le novelle raccontatele a quelli dei “circolini” ai quali davi i soldi della fondazione per un pugno, “chiuso”, di voti…….

#2 francesco on 05.08.12 at 07:31

C’è qualche furbone che si nasconde dietro il no al commissario per votare il bilancio del Ceccuzzi. Franchino avrebbe messo in giro che si dimetterebbe subito dopo l’approvazione del consuntivo ma se si dimette, beato chi ci crede, non arriverebbe comunque il commissario? Le promesse vengono disattese anche quando sono formalizzate dal notaio figuriamoci in politica. Ma poi chi se li assume gli eventuali rischi di risarcimento erariale in caso di irregolarità contabili? Mistero!