Editoriale redazionale. Rompere la nassa e voltare pagina per il bene della città

I riflettori si sono accesi da circa un anno su Ceccuzzi. L’ombra del manovratore politico che in tutti questi anni ha nascosto l’operato dell’attuale primo cittadino si è dissolta. E finalmente il personaggio appare in tutta la sua dimensione, la cui portata e la caratura sono ormai sotto gli occhi di tutti e non solo a Siena. Il giudizio non può che essere di sorpresa per le aspettative che aveva generato in relazione ai risultati ottenuti. Esito a dir poco scarso sia negli aspetti amministrativi che in quelli politici con una unica nota di rilievo: l’incapacità a comunicare! Il Ceccuzzi si rivela in tutta la sua dimensione e rende palese anche ciò che è successo all’ombra della gestione politica. Terra bruciata fatta nei confronti degli avversari politici, riconoscimento agli amici, controllo ossessivo, uso dell’ arma punitiva sul piano personale con un unico obiettivo fare il sindaco. Se si dovesse fare il paragone con gli attuali avversari del chianino si potrebbe notare una differenza almeno sul piano umano. I Monaci come minimo riescono a trasmettere una parvenza di umanità che forse proviene dalla loro dimensione cattolica, sconosciuta all’attuale sindaco. Non mi interessa giocare alla partita della dualità che è di moda in questo momento a Siena come se tutto potesse essere giocato nel confronto fra una delle due parti. Perché indipendentemente da come andrà a finire, la partita ha già segnato uno spartiacque non più recuperabile. Avendo avuto un solo merito quello di far emergere e di mettere sotto gli occhi di tutti i collaterali, quelli che hanno permesso di perpetuare questo sistema nascondendosi nelle pieghe della società senese: uno per tutti il Senni. Il terzo in questo caso c’è, come sempre in politica. E si chiama una nuova stagione per la città. Soltanto chi sarà capace di misurarsi con questa possibilità sara vincente. E vincerà chi saprà fare un passo indietro e rinunciare ai propri privilegi a favore di un ampio schieramento di forze per il bene di Siena. Del resto quello che succederà dopo le prossime elezioni, quelle del 6 maggio, non é a oggi conoscibile se non che nulla rimarrà come prima. A quel punto i tatticismi del professor Brandani o le acrobazie del Marzucchi, le giravolte esistenziali del De Gortes a poco serviranno perchè si dovranno misurare con un elemento nuovo, l’antipolitica. Che a Siena dopo lo sfascio rappresentato da questa politica troverà un terreno fecondo. Il problema non saranno soltanto i dipendenti del Monte che francamente poco hanno di che preoccuparsi ma il fatto che l’azzeramento delle capacità della Fondazione comporterà una crisi durissima sul terreno economico. Lo sconvolgimento sta già interessando l’occupazione a partire da quella collaterale agli enti locali, al prezzo delle case, costruite in grande eccesso, agli affitti, al tessuto economico diffuso della città e della provincia. Sommando i due effetti, quello dell’antipolitica con la crisi senese, che poi a rigor di logica è una sola, si determina che soltanto una nuova stagione politica potrà ancora motivare i senesi e dare loro fiducia nel futuro. Ma ve li immaginate i Ceccuzzi, i Marzucchi, i De Gortes o i Tacconi con i Mugnaioli i Cortonesi, i Guideri, i Nannizzi, i Fedi e tutto il circo Barnum che vanno a chiedere i voti dopo tutto quello che è successo? Suvvia aria nuova! Nel mentre dobbiamo assistere alle solite piccole bugie in salsa politichese. Come ad esempio che un commissario comporterebbe un ulteriore disavanzo di due milioni e mezzo di euro per il comune così come fa trapelare il super vicesindaco l’uomo adatto (inadatto) per tutte le stagioni. Il patto di stabilita non ha nulla a che vedere con il commissario che avrebbe come unico compito, per un termine molto determinato, di preparare le nuove elezioni amministrative. O i pellegrinaggi dalla Mugnaini a cui non viene risparmiato nulla neppure il pianto pro franchino della Anna Carli. O le affermazioni della Rosaria Bindi, famosa per la battuta di Berlusconi che ne farà un personaggio storico, che non teme nulla convinta com’è che tutto resterà come prima anche in caso di elezioni, con una unica variante, chissà se resterà il PD? Mettendo un cappello da parte della senese di fuori le mura, rimarcato questo aspetto dalla Rosaria quasi come fosse un elemento di distinzione e di merito, sul presidente Profumo che poco aiuta, in questo momento, i vertici della banca.
Ultima considerazione per chi pensa che tutto il problema fosse il Mussari e non il sistema Siena che lo ha assecondato. Se fosse così non si spiegherebbero le ripercussioni che ricadono sul sistema politico dopo l’uscita dell’ex presidente della Banca senese che sarebbe dovuta passare quasi inosservata secondo la tesi di un unico colpevole. É questo sistema che genera patologia e ne saranno coinvolti gli stessi “nuovi” protagonisti tanto considerati da parte dello stesso Ceccuzzi come Andrea Milani o Aldo Berlinguer o qualche figura femminile che collateralmente lavora nell’ombra. C’è solo un modo per uscire dalla nassa, romperla!

5 comments ↓

#1 Enrico Tucci on 05.03.12 at 21:55

Analisi totalmente condivisibile, se non per un particolare. La battuta su Rosy Bindi, almeno quella famosa che mette in relazione la bellezza con l’intelligenza, non mi sembra sia del Cavaliere, ma di Vittorio Sgarbi.

#2 Daniele Rossi on 05.04.12 at 08:57

Condivido. Una coalizione di forse unite per il bene della città e un candidato sindaco nuovo.Veramente nuovo!

#3 Roberta Martini on 05.04.12 at 10:50

Un passo indietro dei vertici dei partiti, preparare una coalizione per il bene della città e candidare un professionista serio per un governo di 5 cinque anni della città. Un governo del fare e basta con le faide politiche.

#4 pittore on 05.04.12 at 13:08

“…. dipendenti del Monte che francamente poco hanno di che preoccuparsi ….” non sono d’accordo. Se vogliono fare le cose serie ci sono imboscati (profumatamente pagati nonchè sistemati) in direzione generale che controllano il funzionamento dei telefoni! ma di cosa stiamo parlando.. Facciamoli fare un pò di pendolare e mettiamoli in rete a mettere la faccia con i clienti!

#5 Rudesindo on 05.07.12 at 00:06

Quanto terrorismo…
Anche in Ateneo dicevano: «Attenti ragazzi, se arriva il commissario per prima cosa ci toglie lo stipendio accessorio…»
Non c’è stato bisogno dell’arrivo di nessun commissario: è bastata la Fabbro!