Riceviamo e pubblichiamo.”Venga pure il commissario. Come i caschi blu in un paese liberato dalla tirannia che deve re-imparare a camminare da solo”

E’ stato il voto della vergogna, ma per Siena potrebbe trasformarsi nel voto del riscatto. La vergogna è lampante, quella di un gruppo disposto a rinnegare il mandato dato dagli elettori in nome di privilegi personali, un gruppo che gioca al braccio di ferro e che ha la convinzione di avere tutta la forza per vincerlo.
Ma chi sono. In uno scacchiere politico normale sarebbero definiti gli ex Margherita. A Siena, dove la politica è tutta un’altra cosa, si definiscono “i monaciani”, personalizzazione perfetta di un sistema che merita di essere analizzato. Della Margherita non ricordano più nemmeno l’odore. L’ammutinamento arriva quando al loro Deus ex machina viene negata la vicepresidenza della Fondazione, per la quale aveva già risposto con soddisfazione ai complimenti piovuti da un gran numero di lacchè. La politica si scioglie come neve al sole di fronte alla lesa maestà. Compatti come soldatini si mettono sull’attenti, pronti a rispondere “comandi” al loro capo, sbeffeggiando di fatto il mandato ricevuto dagli elettori. Ma forse nemmeno tanto, chi li ha votati non l’ha fatto certo per le grandi opere da loro compiute in favore della città. A Siena ci si conosce tutti e tutti sanno chi sono i mentori e chi le pedine, e cosa da loro ci si possa aspettare. Pace, Guideri, Ranieri, Bazzini, Gioia e il presidente del consiglio comunale Piccini cosa hanno dato fino ad oggi alla città? Nulla, neppure idee. Servono ad un gioco personale, dal quale la città è allo stesso tempo esclusa e vittima.
L’unica grande cosa per la quale potrebbero essere ricordati è l’aver provocato la caduta di una amministrazione che merita di essere cancellata con un colpo di spugna. Ma spugna bagnata, affinchè non resti neppure la polvere.
Vogliono un ruolo in Fondazione, battono i piedi come bambini in bizza. Con quale faccia Ceccuzzi può cedere ad un simile ricatto? Eppure tenterà di trovare la strada, perchè di togliere il sedere dalla sua poltrona non ne ha proprio intenzione. Sa che poi non ce lo rimetterebbe.
Con una politica di questa bassezza, la città di Siena meriterebbe di poter cancellare tutto e ricominciare daccapo. Basta inciuci, privilegi, grovigli e sistemi. Davanti ad un consiglio comunale di simile bassezza, meglio centomila volte qualsiasi commissario. Servirebbe da spartiacque tra un vecchio dal sapore di tirannia ad un nuovo dal gusto della rinascita. Sarebbe quella linea che divide i due dipinti del Lorenzetti, il Cattivo Governo ed il Buon Governo.
E non tuonino i tromboni dei grandi politici, della Rosi Bindi, di Enrico Rossi e chissà quanti altri nelle prossime ore. A Siena hanno lasciato che la politica non avesse né ideali né colori in nome di un groviglio che ha dato tanto a pochi e beffe agli altri. Adesso non fingano di non sapere, perché anche a loro ha fatto comodo abbeverarsi in certe fonti.
E’ stato il voto della vergogna, ma potrebbe essere il voto del riscatto se la città decidesse di svegliarsi, di cacciare i grovigli e riprendersi la capacità di governarsi che l’ha resa grande nella storia. Via sindaci-politici, via gruppi familiari, via opposizioni fantasma, via inquisiti che amministrano, via incapaci che governano.
Venga pure il commissario. Come i caschi blu in un paese liberato dalla tirannia che deve re-imparare a camminare da solo.

Una senese delusa

2 comments ↓

#1 unospettatorepagante on 04.29.12 at 11:39

Gentile senese,
mi permetta una piccola precisazione: il vincolo di mandato da Lei evocato, è nei confronti del corpo elettorale e non va inteso come obbedienza ai diktat di un partito o di un sindaco.

#2 pittore on 04.30.12 at 09:36

tutto ciò è il risultato finale di chi ha delegato personaggi come Buristo, Polifemo, Bracchetto, Tafazzi ecc… i deleganti sono i primi colpevoli perchè corrotti ed inconsapevoli di cosa significhi votare