La thatcheriana Ines Fabbro e i pruriti di restaurazione con la guida spirituale di Jolanda Cei Semplici

Chi è Ines Fabbro? Le prime notizie della signora Fabbro che ero riuscito a reperire sul motore di ricerca Google mi conducevano verso una sentenza a carico della stessa da parte della Corte dei Conti. E questa sentenza è e rimane tale anche se, dal giornale del Bisi la signora Ines arrampicandosi sugli specchi di un tecnicismo fuori luogo, tentava di banalizzarla. Ma questa è un’altra storia appunto e la sentenza non si cancella.
Ma la tatcheriana Fabbro non è solo una notizia su Google. Oggi ricopre, su base fiduciaria del rettore Riccaboni, l’incarico di Direttore amministrativo dell’ateneo senese e dagli intenti manifestati e dalle decisioni assunte, si presenta oltre che per la sua manifesta avversione nei confronti del personale tecnico-amministrativo (con la sola esclusione di quei pochi legati al gruppo della CGIL) come la testa di ariete della restaurazione , sotto la guida spirituale di Jolanda Cei Semplici, della nomenclatura tosiana. E questo si comprende sia per il modus operandi sia per i sostenitori fedelissimi che la Fabbro rappresenta. Cosi come dimostrato dalla famosa cena con la Jolanda Cei Semplici alla quale ha partecipato un altro personaggio noto dentro e fuori l’università come Marcello Rustici;cena che nessuno smentisce e le probabilità che possano giungere smentite si sono ridotte al 5%.Percentuale non casuale in questa vicenda.
Ma quali sono gli obbiettivi della Fabbro? Non è dato saperli fino in fondo ma si possono decifrare dal suo modus operandi e da alcuni suoi pronunciamenti. Innanzitutto la Fabbro non prende minimamente in considerazione il piano di risanamento dell’ex direttore Barretta, non intende aprire tavoli di concertazione reale con i sindacati, ma solo rapporti diretti con singoli esponenti di quella CGIL universitaria da sempre tosiana e direttamente attiva nella gestione dell’ateneo.
Di fatto la Fabbro sembra muoversi piu’ che per dare prospettive di rilancio all’ateneo, solo ed esclusivamente per creare due condizioni: la copertura della nomenclatura tosiana e aprirsi strade oltre Siena. Dimostrando con il suo operare di essere un dirigente pubblico in linea con la tendenza berlusconiana dell’idea di gestione degli enti pubblici.
A questo punto il problema per l’ateneo non è la Fabbro perché questi sogni di gloria svaniranno al sesto rintocco del “campanello” , ma il vero problema dell’ateneo sono i silenzi della politica locale e delle istituzioni e l’assenza (salvo alcuni settori del personale amministrativo) di una presa di coscienza del declino dell’istituzione da parte di tutto il corpo docente e di tutto il personale tecnico-amministrativo.
Attendere i risultati delle indagini della magistratura è necessario e anche giusto ma se non cambia la mentalità all’interno dell’ateneo, nemmeno lo sbarco dei marines spazzerà via la sottocultura baronale e familistica.

Maestro James