Tommaso Occami. Mors tua vita mea

Il grande Elias Canetti nel suo libro potere e sopravvivenza sostiene che il potere per continuare a vivere ha bisogno della morte degli Altri. Nel momento in cui l’uomo di potere si trova di fronte alla sua morte è preso dal terrore panico che viene alleviato solo dalla consapevolezza che il nulla non ha colpito lui ma l’Altro. È salvo! Per questa salvezza è disposto a tutto. Esempio ne sono le gallerie di personaggi con i rispettivi nomi che conducono all’ultimo gestore di qualcosa: di una banca, di un comune, di una istituzione più in generale. Questa riflessione mi è venuta in mente leggendo sul Corriere della sera che Ceccuzzi si apprestava a scendere in piazza nel giorno della manifestazione dei lavoratori contro i sindacati. Fortemente contestati, quest’ultimi, dagli stessi dipendenti della banca per l’inefficienza e l’asservimento dimostrato, in tutti questi anni, nei confronti del potere cittadino del Partito Democratico. E anch’io con l’aiuto di internet ho voluto ripercorrere tutti i nomi su cui si appoggia Ceccuzzi neo contestatore delle aziende quotate in borsa di cui non si può parlare ma che, viceversa, si possono contestare. Strano comportamento per chi ne ha determinato le sorti in tutti questi anni! È come se il padrone di un’azienda scioperasse contro se stesso per la cattiva gestione dell’impresa. Mi scuso se nell’elenco ci sono delle imprecisioni nella speranza, altresì, di non aver dimenticato nessuno. Iniziamo dalla Fondazione: Giuseppe Mussari, Pier Giovanni Bellini, Claudio Machetti, Luca Rugi, Marco Spinelli, Marcello Venturini, Gioacchino Rossi, Carlo Ceccarelli, Gabriello Mancini, Antonella Buscalferri, Graziano Costantini, Franca Mariotti, Alessandro Masi, Valter Munaretto, Antonio Sanò, Giuliano Simonetti, Fiorenza Anatrini, Paolo Brogioni, Pietro Burresi, Alessandro Grifoni, Mauro Mariotti, Paolo Mazzini, Lio Scheggi, Vittorio Galgani, Paolo Fabbrini, Riccardo Martinelli, Alessandro Piazzi, Maurizio Botarelli, Paola Rosignoli. Per la banca: Giuseppe Mussari, Ernesto Rabizzi, Fabio Borghi, Lucia Coccheri, Leonardo Pizzichi, Graziano Costantini, Alfredo Monaci, Marco Turchi. Su tutte queste persone si addossa la discontinuità che vorrebbe interpretare il primo cittadino e l’oblio per il passato. Da quanto si sa il nuovo dovrebbe essere rappresentato da Alessandro Profumo e non tanto per una valutazione di merito ma perché ci si vuole mettere al riparo da eventuali contestazioni. A cui si potrà sempre rispondere con la frase: ma come abbiamo “chiamato” l’ex amministratore di Unicredito! Il Meglio! Se poi questa persona risponde alle necessità di cui la banca avrebbe bisogno in questo momento non ci è dato sapere. Ma il nuovo sarà rappresentato anche in consiglio di amministrazioni da personaggi come Enrico Totaro e Alfredo Monaci. Quindi cari lavoratori non abbiate timore la situazione è sotto controllo anche perché è il presidente uscente che sceglie gli incarichi più importanti per la sua successione.

Ma per tornare alla manifestazione, il sindaco che ha nominato manifesta contro se stesso e badate bene anche contro gli interessi degli stessi lavoratori, la cui maggioranza non è senese, che vorrebbero un socio di riferimento stabile e portatore di strategie. Siamo arrivati a questo punto perché sia la Banca che la Fondazione hanno distribuito una quantità impressionante di utili, lasciamo perdere per un momento l’Antonveneta, senza che nessuna delle due li avesse prodotti. Si è distrutto patrimonio. Non contento di questo il primo cittadino continua a chiedere denaro e lo fa tramite la Fondazione alle banche creditrici. Chiede che venga accantonata per le erogazioni una parte del ricavato dalla vendita delle azioni del Monte. Cioè si continua a bruciare patrimonio per spesa corrente. Come farà l’anno prossimo il Ceccuzzi visto che la Banca sicuramente non produrrà utili, chiederà di scendere sotto il 33%? E come farà il Comune quando la Banca dovrà procedere ad un’ulteriore aumento di capitale. Aumento obbligatorio a prescindere dalle richieste dell’EBA perché l’operatività della Banca ne ha bisogno nonostante la svendita degli attivi patrimoniali. Vorrei chiudere come ho iniziato con Canetti e con due dei suoi concetti, il primo che il potere quando si manifesta in celebrazioni, discorsi pubblici e quant’altro finisce sempre per ingoiare le masse. Il secondo che nonostante tutti gli sforzi del potere per restare in vita, di essere vitale, rimane sempre legato al negativo, alla morte (metaforica).

Tommaso Occami

2 comments ↓

#1 omissione impossibile on 03.15.12 at 02:14

Siena loses its grip on world’s oldest bank
http://news.yahoo.com/siena-loses-grip-worlds-oldest-bank-155442713.html

#2 achtung achtung on 03.15.12 at 13:47

“Modell Siena” VOR DEM AUS !
http://www.sueddeutsche.de/wirtschaft/monte-dei-paschi-neustart-nach-mehr-als-jahren-1.1307269-2