Angelo Riccaboni e David Chiti, il primo rettore sub judice e il secondo consigliere comunale di Siena in quota PD, in questi ultimi giorni hanno palesato lo stesso tratto distintivo: l’arroganza e il disprezzo delle istituzioni. Due storie che si intrecciano con la storia della cricca che per anni attraverso il medesimo disegno criminoso e non, commetteva azioni illegali e dannose per il bene pubblico. Una cricca vera e propria che con la complicità omertosa soprattutto del corpo docente devastava le casse dell’Ateneo senese e diciamolo, senza tanti giri di parole, aveva instaurato uno “stato diffuso di illegalità e di corruzione morale”. Ad unire i destini di questi due luminari del diritto è la figura di un altro soggetto che fin dai tempi del rettorato di Luigi Berlinguer, poi successivamente con il duo dissestante Tosi-Bigi e oggi con l’abusivo Riccaboni fa parte a pieno titolo della cricca universitaria. Mi riferisco al “responsabile dei procedimenti delle gare d’appalto” dell’università , il tosiano Carlo Bruni.
Il caso del professore tosiano Angelo Riccaboni. Il luminare del diritto Riccaboni è stato eletto con il sostegno della CGIL di Carlo Bruni–Angelaccio , con il sostegno della banda dei docenti tosiani e attraverso elezioni irregolari. I magistrati senesi scrivono questo nelle motivazioni degli avvisi di chiusura delle indagini. Le dimissioni erano e sono auspicabili, ma l’abusivo non cede e si rinchiude dentro il fortino, consolato da un senato accademico composto da due indagati (prof. Bettalli e prof. Guerrini) proprio per il procedimento elettorale e da una cricca composta da 50-70 professori e da una ventina di cgiellini capitanati dall’indagato Carlo Bruni. Quindi la prestigiosa università è guidata da un abusivo con il sostegno di un gruppo di indagati e da una pletora di opportunisti che fin dai tempi del Tosi sguazzano nel mare dei privilegi baronali. Dimenticavo: il direttore amministrativo Ines Fabbro nominata su base fiduciaria dall’abusivo è stata condannata dalla Corte dei Conti per danno erariale. L’abusivo ha lanciato la sfida e prosegue dritto con l’inaugurazione dell’anno accademico in programma per Lunedi 21 novembre. Le sigle sindacali universitarie ( ad esclusione della CGIL di Carlo Bruni) sono intervenute per chiedere un passo indietro al rettore, sono intervenute alcune forze politiche (il PD però ha perso la lingua!!??) e diversi organi di stampa hanno scritto e messo in rilievo le indagini sul dissesto e sulle elezioni del rettore. Il silenzio omertoso e squallido in tutte queste vicende è quello del corpo docente. A questo punto dentro l’università, giustamente, sono in attesa delle decisioni del ministero, del ricorso al Tar già depositato e noi dall’esterno aggiungiamo che in presenza di una cricca come sopra descritta non escludiamo come “cittadini titolati” di attivarci con l’ausilio di studi legali per interessare gli organi competenti per rimuovere l’abusivo dal rettorato e quindi far cessare questa farsa. La celebrazione dell’anno accademico piu’ che un’inaugurazione sarà l’ultimo atto di disprezzo istituzionale dell’abusivo Riccaboni e l’ennesimo atto vergognoso della cricca dei docenti. Il buon senso e la quiete della domenica forse possono contribuire a far ragionare gli ottusi del sabato e bloccare la buffonata di Lunedi 21. Domani è un altro giorno.
Il caso del consigliere comunale David Chiti. Il luminare del diritto David Chiti è consigliere comunale di Siena in quota PD e nel contempo uno dei 18 indagati del filone d’inchiesta sul dissesto dell’università. Chiti risulta indagato in concorso con Carlo Bruni per “aver contrattato l’affidamento del servizio per la moglie”. Quindi il Chiti (concorso morale) si era impegnato (con Carlo Bruni) per far affidare il sevizio del bar universitario di Via Roma 56 alla moglie. Mi fermo qui!!??. A questo punto le dimissioni dalla carica di consigliere comunale dovrebbero essere immediate per tre ovvi motivi: perchè è indecente questo comportamento; perché è indagato in un’inchiesta che vede tra i danneggiati l’ente pubblico (università di Siena) sapendo che nel contempo il Comune di Siena nomina un membro del cda della stessa università e non solo, il comune di Siena e la polizia municipale sono titolari di competenze esclusive in merito agli esercizi pubblici (bar compresi); perché lo stesso Chiti ha sottoscritto nei confronti degli elettori il rispetto di un codice etico. Ma anche in questo caso il luminare Chiti resiste e non intende dimettersi. E il PD tace così come il resto della maggioranza. Una persona di buon senso si sarebbe dimessa subito proprio per difendersi adeguatamente e per sgombrare qualsiasi ombra dentro lo stesso PD e ancor piu’ importante dentro il consiglio comunale. Il comportamento del Chiti in merito al bar di Via Roma 56 non è assolutamente riferibile al Pd senese o al gruppo consiliare di appartenenza. Però se nell’arco di due o tre giorni il Chiti non si dovesse dimettere e il PD e il resto della maggioranza non ne chiede le dimissioni chiunque si sentirà titolato a pensare che si utilizzano i partiti e le istituzioni per “affari personali”. Sono sicuro che il PD senese e soprattutto il consiglio comunale (che non merita questa gogna) non tarderanno ad invitare l’indagato Chiti a rassegnare le dimissioni proprio per sgombrare queste ombre. Cosi è se vi pare.
E’ tutta una cricca che alle spalle delle istituzioni (parte lesa??) e del partito di appartenenza (parte lesa??) che opera per il profitto personale e di un gruppo limitato di opportunisti. Ci sono gli organi di stampa nazionali e le Istituzioni dello Stato con gli occhi aperti e attenti e quindi a maggior ragione non funziona più il giochino del “salviamoci tutti e abbuiamo ogni cosa.” Stavolta chi tace acconsente.
In conclusione nel ribadire la nostra richiesta di dimissioni per l’abusivo Riccaboni e l’indagato Chiti, invitiamo il direttore amministrativo Ines Fabbro a prendere i dovuti provvedimenti disciplinari nei confronti dell’indagato Carlo Bruni (è normale che questo soggetto continui ad occuparsi di gare d’appalto??). E velocemente.
Maestro James
P.S. Se il Chiti ritiene di essere oggetto di una persecuzione perché non pubblica sui giornali l’avviso ricevuto e poi lo rende pubblico anche in consiglio comunale???
1 comment so far ↓
Vogliamo la verità sull’affidamento del bar di Via Roma 56 alla moglie e cognata del Chiti!!!!