Riportiamo due articoli usciti oggi in base ai quali possiamo dire senza ombra di dubbio che Riccaboni e Fabbro se ne devono andare a casa e lasciare i vertici dell’Ateneo. Infatti la nomina di Riccaboni, come da comunicato stampa, è falsa visto che il decreto ministeriale si è basato su dati falsi e di conseguenza non poteva nominare la condannata dalla Corte dei conti Ines Fabbro come direttore amministrativo.
Buona lettura!!!
Da Sienanews
In data 11 novembre 2011, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena, ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di dieci indagati nel procedimento relativo alla regolarità della elezione del Rettore dell’Università degli Studi di Siena per l’anno accademico 2010/2014.
Le indagini, dirette dal Sostituto Procuratore della Repubblica dottor Antonino Nastasi e condotte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, ipotizzano a carico degli indagati il reato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Nei giorni scorsi gli atti sono stati notificati agli indagati, alcuni componenti del seggio elettorale e i componenti effettivi della commissione elettorale.
Tra gli atti oggetto di falsità vi è anche il Decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca, che in questa indagine riveste la qualifica di persona offesa, con cui veniva nominato il Rettore dell’Università degli Studi.
Da Il Cittadinoonline
SIENA. Si è concluso il filone di indagini sul “buco dell’Ateneo”. Ad annunciarlo ufficialmente un comunicato congiunto della Procura della Repubblica e del Comando provinciale della Guardia di Finanza.
I Sostituti Procuratori Antonino Nastasi e Aldo Natalini hanno chiuso una lunga indagine, cominciata nel 2008 e, dopo l’analisi dei documenti, gli interrogatori e la lettura attenta dei bilanci dell’Università, hanno notificato 18 avvisi di garanzia e contestuali conclusioni di indagini. Tra gli indagati compaiono i due ex rettori Tosi e Focardi, i direttori amministrativi Antonio Caronna, Luciano Bigi, Emilio Miccolis, i revisori dei conti Luciano Brundu, Renato Pianigiani, Arnaldo Noli, Enzo Martinelli, i segretari di dipartimento ed i contabili Salvatore Interi, Monica Santinelli, Lia Rossi, Carlo Bruni. Persino i quattro membri della società che ha preso in gestione il bar dell’Ateneo e il marito di una delle due socie, il consigliere comunale David Chiti.
23 i capi di imputazione che sono stati ravvisati dai magistrati e che colpiscono, in varia misura e quantità i 18 indagati. Falsità ideologica in atto, peculato, abuso d’ufficio: questi i reati indicati nel comunicato ufficiale inviato alla stampa.
La questione, però, è decisamente più spinosa e comprende un lungo lasso di tempo durante il quale i Bilanci erano “truccati” per nascondere il vero stato delle casse dell’Ateneo. E probabilmente, anche per camuffare operazioni non propriamente favorevoli o convenienti per l’istituto.
Le cifre sono da paura: il BIlancio 2003 ha un “danno” di 23.167 milioni di euro; quello del 2004 è di quasi 27 milioni; quello del 2005 è di oltre 28 milioni; quello del 2006 raggiunge la stessa cifra, come quello del 2007.
Gli indagati, come si legge nella nota congiunta di Guardia di Finanza e Procura, sono “a vario titolo accusati di aver gonfiato i bilanci per far apparire sano lo stato di salute dell’istituzione contabilizzando residui attivi inesistenti, per decine di milioni, e per aver sottratto anche per scopi personali, beni e denari pubblici, contribuendo, in tal modo a svuotare le casse dell’Università”.
Ma, pare, non sia solo questo filone ad aver visto la conclusione delle indagini.
Anche quello relativo alla elezione del Rettore attuamente in carica dovrebbe essere giunto al termine. Non si conoscono ancora esattamente i termini dell’inchiesta. Il numero degli indagati ancora è incerto. Voci vicine alla Procura parlano da tempo di sette indagati ma pare che il numero possa essere di poco superiore. A breve, comunque, la Procura darà notizia anche dell’esito di questa inchiesta.
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Questo è quello che ha detto l’ufficio legale dell’Ateneo: “In relazione alle notizie date dai media circa il procedimento penale sulle presunte irregolarità nelle elezioni del Rettore dell’Università di Siena, l’ufficio legale dell’Ateneo precisa che né al Rettore personalmente né all’Università degli Studi di Siena è stato notificato alcun atto e che, come emerge dalla nota trasmessa nella giornata di ieri dai Carabinieri, è stato consegnato agli interessati l’avviso di chiusura delle indagini preliminari.
“Il lavoro di risanamento e sviluppo – spiega il Rettore Angelo Riccaboni – sta proseguendo con efficacia secondo il piano pluriennale di azione approvato dagli organi istituzionali. Le attività in Ateneo continuano con il massimo impegno e la piena motivazione da parte di tutte le componenti della nostra Comunità e lunedì inaugureremo il nuovo anno accademico come programmato. Data la fase del procedimento penale, in cui non sono coinvolto né direttamente, né indirettamente, sarebbe strumentale e dannoso per l’Ateneo ipotizzare un collegamento diretto con la validità e la legittimità delle elezioni. ” Per loro è ancora tutto presunto e vanno avanti come se niente fosse. Ad ogni modo il piano di risanamento tanto pubblicizzato e sbandierato ai quattro venti con tour in tutte le facoltà è completamente sparito dal sito dell’Ateneo. Alla faccia della trasparenza!!!
Chi ha scritto il comunicato di Riccaboni deve aver studiato giurisprudenza a Stigliano!!!