Manuale del dissestatore di ateneo. Capitolo 1 bis: dispositivi tecnologici

A proposito di sperperi e dissesti, la redazione viene a chiedersi, e chiede ai soggetti istituzionali come Ceccuzzi, Bezzini, i sindacati, i magistrati e chi più ne ha ne metta, come sia possibile – mentre si prepensiona la gente, si mandano a casa i precari, si continua a tagliare sulle persone – che dalla Direttora Amministrativa, gli atti della selezione della quale sono ancora sotto sequestro e sullo stipendio della quale ci sono ancora gravi dubbi, vengano consentiti gli acquisti su fondi di ricerca da parte dei docenti di dispositivi quali l’iPad che costano quanto lo stipendio mensile di un precario o di un assegnista di ricerca o di un dottorando. Bella moralizzazione sì! Con l’Ateneo in crisi di liquidità spaventosa, grazie al dissesto, ecco un nuovo modo per dissestare ulteriormente: comprare oggetti costosissimi e lasciare, per fare un esempio, i medici senza reagenti.

Ancora una grandiosa idea, innovativa e tecnologica, di dissestare!!! Nelle prossime puntate torneremo su quanto già annunciato.

2 comments ↓

#1 cal on 08.31.11 at 13:43

credo che qui sia necessario specificare meglio.
Se io docente con i fondi a me assegnati mi prendo un’ipad penso di non fare torto a nessuno. L’allocazione dei fondi mi consente di farlo e non vedo quale sia il problema. Diverso è invece il caso in cui si prendano Ipad con le risorse di unisi e poi manchino per altri oggetti o beni più essenziali….

#2 cudera on 09.05.11 at 20:54

Mah, cal, innanzitutto c’è un problema “etico”: i fondi sono a assegnati, infatti, ma sono pur sempre soldi pubblici. Ora, è così indispensabile per fare ricerca un IPad? Non è scritto da nessuna parte che i fondi assegnati debbano essere spesi per forza fino all’ultimo cenetesimo. Ma questa è la meno.
Il problema più serio è prettamente “tecnico” o, per dirla meglio, di quattrini.
Il pagamento dell’Ipad comprato coi fondi assegnati, viene comunque fatto dallo stesso “borsello”, ovvero quello dell’Università di Siena. Si sa benissimo, e anche la DA lo ha detto più volte, che c’è un serio problema di cassa, il che vuol dire che i soldi che in teoria potremmo spendere non sono spendibili perchè il borsellino è vuoto, e non si sa quando lo saranno.
Il dover pagare l’Ipad contribuisce ad aggravare la situazione di cassa, generando un ulteriore debito verso fornitori che già avanzano diversi soldini; se poi si moltiplica per il consistente numero di docenti che hanno “approfittato” della FAQ della DA, l’entità del problema diventa più chiara.
Insomma, per concludere, in un momento in cui non c’è la liquidità per pagare gli stipendi, l’acquisto dell’Ipad si potrebbe evitare…..
Poi, per carità, fate voi….