La redazione di Fratello Illuminato ha letto e condiviso parola per parola le osservazioni del Prof. Giovanni Grasso in questo articolo. Ha altresì qualcosa da aggiungere, per sottolineare quanto le dichiarazioni di Detti e Flores d’Arcais siano disgustose. Al primo bisognerebbe chiedere i soldi indietro, visto che è suo desiderio dare una mano alla “sua università”. Si fa presente che visto che Detti ha ricoperto cariche in tutti gli organi decisionali possibili e immaginabili (consigliere d’amministrazione, direttore di dipartimento, preside e in Senato accademico come preside e rappresentante d’area) l’Università di Siena non è sua di sicuro, ma altrettanto sicuramente è suo invece il dissesto, nel senso che è avvenuto grazie anche alle sue decisioni. Per il secondo, Flores, vista la sua inutilità come docente, per non parlare della sua invisibiltà come assessore alla cultura nel secondo mandato Cenni, vale il principio della restituzione, includendo quanto ha percepito come membro della giunta comunale, visto il nulla che ha prodotto. Infine, per completare il quadro, bisognerebbe che convincessero ad andare in prepensionamento anche il loro sodale Bettini; proprio lui! Lo scrittore dell’ode a Tosi, dissestatore maximus. Con questo terzo prepensionamento l’Ateneo otterrebbe un risparmio notevole per varie ragioni: si libererebbe di una materia inventata (antropologia del mondo antico); smetterebbe di pagare l’affitto della villetta del Glicine (sita in via Roma 57, prospiciente la ben nota Via Roma 56). Ai due, possibilmente tre, Cincinnati consigliamo inoltre di acquistare un bel pezzo di terra presso Stigliano ove coltivare pomodori nei pressi del Merse e del loro maestro di dissesti il famoso Sultano. Inoltre, ove avessero bisogno di consigli su come irrigare, lì ne troverebbero di preziosissimi: potrebbero imparare a chiedere fondi europei (così dissestano anche un po’ fuori Siena) e potrebbero imparare a costruire pozzi artesiani coi medesimi fondi.
E’ proprio vero! Il cognome non conta nulla! Possiamo parafrasare il titolo di una nota commedia: L’importanza di chiamarsi Enrico (e non Luigi, aggiungiamo noi).
Buon Ferragosto (se vi riesce di digerire ‘sta roba)