Bisi, Riccaboni, Fabbro: basta con la protezione dei propri interessi ai danni della collettività!

Ci mancava solo l’indecente proposta del rettore pro tempore Riccaboni (ricordiamo che la sua elezione è  al vaglio dei magistrati) tesa a creare una sorta di università dittatoriale e degli amici degli amici. Non contenti di aver distrutto un’importante università, di averla dissestata con azioni banditesche, che cosa si inventano i successori del faraone Tosi? Prima le dichiarazioni del Riccaboni affermando che lui va avanti anche contro il parere negativo dei revisori dei conti; oggi invece lo stesso Riccaboni in accordo con la Fabbro e con il sostegno giornalistico del Bisi (vedi il silenzio assoluto) pretenderebbe di escludere dalla composizione del cda gli enti locali e quindi ricamarsi un sistema di gestione chiuso, autoreferenziale sul modello del partito di Verdini del tipo “si fa come cazzo ci pare”.

In un paese in cui certi uffici funzionano adeguatamente non sarebbero passati nemmeno due giorni: il Riccaboni si sarebbe trovato fuori dalla porta. Ma di questo ne parleremo il 21 luglio 2011.

Che cosa aspettano i partiti, le forze sindacali, tutte le istituzioni senesi a prendere le dovute posizioni pubbliche contro il neoberlusconiano Riccaboni? Ora si spiega il perché la Gelmini non è mai intervenuta contro il dissesto dell’università: il Riccaboni e la Fabbro sono sostenuti dai berlusconiani Verdini e Rocco Girlanda e di conseguenza anche dal gruppo editoriale di Girlanda rappresentato a  Siena dal giornalista d’inchiesta Stefano Bisi. A proposito Bisi, come mai non scrivi nulla sul processo del concorso universitario che vede tra gli imputati Marcolongo e Bruno Frediani? Perché non fai un salto in Via Franci? Ci risulta che oggi il processo è partito anche se gli avvocati dei due imputati avevano tentato di farlo rinviare. Perché Riccaboni e Bisi non intervengono sul concorso universitario oggetto di procedimento penale in corso?

Il quadro, intorno e dentro l’ateneo, dal dissesto, alle elezioni del rettore, ai concorsi truccati, alle ipotesi di cartolarizzazioni e non ultima la proposta di escludere la società civile e istituzionale di Siena dal cda dello stesso ateneo, è meritevole di un maxi processo e di indagini serrate. Nel frattempo spero non tardino le prese di posizione delle istituzioni e delle forze politiche. Se gli ultimi due giapponesi del groviglio bisiano, Riccaboni e Bisi vogliono continuare a ruzzare perché non si ritirano su qualche atollo sperduto e quindi la smettono di destabilizzare il sistema e di far pesare sulle spalle della collettività i loro ruzzini?

p.s. Dobbiamo dare atto alla Nazione di Siena di aver prodotto in questi giorni articoli chiari e professionali su tante vicende che il sistema dell’informazione legato al Bisi pretenderebbe di occultare o al massimo di strumentalizzare.