L’inchiesta di questi ultimi giorni con al centro questo sig. Bisignani, altro non è che un ulteriore filone di una piu’ vasta inchiesta che coinvolge il malaffare nella pubblica amministrazione, la gestione truffaldina degli appalti pubblici e la commistione tra politica, ambienti deviati vari e veri e propri comitati d’affari. La lettura delle singole inchieste, pur gravi, non fanno emergere il vero dato. La lettura di queste, come dato d’ insieme di inchieste invece, ci rappresenta un sistema marcio e in caduta libera peggio di quello emerso con la famosa inchiesta di tangentopoli. Siamo nel bel mezzo di un nuovo cambio epocale di sistema? La politica è vittima oppure parte di questa classe dirigente poggiava e poggia la propria sopravvivenza dentro questo groviglio vergognoso di interessi deviati e di sottoboschi affaristici spregiudicati?
Il dato consolidato della famosa inchiesta di tangentopoli è piu’ o meno questo: prima dell’inchiesta esisteva un sistema politico che abusava del finanziamento pubblico e di quello di soggetti privati; e all’interno del rapporto tra partiti e finanza privata sono nate delle patologie gravi culminate con l’arricchimento di vari politici e la sudditanza della politica nei confronti delle rendite di posizione di questo o quel gruppo industriale o economico. Conosciamo ormai tutto di quel periodo (salvo qualche salvacondotto per taluni) e abbiamo vissuto in pieno l’effetto dell’inchiesta di tangentopoli: la fine del modello partito (Psi-Dc-PCI) e la nascita di movimenti spontanei di cittadini e la creazione di nuovi partiti di plastica o surreali. Con l’aggravante del populismo Berlusconiano, divenuto in seguito modello politico e di governo dominante, anche con il cambio del colore dei governi. La svolta epocale con tangentopoli di fatto non ha significato la riscoperta di una vera morale pubblica e il cambio di gestione della cosa pubblica. Anzi, i soliti furbetti, pensando che il calo dell’attenzione per via di questa svolta, avrebbe calmato anche la voglia di chiarezza da parte dei cittadini e l’ attività della magistratura, hanno cambiato metodo e soggetti fiancheggiatori ma il fine era ed è sempre lo stesso: dissanguare le casse pubbliche per l’arricchimento di pochi, creando una rete e vari intrecci tra ambienti deviati orfani della P2 di Licio Gelli e vari comitati di affari sparsi in alcune delle regioni piu’ ricche dell’Italia.
Infatti uno dei dati rilevanti che emerge da queste nuove inchieste è l’inesistenza della politica(intesa come funzione collettiva e di idee) con la P maiuscola mentre le altre P non solo esistono ma hanno ramificazioni tali da mettere in ginocchio le stesse istituzioni e le normali garanzie di trasparenze ed equità proprie delle varie articolazioni e organi dello Stato. Dai nomi emersi sia dal filone P3 e ora con la P4 si comprende il perché di certe inchieste insabbiate o prolungate nel tempo; del perché di certe impunità e del perdurare di situazioni di instabilità del sistema finanziario e bancario. Quello che emerge dalle inchieste non è solo un mal costume dell’illegalità ma un vero e proprio sistema parallelo ( o sottobosco delle varie botteghe) al sistema della politica e dell’economia. Oltre alle logiche delle P deviate nell’era post-tangentopoli sono apparse le gestioni del nanismo: ovvero quel modus operandi e quei gruppi che hanno dissestato aziende private(vedi Parmalat) e istituzioni pubbliche(vedi università di Siena e vari Asl).La banda del nanismo ha goduto e gode naturalmente di sostegni del sottobosco delle varie P deviate e insieme lavoravano per le impunità reciproche e le spartizioni varie.
Parliamoci chiaramente: queste inchieste non mettono in discussione solamente il berlusconismo (inteso come modello culturale e di governo); sotto inchiesta è un sottosistema trasversale di gruppi sparsi per l’Italia. La prima e dovuta reazione di pulizia anche interna è arrivata dalla magistratura stessa. Ora tocca al mondo economico e alla classe politica non solo parlamentare ma anche locale rompere qualsiasi vicinanza con soggetti o ambienti che poco hanno da spartire con gli interessi della gente. E son convinto che la stessa opera di pulizia simile a quella fatta il giorno dopo la scoperta della loggia P2 di Licio Gelli non tarderà ad essere praticata all’interno di alcune forme associative. E forse è già avviata. Soltanto la miopia provinciale di certa classe dirigente non è riuscita a comprendere questo, cosi come non sono più giustificabili altri ritardi nelle varie inchieste di certe procure. Un tappo, anzi un intero coperchio è stato sollevato e per fortuna oggi l’opinione pubblica è attenta e l’informazione non è piu’ controllabile(salvo qualche giornaletto riferibile ad alcuni nominativi coinvolti in una di queste inchieste).
Siamo di fronte ad una svolta epocale di sistema. Nessun dorma e soprattutto nessuno prenda fischi per fiaschi.